L'origine
dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore si deve a tre nobili di
Siena, Bernardo Tolomei, Ambrogio Piccolomini e Patrizio Patrizi,
che decisero di ritirarsi a vita religiosa in un luogo, chiamato
Monte Oliveto. L'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore Maggiore è
incastonata tra le bellezze di una natura cupa e selvaggia, l'Abbazia
di Monte Oliveto Maggiore Maggiore spicca per la suggestione mistica
della sua storia e per l'imponenza della mole. Le radici del monastero
benedettino, infatti, affondano in piena epoca medievale, quando
il Beato Bernardo - al secolo Giovanni, della nobile famiglia
senese dei Tolomei - abbandonò lussi e ricchezze mondane per dedicarsi
a una vita di povertà e solitudine, passata nelle umili grotte
del "deserto di Accona".
In questo luogo inospitale, che ben presto divenne meta privilegiata di eremiti
e viandanti, nel 1319 fu fondata la Congregazione dei monaci olivetani, che da
allora in poi si sarebbe distinta per l'abito bianco, segno di purezza. Anche
oggi, la casa degli Olivetani mantiene la sua configurazione originaria: vi si
accede attraverso un'esile lingua di terra posta tra balze ripide e fossi, i cui
declivi s'adornano di rovi, ginestre e una fitta vegetazione.
La parte esterna
del monastero è dominata da una grande torre, costruita alla fine del XIV secolo
e decorata con due terracotte invetriate della scuola dei Della Robbia. Nel prospetto
nord è raffigurata una Madonna con bambino e in quello sud un San Benedetto Benedicente.
Superata la torre, ci si avventura lungo un sentiero fiancheggiato da cipressi,
al cui centro si trova una peschiera cinquecentesca. In passato, i monaci utilizzavano
questa vasca per ricavare alimento nei periodi in cui la "regola" vietava il consumo
di carne. Alla fine della strada si scorge l'austero e maestoso profilo dell'Abbazia
gotico-romana, la cui costruzione fu avviata nel 1401. Al suo interno, rivisitato
in stile barocco, hanno un particolare rilievo il leggio ligneo di Raffaele da
Brescia e il magnifico coro ligneo intarsiato da fra' Giovanni da Verona, che
occupa tutta la navata.
L'attenzione dei visitatori, però, è concentrata soprattutto
sul chiostro grande, un gioiello ornato da uno dei cicli più importanti dell'arte
rinascimentale: le Storie di san Benedetto. Sono 36 grandi scene, iniziate nel
1497 da Luca Signorelli e terminate tra 1505 e 1508 da Giovanni Antonio Bazzi
detto il Sodoma. L'armonia dei colori, l'incisività delle forme e l'espressività
delle figure non nascondono le diversità stilistiche dei due autori: solenne ed
elegante Signorelli, seducente e ironico il Sodoma. Il monastero ha anche una
ricchissima biblioteca, che custodisce circa 40mila volumi, opuscoli e incunaboli
(ancora oggi i monaci sono impegnati nel restauro di pergamene e di carte antiche),
e un'antica farmacia, dove i frati continuano a produrre miele, liquori a base
di erbe, unguenti e rimedi vari.
Come si raggiunge Località
Chiusure Asciano Provincia di Siena Ospitalità Vengono accolti
pellegrini per saperne di più tel. 0577.718567.
Attività religiose
Messe: feriali (7.30-11-18.30) e festive (7.30-10.30-12-18.30).
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