Girando nei Borghi Italiani

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DIALOGO SUL NATURISMO
di Gloria V.

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L.: E questo non ti dice niente?
A.: In che senso, scusa?
L.: Tu dici che la nudità non ha nulla a che vedere col sesso. Invece secondo me il fatto che i nudisti soli siano quasi sempre uomini la dice lunga. Si sa che gli uomini più delle donne sono propensi al sesso. Perciò la spiegazione mi sembra semplice: per loro la nudità in comune è una fonte di eccitazione, e sono attratti dalla possibilità di vedere donne nude.
A.: Credo che questa spiegazione sia solo parziale. Non c'è dubbio che alcuni uomini si avvicinino al nudismo inizialmente per una spinta "voyeuristica", perché sono allettati dalla possibilità di guardare le donne. Ma questo dura poco, anche perché non è difficile "identificare" coloro che stanno lì per guardare. Forse ci sono altri motivi. In realtà, io credo che vi siano molte persone, uomini e donne, che farebbero volentieri l'esperienza del nudismo; però c'è nella nostra società una generale "disapprovazione" della nudità: nonostante le edicole trabocchino di giornali erotici, anzi forse proprio a causa della pornografia dilagante, facciamo molta fatica ad immaginarci come "persone normali" che si fanno un bagno in mare nudi con gli amici. Al di là di tutto, ci è rimasta l'idea che la nudità sia qualcosa di "indecente" o "riprovevole", comunque qualcosa che al più va confinata nelle quattro mura domestiche. Il risultato è che una persona interessata al nudismo deve superare non pochi ostacoli, innanzitutto a livello di mentalità. In questo gli uomini sono un po' più liberi, nel senso che più facilmente riescono ad eliminare queste incrostazioni: un uomo interessato al naturismo può cercare (ad esempio tramite Internet) il recapito di un'associazione naturista e contattarla, magari solo per chiedere informazioni e parlare con qualcuno; oppure può informarsi su una spiaggia naturista e decidere di andarci da solo. È molto più difficile che questo lo faccia spontaneamente una donna; non perché a noi non interessi, ma per un inevitabile senso di vergogna difficile da superare. Finché si continua a ritenere sporca la nudità, è ovvio pensare che una donna che si spoglia in una spiaggia è una "poco di buono", una donna "facile". Il risultato è che le donne sono molto più "bloccate" degli uomini nell'avvicinarsi al naturismo. Però, nel momento in cui una donna ha fatto il grande passo, spesso si trova benissimo, anche meglio degli uomini.
L.: Sarà... per me rimane sempre una cosa tutt'altro che naturale. Voglio dire: in ogni civiltà, fin dai tempi più antichi, gli esseri umani hanno imparato a coprirsi, e questo è uno dei vari aspetti che ci distinguono dagli animali. Perciò il nudismo mi sembra una forzatura, qualcosa che va contro un'abitudine naturale condivisa da tutte le popolazioni. Nella vita "normale" noi tutti siamo vestiti, anzi l'abito che portiamo serve non solo per difenderci dal freddo e per motivi igienici, ma ci distingue, indica quel che siamo ed a quale classe sociale apparteniamo. Te la immagini una città nella quale tutti, nello svolgere le loro normali attività, vanno in giro nudi? Sarebbe quanto meno ridicolo, a parte i problemi pratici. E poi non ci sono giustificazioni per stare nudi ad esempio in spiaggia. Anche se fa molto caldo, non mi dirai che un normale bikini ti fa sudare! E allora, perché non conservare un po' di decenza ed evitare di esporre a tutti le proprie parti intime? Senza contare il rischio, soprattutto per noi donne, di contrarre fastidiose malattie.
A.: Condivido quello che tu dici riguardo l'importanza pratica e "sociale" dell'abito. Anzi, ti dirò di più: se non fosse stato per la capacità degli esseri umani di procurarsi abiti per coprirsi (capacità a sua volta dovuta all'abilità degli uomini di usare le mani come nessun animale può fare), sarebbe stato impossibile alla specie umana colonizzare le regioni più inospitali della Terra, perché in certi climi non si può sopravvivere senza vestiti. Però io dico: va bene, usiamo i vestiti quando esigenze climatiche o igieniche o comunque pratiche ce lo impongono, anzi indossiamo anche abiti che ci "distinguono" e ci "valorizzano"; ma usiamo in ogni circostanza l'abito giusto. Quando non c'è bisogno di coprirsi, perché non ne facciamo a meno? In fondo se ci pensi il costume da bagno è un compromesso; se prendi il sole, non è meglio abbronzarti tutto il corpo senza lasciare quelle brutte strisce bianche? E se ti bagni, non è meglio che il tuo corpo si muova libero nell'acqua? Invece no: sentiamo l'esigenza di spogliarci per prendere il sole o fare il bagno, ma contemporaneamente non riusciamo a superare il "tabù" della nudità; ecco allora il compromesso: uno o due pezzetti di stoffa colorata con i quali una si sente in qualche modo "vestita", e quindi ha la coscienza tranquilla. Ma ci pensi quanti problemi pratici verrebbero eliminati se ci fosse "normalmente" l'abitudine di stare nudi a prendere il sole, fare il bagno in mare o in piscina, o semplicemente giocare con gli amici o riposarsi? Non avresti il problema del costume che non ti si asciuga mai addosso, perché la pelle bagnata si asciuga al sole in pochi minuti, né dovresti nasconderti per cambiarti. Anche per quanto riguarda la paura delle infezioni, puoi stare tranquilla: non c'è nessun pericolo. Ciascuna di noi è continuamente esposta a possibili attacchi di batteri e microrganismi; ma non è vero che stando nude corriamo maggior pericolo di infezioni vaginali. Pensa solo al fatto che anche la biancheria intima che indossiamo non è sterile, e che pure il costume ti difende fino ad un certo punto. Il fatto è che in un organismo femminile sano c'è una difesa naturale, che è la flora batterica vaginale. La presenza di questi batteri "buoni" ha l'effetto di mantenere l'ambiente vaginale al giusto livello di acidità, impedendo ad altri agenti (ad esempio funghi) di svilupparsi in modo pericoloso. Infatti quando prendiamo una forte dose di antibiotici, perché ne abbiamo bisogno per combattere altre malattie, allora sì che ci esponiamo al rischio di fastidiose infezioni, perché eliminando anche i batteri buoni quel delicato equilibrio si altera. Perciò, è molto più pericolosa una terapia antibiotica che un bel bagno di sole senza costume! Considera poi che in tutti gli ambienti naturisti ci sono delle precise norme igieniche: non solo difficilmente ci si siede direttamente sulla sabbia, ma comunque si porta sempre con sé un asciugamano per sedersi sulle panche o sulle sedie che anche altri usano. Ma soprattutto, con l'abitudine alla nudità, si elimina la distinzione tra parti del corpo "intime" e "pubbliche", oppure "degne" ed "indegne"; perché sarebbe un atto di "decenza" coprire il sesso e lasciare scoperte ad esempio le gambe o le braccia? Non sono anche quelle parti del corpo "private"? Mica mettiamo le gambe e le braccia a disposizione di tutti, anche quando non sono coperte!
L.: Non è la stessa cosa! Alcune parti del corpo esercitano un inequivocabile richiamo sessuale, soprattutto da parte della donna nei confronti dell'uomo.
A.: E tu pensi che questo sia confinato agli organi genitali? Non è affatto vero; se ti preoccupa tanto il fatto di esercitare potenzialmente un'attrazione nei confronti degli uomini, sappi che tutto il corpo femminile attrae gli sguardi degli uomini. Pensa ad esempio al significato fortemente erotico che può avere la bocca; eppure nessuno si vergogna di mostrare agli altri la bocca. Ma se per assurdo in un paese vi fosse l'abitudine, nata inizialmente per motivi igienici ma poi diventata mentalità radicata, di coprirsi la bocca con una mascherina quando si esce di casa, inevitabilmente il fatto di scoprire la bocca davanti agli estranei avrebbe un significato erotico, e quindi sarebbe ritenuto un gesto immorale. Esattamente come nella nostra società il fatto di mostrarsi agli altri completamente nudi.
L.: Comunque, a me darebbe fastidio essere guardata, e non mi dire che questo non succede. Mi sentirei troppo "indifesa".
A.: Tutto dipende da che cosa intendi per "guardare". Io posso solo riferirti la mia esperienza: non è affatto vero che una donna in un ambiente nudista sia oggetto di eccessive attenzioni da parte degli uomini. Molto spesso ti trovi intorno persone alle quali sei in un certo senso "indifferente". Più esattamente, non è che gli altri "non si accorgano" della tua presenza o facciano finta di non vederti. I naturisti sono abituati alla visione dei corpi umani, per cui non si fanno problemi. Non ti stanno a fissare come se non avessero mai visto una donna, non ti guardano con insistenza. Anche quando un uomo parla con te, non ti senti in imbarazzo. A volte succede che un uomo ti ammiri, ma è sempre un modo di guardare molto discreto e delicato; insomma, non ti senti addosso nessuno sguardo che ti "trafigge". Quando è così non è fastidioso, anzi in un certo senso è anche piacevole. Certo che puoi provare la sensazione di sentirti "indifesa", ma solo le prime volte; e se veramente ti senti in imbarazzo, basta che provi a pensare "Certo, ma anche lui che sta qui a chiacchierare con me è indifeso come me, perciò siamo nella stessa situazione". Credimi, Laura: i naturisti sono capaci di stare insieme tranquillamente tra uomini e donne, grandi e bambini, senza nessuna malizia. Quando li vedi giocare insieme, chiacchierare, buttarsi in acqua o farsi la doccia, ti sembra di vedere dei bambini, che non si fanno alcun problema riguardo al loro corpo. Ecco: pensa ai bambini, che sono capaci di stare tranquillamente nudi con gli altri, senza provare vergogna, con uno sguardo "puro" su se stessi e sugli altri. Poi col tempo, chissà perché, perdiamo questa purezza e subentra il sentimento della "vergogna". Il risultato è che non siamo più capaci di stare bene col nostro corpo. Con il nudismo semplicemente non si perde (oppure si recupera) questo sguardo puro.
L.: Ma è proprio questo il punto che io contesto! Il paragone non regge, perché i bambini ragionano da bambini, e non c'è nulla di strano che loro ritengano "naturale" stare nudi. Se è per questo, ci sono un sacco di cose che sono normali per i bambini ma non lo sono per gli adulti, e viceversa. Non metto in dubbio che i bambini abbiano uno sguardo "puro" sul corpo umano, e forse è vero che non sono particolarmente "traumatizzati" dalla vista di persone adulte nude; ma quando si cresce, quando si arriva alla maturità sessuale, cambia tutto, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico, per cui lo sguardo sull'altro non può più essere altrettanto puro. Secondo me il sentimento della vergogna non è una "sovrastruttura" che qualcuno ci impone, ma emerge in modo naturale ad una certa età. Pensa a quando una bambina si accorge che sta diventando donna, anzi pensa a te stessa quando hai attraversato quella fase della tua vita; avresti ritenuto "normale" allora trovarti nuda davanti a tuoi coetanei maschi? Ma non te li ricordi gli sguardi fastidiosi dei compagni di classe, o dei ragazzi più grandi? Immagina ad esempio che alla scuola media i professori di ginnastica avessero deciso un giorno di far usare a tutti lo stesso spogliatoio, e di farvi fare la doccia tutti insieme, maschi e femmine. Non ti saresti sentita morire dalla vergogna? Non saresti corsa a casa piangendo? È del tutto normale che ad una certa età ci si vergogni degli altri!

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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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