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Abbazia di Vallombrosa Reggello Firenze

L'Abbazia di Vallombrosa sorge nell’Appennino Tosco-Emiliano ad una quota di circa 1.000 m.s.m.l. circondato da una foresta di piante balsamiche e resinose. Nel 1008 Giovanni Gualberto, nobile fiorentino, che si era da poco fatto monaco, lasciò con un compagno il monastero di San Miniato di Firenze, per trovare un luogo più isolato dove raccogliersi. Dopo un incontro con San Romualdo, fondatore dell’eremo di Camaldoli, si recò in una località denominata "Acquabona" ove già si trovava un piccolo romitorio. Dove adesso sorge il monastero di Vallombrosa vennero costruite celle di legno per i nuovi adepti che raggiunsero Gualberto era il 1015 e San Giovanni Gualberto creò la Congregazione dei Vallombrosani che prevedeva un tipo di vita ispirato alla regola dei Benedettini. Nel 1039 la Badessa Itta donò il terreno necessario per la costruzione dell'abbazia e della chiesa. Nel 1055 la Congregazione benedettina ricevette il riconoscimento da parte di Papa Vittore II.
Il complesso dell'Abbazia di Vallombrosa venne eretto tra il 1450 e il 1470, vennero eseguiti importanti ampliamenti e furono costruiti la nuova sacrestia, i locali del noviziato, e alla fine del XV sec. il complesso assunse le caratteristiche e l’aspetto attuali.

Galileo Galilei ha trascorso un certo periodo all'interno dell'abbazia, intorno 1578, per volere del padre. L'abbazia serviva anche per compiere osservazioni metereologiche per conto dei Medici, poi confluite in interessanti documenti relativi alle diverse situazioni del clima, ora raccolti nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Altri studi riguardarono la botanica e la raffigurazione delle diverse specie vegetali della Toscana. Il Monastero subì molti danni da parte di Carlo V nel 1529, fu restaurato nel Seicento assumendo così l'aspetto di un severo castello. Nell'Ottocento, subì due soppressioni, sotto Napoleone e sotto Vittorio Emanuele II, divenendo nel 1866, sotto la proprietà dello Stato, la sede dell'Istituto Forestale Nazionale. Impoverita delle sue ricchezze culturali, letterarie e artistiche, l'Abbazia di Vallombrosa, rimasta di proprietà dello Stato, risorse quando i religiosi vi fecero ritorno nel 1949. La Chiesa, a una navata, ha la facciata con una loggia che copre quella originaria duecentesca. La prima Chiesa risale, al Duecento, venne poi restaurata da Gherardo Salvini nel Seicento e presenta lo stemma mediceo e il simbolo dell'ordine vallombrosano, un bastone a forma di Tau. L'interno è di stile barocco e in una cappella è collocato il reliquiario del Cinquecento di San Giovanni Gualberto. Molto suggestivo è il Chiostro con volte a crociera. La Biblioteca è costituita da un monumentale salone con una grande tela dipinta di Arsenio Mascagni, che rappresenta la donazione di Matilde di Canossa a San Bernardo degli Uberti. Il luogo è molto verdeggiante ed in estate è possibile fare camminate nel bosco.

Come si raggiunge:
In auto: A1 uscita di Incisa in Valdarno, poi si imbocca la provinciale per Reggello.
In treno: stazione FS di Incisa in Val d'Arno, poi si continua con un bus locale.
Vedi la Carta stradale di Vallombrosa
Attività religiose:
Messe: feriali (7.30-11-18.30) e festive (7.30-10.30-12-18.30).
Prodotti artigianali:
I religiosi producono liquori e preparano nella loro farmacia prodotti medicinali.
Informazioni utili:
Luogo: Vallombrosa
Indirizzo: Via San Benedetto 115
Telefono: 055/862251
Per saperne di più:
www.vallombrosa.it

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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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