Girando nei Borghi Italiani

Da non perdere

DIALOGO SUL NATURISMO
di Gloria V.

pag 1 | pag 2 | pag 3 | pag 4

A.: Naturalmente le cose vanno viste nel giusto contesto. Per fare il mio caso personale, io e mia sorella abbiamo ricevuto un'educazione abbastanza "convenzionale": nella nostra famiglia era impensabile la nudità in comune, né tra di noi né con altri. Già da bambine ci hanno insegnato che non sta bene mostrarsi agli altri, che occorre sempre nascondere il proprio corpo, perfino che non sta bene assumere certe posizioni, sia pure con i vestiti. In una situazione del genere è del tutto normale che quando si arrivi all'adolescenza si ritenga "naturale" avere vergogna per il proprio corpo. Nel mio caso poi aggiungi pure il fatto che mi sono sviluppata abbastanza presto, e che mi sono ritrovata in breve piuttosto "formosetta". Non mi sono mai ritenuta "bellissima", ma inevitabilmente certe caratteristiche del mio fisico non potevano passare inosservate. Perciò quando parli di "sguardi fastidiosi" dei ragazzi so bene a che cosa ti riferisci. Non metto in dubbio che se un insegnante di educazione fisica se ne uscisse con un'idea come quella che hai descritto tu non farebbe una cosa buona; anzi, scoppierebbe uno scandalo colossale: la cosa finirebbe sui giornali, l'insegnante rischierebbe il licenziamento, ed anche il preside se la vedrebbe brutta. Anche in assenza di una molestia sessuale, un fatto del genere verrebbe immediatamente identificato come tale, non solo dall'opinione pubblica ma anche da un giudice. Lo stesso vale in un luogo privato, come una piscina o una palestra: a molti darebbe fastidio il fatto che uomini e donne debbano usare lo stesso spogliatoio e le stesse docce. Il fatto è che, anche quando si è convinti di proporre una cosa buona per le persone, bisogna comunque tenere conto della mentalità comune, che non si può modificare da un momento all'altro. Se per molti la nudità è inaccettabile, bisogna rispettare il loro punto di vista e non imporre niente a nessuno. Ad esempio, io ho provato tante volte a parlare del nudismo a mia sorella, ma lei assolutamente non ne vuol sapere; perciò quando vado a trovarla, e magari andiamo insieme in spiaggia, io so benissimo come la pensa, per cui indosso il costume come gli altri e mi adeguo alle regole del luogo. Anche in casa sua, mi guardo bene dall'andare in giro nuda davanti ai miei nipoti, e quando mi faccio la doccia chiudo la porta a chiave: non perché credo che ci sia qualcosa di male, ma perché mi sembra giusto essere discreta quando sto con altri che non la pensano come me. E poi, non mi passa minimamente in testa di invitare i miei nipoti, né i figli di mie amiche non nudiste, a venire con me in spiagge frequentate da nudisti; sono convinta che ai bambini e ai ragazzi farebbe bene, ma, trattandosi di minorenni, sarebbe molto scorretto invitarli senza il consenso dei genitori. Paradossalmente, in una situazione di nudità in comune, tutto diventa molto più tranquillo e gli "sguardi fastidiosi" scompaiono. In un villaggio naturista è perfettamente normale andare a farsi la doccia e trovare lì altre donne ed altri uomini, ed in questa situazione non c'è nessuno sguardo "malizioso", per cui alle ragazzine non dà nessun fastidio tuffarsi in piscina o fare la doccia in compagnia di altre persone. Pensaci un attimo: da che cosa derivano i tipici sguardi "con gli occhi di fuori" degli adolescenti maschi nei confronti delle ragazze? Proprio dal sistematico divieto di vedere i corpi femminili! Più proibisci una cosa, più ottieni l'effetto di aumentare la curiosità "morbosa". È inevitabile che ci sia una "curiosità sessuale" (con questo termine non intendo dire necessariamente "curiosità nei confronti dell'attività sessuale", ma la naturale curiosità nei confronti del corpo altrui, che i bambini hanno già molto prima dell'adolescenza). Ebbene, soprattutto i maschi, cercando di soddisfare questa curiosità, finiscono col guardare "clandestinamente" riviste pornografiche o comunque erotiche. Ma allora, non è molto più "sano" che la naturale curiosità sia soddisfatta alla luce del sole? Secondo me, i genitori che immergono i figli fin da piccoli nudi in una realtà di persone nude fanno una cosa molto positiva, perché insegnano ai figli che il corpo umano non è scandaloso. Questo ovviamente vale sia per i ragazzi che per le ragazze; infatti c'è anche per le femmine la curiosità sessuale, solo che per noi è più facile essere "condizionate" ad ignorare la cosa (ma è un'ignoranza che poi si paga a caro prezzo). In un ambiente naturista è più facile che i bambini passino all'età adulta in modo tranquillo, senza troppi traumi.
L.: Vuoi dire che nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza ogni vergogna scompare?
A.: Non è sempre così semplice; accade infatti che alcuni bambini abituati dalla più tenera età alla nudità in comune, quando arrivano alla pubertà provino comunque un senso di vergogna, e magari per qualche tempo si rifiutino di stare nudi. È facile intuire che il problema è tutto "nella loro testa", perché per gli altri non è cambiato nulla. Il fatto è che stare nudi implica un'accettazione del proprio corpo; quando il corpo cambia, anche l'immagine che uno ha di sé cambia, e questo è l'ostacolo più grosso. Se accade, spesso è una crisi che dura poco, ma qualche volta il trauma è talmente forte che anche dopo la fase "critica" i ragazzi e le ragazze non accettano più di spogliarsi.
L.: Una bella sconfitta per i genitori!
A.: Non la metterei sul piano della "sconfitta" personale. Più semplicemente, è normale che ciascuno cerchi di coinvolgere i propri figli nelle cose che lo appassionano, ma non è detto che poi i ragazzi continuino a coltivare le stesse passioni da grandi. Ogni naturista propone ai figli questa "filosofia di vita", ma sapendo bene che quando poi i bambini crescono, deve essere una loro scelta personale, e possono anche seguire altre strade. Questo vale in realtà per ogni altra cosa nella vita.
L.: Ma quando stai nuda in spiaggia non ti dà fastidio vedere intorno a te uomini eccitati?
A.: Guarda che questo non succede quasi mai!
L.: (molto stupita) E come è possibile?!
A.: (sorridendo) Ti sembra strano?
L.: Certo! Perché, non è normale che un uomo si ecciti alla vista di donne nude?
A.: Invece tutto è molto tranquillo, proprio per lo sguardo "puro" che dicevo prima.
L.: Detto così, sembra che i nudisti siano come degli angeli "asessuati"...
A.: Non esageriamo. Siamo esseri umani, mica puri spiriti! Il fatto è appunto che in un ambiente nudista non ci sono di regola situazioni erotiche. L'abitudine alla nudità rende possibile anche il fatto che gli uomini si... controllino.
L.: E questo non è per loro una terribile fatica?
A.: Mah... non credo! Non che mi sia mai interessata molto al problema, ma parlandone qualche volta con Fabio ho capito che anche loro non si pongono la questione, o almeno non in modo angoscioso. A me non è mai capitato di chiacchierare con un amico e di notare un'eccitazione, ma penso che anche se succedesse non sarebbe una tragedia. Di sicuro non ho mai visto, neppure da lontano, un uomo andare in giro ostentando uno stato di eccitazione; penso che, se succede, semplicemente aspettano che gli passi.
L.: Insomma, l'assuefazione alla nudità rende gli uomini insensibili?
A.: Di cosa ti preoccupi?
L.: Mi sembra così strano...
A.: Ora non riesco più a capirti. Prima mi dici che ti sentiresti in imbarazzo a vedere un uomo eccitato, poi ti preoccupi che potresti non suscitare alcuna eccitazione. E allora, quale reazione ti aspetti?
L.: Non lo so! Questo discorso mi disorienta un po'... forse è più naturale il modo in cui tutti o quasi siamo abituati. La nudità eccita, e quindi è giusto che sia confinata a persone tra le quali c'è un coinvolgimento sessuale. Con gli altri, fossero pure amici, è meglio evitare, così non c'è problema.
A.: Invece è molto più naturale accettare la nudità propria ed altrui come qualcosa di non scandaloso, e questo sì che elimina tanti problemi.
L.: E se una ha dei difetti, come fa?

pag 1 | pag 2 | pag 3 | pag 4


stampa l'intero racconto
 
indietro  


Home > Anita >
Associazione
Novità
Luoghi
Chi Siamo
La Storia
Galieo Galilei
Links
Contatti
Info
e-mail
A.N.ITA. Associazione Naturista Italiana
Sede: via Coli 2077, 55054 Massarosa LU
casella postale 172, 55043 Lido di Camaiore LU
tel/fax: 0584-952222   ÷  e-mail: assanita@iol.it
In collaborazione con A.N.I.T.A. www.naturismoanita.it
 
www.girando.it
Autore Fabio Montagnani
webmaster@girando.it
Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
Pagine viste

dal 26 ottobre 2000