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Chianina:un nome una qualità

Santo è quel vin del prete

Da una tradizione antica, l'olio delle colline

 
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La pasta, oltre che essere considerata il piatto nazionale rappresenta l’Alta Valle del Tevere dal momento che nel 1827 qui fu fondato il famoso marchio Buitoni. La pasta fatta in casa con il rasagnolo e la spianatoia, trova qui una delle sue massime espressioni, con ravioli, gnocchi, tagliatelle e, soprattutto, i bringoli che caratterizzano la cucina anghiarese. I bringoli sono una sorta di spaghettoni a base di acqua e farina di grano. Quello che era il piatto dei poveri è divenuto oggi una specialità da condire con il sugo di lepre, d’oca o di funghi (raccomandati sono i porcini per i quali i boschi della vallata sono particolarmente rinomati). Tra le zuppe si ricorda la pasta con i fagioli, da sostituire in estate con la panzanella (pane bagnato con pomodori, cetrioli, basilico, peperoni e cipolle). Tra le carni è ottima la cacciagione, ma sono consigliati anche i vari arrosti, l’agnello pillottato e la porchetta di maiale con aglio  e finocchio. La carne di maiale produce qui ottimi insaccati (salame, capocollo, sopressata e le saporitissime salsiccie) e fegatelli da accompagnare alla polenta di granoturco (un’accoppiata proposta, ad esempio dalla sagra settembrina di Monterchi).

Per chiudere il pasto è indicata una fetta di torcolo (tipico dolce casalingo) da intingere in un bicchiere di vinsanto, vino liquoroso prodotto da uva passita. Il periodo pasquale offre un ampio ventaglio di dolci, dal pan giallo con le uvette agli zuccherini. Molto buoni sono anche i formaggi, come pure l’olio di  frantoio e i genuini vini locali.
 

Da una tradizione antica, l'olio delle colline

Tra gli oliveti un tempo possesso dei Camaldolesi, che amministravano la corte dell'antica Pieve di Micciano, un frantoio continua la tradizione macinando le olive dell'Alta Valle del Tevere.
Gentile, morcona, oriola, frantoia e leccina sono le principali qualità di olive spremute che producono, ogni anno, oltre 500 quintali di olio.
Raccolte ancora brucando  a mano ai piedi degli olivi, esse passano attraverso l'operazione di spremitura effettuata a freddo con macine e presse, a cui segue la decantazione naturale priva di sistemi di filtraggio. Le olive, opportunamente lavate (quando necessario), passano sotto l'azione di due molazze di granito e, trasformate in pasta, ven­gono distribuite su stuoie.  

La pasta alloggiata in una pressa, attraverso la semplice pressione idraulica a freddo, viene separata tra la parte liquida (acqua e olio) e la parte solida (sansa), che non viene utilizzata dal frantoio. L'olio viene poi separato dall'acqua attraverso una centrifuga. La qualità ditale olio è garantita dal fatto che le olive devono essere necessariamente sane e lavorate entro poche ore dalla raccolta, effettuata cercando di anticipare la completa maturazione delle olive. 
L'olio di questo antico Frantoio è quindi un prodotto gradevole al palato, con sapore di erbe, un olio integrale che, per le sue qualità organolettiche, è più  vicino all'alimento che al condimento vero e proprio. Tipico prodotto del Frantoio è il mosto di oliva, un olio di qualità eccelsa ottenuto direttamente dalle goccioline d'olio che, fuoriuscite spontaneamente dalle olive appena frante, vengono lasciate a decantare in appositi contenitori. Secondo una tecnica settecentesca, il successo di quest'olio sta nella scelta del momento giusto per togliere l'acqua di vegetazione: una valutazione, quindi, legata solo all'esperienza di chi sorveglia le fasi di lavorazione. Alle olive verdi e nere, si aggiungono infine i tanti olii aromatizzati (all'aglio, al basilico, al finocchio, al ginepro, al limone, all'origano, al peperoncino, al rosmarino, alla salvia, al timo), che completano quel vasto assortimento di prodotti che valorizza questa attività, di cui documenti storici attestano l'esistenza fin dal 142l con il nome di molino dall'olio dei Ravagni.  
 
 
Cos'è il vino Santo? Molti forestieri rimarranno stupiti dal particolare gusto a volte dolce, a volte secco, di questo vino dal caratteristico colore rossastro tendente al marrone.
Il vinsanto è un tipico vino derivato da uve passite, il cui nome è giustificato ancor più dall1uso che se ne fa nell'officiare le funzioni religiose.
La tradizione proviene direttamente dal mondo contadino della Toscana, secondo cui i grappoli d'uva vengono fatti appassire sulla vite. Tale uva, una volta selezionata, viene premuta ed il suo mosto sigillato in piccole botti di rovere dette caratelli. Più è vecchio il caratello, più è buona la madre (ovvero, il fondo del vinsanto precedente) e più buono sarà il gusto del vino.
L'esposizione dei caratelli alle correnti d'aria e ad una forte escursione termica, unitamente alla qualità dell'uva, darà infine l'ultimo contributo alla bontà di questo vino da fine pasto, ideale per inzuppare biscotti secchi o dolci casalinghi come il torcolo o la torta margherita.
 


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