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RISERVA NATURALE ALPE DELLA LUNA
Un tratto di Appennino disabitato e selvaggio, habitat ideale del lupo

Mappa

Consigli pratici
La Riserva naturale dell'Alpe della Luna  (1.503 ha) comprende un tratto appenninico in provincia di Arezzo racchiuso all'incirca tra il Monte dei Frati ed il Monte Maggiore, a cavallo tra il bacino del Tevere e quello del  Marecchia .
L'area protetta è attraversata dalla GEA e da vari altri sentieri. Per raggiungere la riserva, da Sansepolcro si imbocca la strada comunale che porta a Montagna, La Villa e Pischiano; da Montagna partono sentieri per Alpe della Luna e Monte dei Frati. Un'alternativa è quella di imboccare, dopo circa 6,5 km da Sansepolcro e poco prima di arrivare a Montagna, una strada sterrata a sinistra che sale rapidamente e 
raggiunge la località la località di Germagnano. Superato Germagnano si incontra un bivio e si prosegue a destra sino ad arrivare a Pian delle Capanne, nelle cui vicinanze partono altri sentieri .
Primavera inoltrata per le fioriture ed autunno per la nitidezza dei panorami sono i periodi migliori per una escursione nella riserva.
Descrizione
La riserva, compresa tra i 560 ed i 1.503 metri di quota, è per lo più coperta da estesi boschi e non è interessata né da strade né da insediamenti urbani. Il cuore dell'area protetta è rappresentato dalla formazione della Ripa della Luna, un incantevole anfiteatro montano contraddistinto da estesi affioramenti di arenarie . La diversa natura del suolo, le differenze di esposizione ed altitudine e la passata azione dell'uomo hanno determinato un'importante varietà di ambienti che assieme alla inaccessibilità di gran parte della riserva, contribuisce a rendere questa zona ideale per molti animali che hanno bisogno di tranquillità, primo tra tutti il lupo.
Cerro e carpino nero dominano la vegetazione alle quote inferiori, mentre salendo compaiono faggio, nocciolo, tasso ed aceri, tra i quali si distinguono assai facilmente le foglie grigio-argentee del sorbo montano, che celano piccoli ed eduli pomi rossi. In questi boschi si riescono ad osservare con una certa facilità esemplari di daino che si muovono placidamente per brucare e pascolare il sottobosco. Spesso si ha l'occasione di udire la sonora risata del picchio verde e, con un po’ più di fortuna, la raffica dei sonori colpi di becco con i quali il picchio rosso maggiore ed il picchio rosso minore usano percuotere i tronchi in primavera per segnare il territorio . I prati verdissimi  rompono la continuità del manto boschivo sono cosparsi da sporadici cespugli di ginepri e di rosa selvatica, in cui nidifica l'averla piccola, movimentati da pecore e mucche al pascolo.
Dove le rocce marnose prevalgono su quelle arenacee e la particolare giacitura degli strati ha dato luogo a vistosi fenomeni erosivi, solo il carpino nero, il ginepro e l'orgniello riescono a sopravvivere. Nelle aree rocciose è stato segnalato lo strisciante ranno spaccasassi (Rhamnus pumilus) e, di recente, nelle  praterie è stata individuata una pianta endemica, simile ad un cardo: Cirsium alpis-lunae.
Astore e sparviero, volatori abilissimi tra i rami per inseguire e catturare piccoli uccelli, nidificano nella riserva insieme alla poiana, al lodolaio ed al gheppio. Gli avvistamenti di rapaci, usuali durante tutto l'anno, si fanno più frequenti durante i periodi di migrazione, soprattutto lungo le zone di crinale. Notevole la presenza dell'aquila reale che si può osservare mentre sorvola i prati in cerca di prede. Presenze meno vistose ma di indubbio valore sono quelle di due piccoli anfibi: il geotritone italico, che trova rifugio nelle aree rupestri ed umide, ed il tritone alpino, che vive nelle vicinanze di acque ferme o molto calme.
 
Provincia
Arezzo
 
Comuni
Badia Tedalda, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro.
 
A chi rivolgersi
Amministrazione provinciale di Arezzo, U.O. Protezione della Natura Parchi e Riserve Naturali, via del Saracino 57, 52100 Arezzo, tel 057520851, fax 23344,e-mail: prov.ar.parchi.info@provincia.arezzo.it
 
Guide consigliate
Dove nasce il Tevere, Covan S., Guideverdi, Maggioli Editore, Rimini, 1988 (con tre cartine allegate).
Carta dei Rifugi e dei sentieri - Appennino cesenate Valtiberina, Edizioni Multgraphic, Firenze.


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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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