- Descrizione
- La
riserva, compresa tra i 560 ed i 1.503 metri di quota, è per lo più coperta da
estesi boschi e non è interessata né da strade né da insediamenti urbani. Il cuore
dell'area protetta è rappresentato dalla formazione della Ripa della Luna, un
incantevole anfiteatro montano contraddistinto da estesi affioramenti di arenarie
. La diversa natura del suolo, le differenze di esposizione ed altitudine e la
passata azione dell'uomo hanno determinato un'importante varietà di ambienti che
assieme alla inaccessibilità di gran parte della riserva, contribuisce a rendere
questa zona ideale per molti animali che hanno bisogno di tranquillità, primo
tra tutti il lupo.
- Cerro
e carpino nero dominano la vegetazione alle quote inferiori, mentre salendo compaiono
faggio, nocciolo, tasso ed aceri, tra i quali si distinguono assai facilmente
le foglie grigio-argentee del sorbo montano, che celano piccoli ed eduli pomi
rossi. In questi boschi si riescono ad osservare con una certa facilità esemplari
di daino che si muovono placidamente per brucare e pascolare il sottobosco. Spesso
si ha l'occasione di udire la sonora risata del picchio verde e, con un po
più di fortuna, la raffica dei sonori colpi di becco con i quali il picchio rosso
maggiore ed il picchio rosso minore usano percuotere i tronchi in primavera per
segnare il territorio . I prati verdissimi
rompono la continuità del manto boschivo sono cosparsi da sporadici cespugli
di ginepri e di rosa selvatica, in cui nidifica l'averla piccola, movimentati
da pecore e mucche al pascolo.
- Dove
le rocce marnose prevalgono su quelle arenacee e la particolare giacitura degli
strati ha dato luogo a vistosi fenomeni erosivi, solo il carpino nero, il ginepro
e l'orgniello riescono a sopravvivere. Nelle aree rocciose è stato segnalato lo
strisciante ranno spaccasassi (Rhamnus pumilus)
e, di recente, nelle praterie
è stata individuata una pianta endemica, simile ad un cardo: Cirsium alpis-lunae.
- Astore
e sparviero, volatori abilissimi tra i rami per inseguire e catturare piccoli
uccelli, nidificano nella riserva insieme alla poiana, al lodolaio ed al gheppio.
Gli avvistamenti di rapaci, usuali durante tutto l'anno, si fanno più frequenti
durante i periodi di migrazione, soprattutto lungo le zone di crinale. Notevole
la presenza dell'aquila reale che si può osservare mentre sorvola i prati in cerca
di prede. Presenze meno vistose ma di indubbio valore sono quelle di due piccoli
anfibi: il geotritone italico, che trova rifugio nelle aree rupestri ed umide,
ed il tritone alpino, che vive nelle vicinanze di acque ferme o molto calme.
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- Provincia
- Arezzo
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- Comuni
- Badia
Tedalda, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro.
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- A
chi rivolgersi
- Amministrazione
provinciale di Arezzo, U.O. Protezione della Natura Parchi e Riserve Naturali,
via del Saracino 57, 52100 Arezzo, tel 057520851, fax 23344,e-mail: prov.ar.parchi.info@provincia.arezzo.it
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- Guide
consigliate
- Dove
nasce il Tevere, Covan S., Guideverdi, Maggioli Editore, Rimini, 1988 (con
tre cartine allegate).
- Carta
dei Rifugi e dei sentieri - Appennino cesenate Valtiberina, Edizioni Multgraphic,
Firenze.