DIALOGO
SUL NATURISMO di Gloria V. pag
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4 L.: E questo non ti dice niente? A.:
In che senso, scusa? L.: Tu dici che la nudità non ha nulla a che vedere
col sesso. Invece secondo me il fatto che i nudisti soli siano quasi sempre uomini
la dice lunga. Si sa che gli uomini più delle donne sono propensi al sesso. Perciò
la spiegazione mi sembra semplice: per loro la nudità in comune è una fonte di
eccitazione, e sono attratti dalla possibilità di vedere donne nude. A.:
Credo che questa spiegazione sia solo parziale. Non c'è dubbio che alcuni uomini
si avvicinino al nudismo inizialmente per una spinta "voyeuristica", perché sono
allettati dalla possibilità di guardare le donne. Ma questo dura poco, anche perché
non è difficile "identificare" coloro che stanno lì per guardare. Forse ci sono
altri motivi. In realtà, io credo che vi siano molte persone, uomini e donne,
che farebbero volentieri l'esperienza del nudismo; però c'è nella nostra società
una generale "disapprovazione" della nudità: nonostante le edicole trabocchino
di giornali erotici, anzi forse proprio a causa della pornografia dilagante, facciamo
molta fatica ad immaginarci come "persone normali" che si fanno un bagno in mare
nudi con gli amici. Al di là di tutto, ci è rimasta l'idea che la nudità sia qualcosa
di "indecente" o "riprovevole", comunque qualcosa che al più va confinata nelle
quattro mura domestiche. Il risultato è che una persona interessata al nudismo
deve superare non pochi ostacoli, innanzitutto a livello di mentalità. In questo
gli uomini sono un po' più liberi, nel senso che più facilmente riescono ad eliminare
queste incrostazioni: un uomo interessato al naturismo può cercare (ad esempio
tramite Internet) il recapito di un'associazione naturista e contattarla, magari
solo per chiedere informazioni e parlare con qualcuno; oppure può informarsi su
una spiaggia naturista e decidere di andarci da solo. È molto più difficile che
questo lo faccia spontaneamente una donna; non perché a noi non interessi, ma
per un inevitabile senso di vergogna difficile da superare. Finché si continua
a ritenere sporca la nudità, è ovvio pensare che una donna che si spoglia in una
spiaggia è una "poco di buono", una donna "facile". Il risultato è che le donne
sono molto più "bloccate" degli uomini nell'avvicinarsi al naturismo. Però, nel
momento in cui una donna ha fatto il grande passo, spesso si trova benissimo,
anche meglio degli uomini. L.: Sarà... per me rimane sempre una cosa
tutt'altro che naturale. Voglio dire: in ogni civiltà, fin dai tempi più antichi,
gli esseri umani hanno imparato a coprirsi, e questo è uno dei vari aspetti che
ci distinguono dagli animali. Perciò il nudismo mi sembra una forzatura, qualcosa
che va contro un'abitudine naturale condivisa da tutte le popolazioni. Nella vita
"normale" noi tutti siamo vestiti, anzi l'abito che portiamo serve non solo per
difenderci dal freddo e per motivi igienici, ma ci distingue, indica quel che
siamo ed a quale classe sociale apparteniamo. Te la immagini una città nella quale
tutti, nello svolgere le loro normali attività, vanno in giro nudi? Sarebbe quanto
meno ridicolo, a parte i problemi pratici. E poi non ci sono giustificazioni per
stare nudi ad esempio in spiaggia. Anche se fa molto caldo, non mi dirai che un
normale bikini ti fa sudare! E allora, perché non conservare un po' di decenza
ed evitare di esporre a tutti le proprie parti intime? Senza contare il rischio,
soprattutto per noi donne, di contrarre fastidiose malattie. A.: Condivido
quello che tu dici riguardo l'importanza pratica e "sociale" dell'abito. Anzi,
ti dirò di più: se non fosse stato per la capacità degli esseri umani di procurarsi
abiti per coprirsi (capacità a sua volta dovuta all'abilità degli uomini di usare
le mani come nessun animale può fare), sarebbe stato impossibile alla specie umana
colonizzare le regioni più inospitali della Terra, perché in certi climi non si
può sopravvivere senza vestiti. Però io dico: va bene, usiamo i vestiti quando
esigenze climatiche o igieniche o comunque pratiche ce lo impongono, anzi indossiamo
anche abiti che ci "distinguono" e ci "valorizzano"; ma usiamo in ogni circostanza
l'abito giusto. Quando non c'è bisogno di coprirsi, perché non ne facciamo a meno?
In fondo se ci pensi il costume da bagno è un compromesso; se prendi il sole,
non è meglio abbronzarti tutto il corpo senza lasciare quelle brutte strisce bianche?
E se ti bagni, non è meglio che il tuo corpo si muova libero nell'acqua? Invece
no: sentiamo l'esigenza di spogliarci per prendere il sole o fare il bagno, ma
contemporaneamente non riusciamo a superare il "tabù" della nudità; ecco allora
il compromesso: uno o due pezzetti di stoffa colorata con i quali una si sente
in qualche modo "vestita", e quindi ha la coscienza tranquilla. Ma ci pensi quanti
problemi pratici verrebbero eliminati se ci fosse "normalmente" l'abitudine di
stare nudi a prendere il sole, fare il bagno in mare o in piscina, o semplicemente
giocare con gli amici o riposarsi? Non avresti il problema del costume che non
ti si asciuga mai addosso, perché la pelle bagnata si asciuga al sole in pochi
minuti, né dovresti nasconderti per cambiarti. Anche per quanto riguarda la paura
delle infezioni, puoi stare tranquilla: non c'è nessun pericolo. Ciascuna di noi
è continuamente esposta a possibili attacchi di batteri e microrganismi; ma non
è vero che stando nude corriamo maggior pericolo di infezioni vaginali. Pensa
solo al fatto che anche la biancheria intima che indossiamo non è sterile, e che
pure il costume ti difende fino ad un certo punto. Il fatto è che in un organismo
femminile sano c'è una difesa naturale, che è la flora batterica vaginale. La
presenza di questi batteri "buoni" ha l'effetto di mantenere l'ambiente vaginale
al giusto livello di acidità, impedendo ad altri agenti (ad esempio funghi) di
svilupparsi in modo pericoloso. Infatti quando prendiamo una forte dose di antibiotici,
perché ne abbiamo bisogno per combattere altre malattie, allora sì che ci esponiamo
al rischio di fastidiose infezioni, perché eliminando anche i batteri buoni quel
delicato equilibrio si altera. Perciò, è molto più pericolosa una terapia antibiotica
che un bel bagno di sole senza costume! Considera poi che in tutti gli ambienti
naturisti ci sono delle precise norme igieniche: non solo difficilmente ci si
siede direttamente sulla sabbia, ma comunque si porta sempre con sé un asciugamano
per sedersi sulle panche o sulle sedie che anche altri usano. Ma soprattutto,
con l'abitudine alla nudità, si elimina la distinzione tra parti del corpo "intime"
e "pubbliche", oppure "degne" ed "indegne"; perché sarebbe un atto di "decenza"
coprire il sesso e lasciare scoperte ad esempio le gambe o le braccia? Non sono
anche quelle parti del corpo "private"? Mica mettiamo le gambe e le braccia a
disposizione di tutti, anche quando non sono coperte! L.: Non è la
stessa cosa! Alcune parti del corpo esercitano un inequivocabile richiamo sessuale,
soprattutto da parte della donna nei confronti dell'uomo. A.: E tu
pensi che questo sia confinato agli organi genitali? Non è affatto vero; se ti
preoccupa tanto il fatto di esercitare potenzialmente un'attrazione nei confronti
degli uomini, sappi che tutto il corpo femminile attrae gli sguardi degli uomini.
Pensa ad esempio al significato fortemente erotico che può avere la bocca; eppure
nessuno si vergogna di mostrare agli altri la bocca. Ma se per assurdo in un paese
vi fosse l'abitudine, nata inizialmente per motivi igienici ma poi diventata mentalità
radicata, di coprirsi la bocca con una mascherina quando si esce di casa, inevitabilmente
il fatto di scoprire la bocca davanti agli estranei avrebbe un significato erotico,
e quindi sarebbe ritenuto un gesto immorale. Esattamente come nella nostra società
il fatto di mostrarsi agli altri completamente nudi. L.: Comunque,
a me darebbe fastidio essere guardata, e non mi dire che questo non succede. Mi
sentirei troppo "indifesa". A.: Tutto dipende da che cosa intendi per
"guardare". Io posso solo riferirti la mia esperienza: non è affatto vero che
una donna in un ambiente nudista sia oggetto di eccessive attenzioni da parte
degli uomini. Molto spesso ti trovi intorno persone alle quali sei in un certo
senso "indifferente". Più esattamente, non è che gli altri "non si accorgano"
della tua presenza o facciano finta di non vederti. I naturisti sono abituati
alla visione dei corpi umani, per cui non si fanno problemi. Non ti stanno a fissare
come se non avessero mai visto una donna, non ti guardano con insistenza. Anche
quando un uomo parla con te, non ti senti in imbarazzo. A volte succede che un
uomo ti ammiri, ma è sempre un modo di guardare molto discreto e delicato; insomma,
non ti senti addosso nessuno sguardo che ti "trafigge". Quando è così non è fastidioso,
anzi in un certo senso è anche piacevole. Certo che puoi provare la sensazione
di sentirti "indifesa", ma solo le prime volte; e se veramente ti senti in imbarazzo,
basta che provi a pensare "Certo, ma anche lui che sta qui a chiacchierare con
me è indifeso come me, perciò siamo nella stessa situazione". Credimi, Laura:
i naturisti sono capaci di stare insieme tranquillamente tra uomini e donne, grandi
e bambini, senza nessuna malizia. Quando li vedi giocare insieme, chiacchierare,
buttarsi in acqua o farsi la doccia, ti sembra di vedere dei bambini, che non
si fanno alcun problema riguardo al loro corpo. Ecco: pensa ai bambini, che sono
capaci di stare tranquillamente nudi con gli altri, senza provare vergogna, con
uno sguardo "puro" su se stessi e sugli altri. Poi col tempo, chissà perché, perdiamo
questa purezza e subentra il sentimento della "vergogna". Il risultato è che non
siamo più capaci di stare bene col nostro corpo. Con il nudismo semplicemente
non si perde (oppure si recupera) questo sguardo puro. L.: Ma è proprio
questo il punto che io contesto! Il paragone non regge, perché i bambini ragionano
da bambini, e non c'è nulla di strano che loro ritengano "naturale" stare nudi.
Se è per questo, ci sono un sacco di cose che sono normali per i bambini ma non
lo sono per gli adulti, e viceversa. Non metto in dubbio che i bambini abbiano
uno sguardo "puro" sul corpo umano, e forse è vero che non sono particolarmente
"traumatizzati" dalla vista di persone adulte nude; ma quando si cresce, quando
si arriva alla maturità sessuale, cambia tutto, sia dal punto di vista fisico
che da quello psicologico, per cui lo sguardo sull'altro non può più essere altrettanto
puro. Secondo me il sentimento della vergogna non è una "sovrastruttura" che qualcuno
ci impone, ma emerge in modo naturale ad una certa età. Pensa a quando una bambina
si accorge che sta diventando donna, anzi pensa a te stessa quando hai attraversato
quella fase della tua vita; avresti ritenuto "normale" allora trovarti nuda davanti
a tuoi coetanei maschi? Ma non te li ricordi gli sguardi fastidiosi dei compagni
di classe, o dei ragazzi più grandi? Immagina ad esempio che alla scuola media
i professori di ginnastica avessero deciso un giorno di far usare a tutti lo stesso
spogliatoio, e di farvi fare la doccia tutti insieme, maschi e femmine. Non ti
saresti sentita morire dalla vergogna? Non saresti corsa a casa piangendo? È del
tutto normale che ad una certa età ci si vergogni degli altri! pag
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