Un
anno di lavori... e non solo di Marco Guiducci Millenovecentonovantanove,
anno lunghissimo, eppure molto breve; forse semplicemente uguale agli altri.
Millenovecentonovantanove, anno di fine o anno d'inizio? Ma di cosa? Non si saprà
mai; forse semplicemente anno di passaggio. Quando è il momento di fare bilanci
è inevitabile pensare ai buoni propositi, a quel che avremmo voluto fare, a quel
che avremmo voluto essere, e pesarlo poi con quel che invece abbiamo fatto e ciò
che siamo stati. Anno di stasi, anno di attesa; ma veramente quel che può
sembrare un anno condotto a velocità di crociera, può essere definito così? Oppure
ogni giorno che passa è un tassello di un mosaico, un mattone messo sopra all'altro,
e ad un certo punto ti accorgi che da un insieme informe di pezzi ne è venuta
fuori una figura, una casa? Ricordo felicemente le innumerevoli discussioni,
condotte con un bicchiere di rosso in mano, o percorrendo le curve di fondo valle
della Garfagnana, su quei buoni propositi di cui scrivevo prima. Discussioni condotte
un po' alla buona, da persone semplici che chiamano le cose con il loro nome,
ma proprio per questo discussioni chiare negli argomenti e precise nelle intenzioni.
Ed ecco che gli ingranaggi giudicati rugginosi si son messi a girare, e molte
di quelle riflessioni fatte hanno trovato una risposta. Così l'anno passato
è stato denso di fatti e avvenimenti, quasi un apoteosi; evidentemente l'azione
di ungere quegli ingranaggi negli anni addietro ha costruito, giorno per giorno,
qualcosa che si è poi rivelato in breve tempo. Il 1999 è stato un fervere
di lavori, di idee, di realizzazioni. Non voglio star qui a fare l'elenco
di tutti i lavori di ristrutturazione fatti o di tutte le attrezzature di cui
la Sezione si è dotata. Valga per tutti un sincero invito a venire in sede, per
tastare con mano il volto nuovo dei nostri ambienti e, soprattutto, per valorizzare
gli sforzi fatti. Infatti ben poca cosa sarebbe l'aver acquistato, per esempio,
un videoregistratore o alcune decine di libri e videocassette (e ne seguiranno
ancora) senza poi condividere queste risorse con i soci, attraverso serate ed
iniziative collettive. Ma andiamo con ordine: prima di gettarsi in nuove idee
e progetti è giusto, perché non di solo pane si vive, fermarsi un attimo e riconoscere
quel che è stato fatto; poi, rinfrancati e un po' autocompiaciuti, si esamineranno
i progetti futuri. è giusto ringraziare tutti i soci che si sono impegnati a fondo
nel tentativo, ben riuscito, di iniziare e portare a termine i progetti messi
in moto. Così, in questo meccanismo, ogni socio è un ingranaggio grande o piccolo,
a seconda delle possibilità che la vita odierna, tra famiglia, lavoro ed altri
impegni, lascia ad ognuno per dedicarsi alla nostra associazione. Un'iniziativa
in particolare voglio però ricordare, perché credo unica nella storia della Sezione.
Maturata nel corso del 1999, proprio in questi giorni in cui va in stampa il giornalino,
ha preso forma ed è stata definita. Si tratta della ex scuola di Torre: la Sezione
ha avuto l'incarico dall'Amministrazione comunale di gestire ad ostello i locali
della scuola, già attrezzati per questo scopo. L'affidamento è temporaneo perché
attualmente non ricorrono le condizioni, per una serie di ragioni, per la conduzione
permanente. Ma sarà comunque un ulteriore banco di prova per i soci che vorranno
contribuire alla buona riuscita di questa iniziativa; potrà costituire un bagaglio
di esperienza ed una porta aperta per sviluppi futuri della Sezione. Eccoci
pronti, ora, ad esaminare i progetti futuri. In realtà questi progetti non dovrebbero
costituire una meta futura, ma dovrebbero costituire il normale quotidiano, la
ragion d'essere di una sezione del Club Alpino. Tra gli scopi di una sezione del
Club Alpino vi è "il perseguimento di finalità di solidarietà sociale attraverso
la pratica dell'alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio
delle montagne,[...], e della tutela del loro ambiente naturale". Nello statuto
sono anche indicate le azioni che una sezione può intraprendere per raggiungere
gli scopi sociali. Credo che tutte le attività che la nostra Sezione ha portato
avanti, alcune delle quali descritte alla pagina precedente, debbano essere lette
attraverso i vari punti dello statuto. Infatti ogni nostra iniziativa può contribuire
al perseguimento degli scopi; comunque la lettura dei primi articoli dello statuto
(ricordo per inciso che lo statuto sezionale è in corso di revisione e adeguamento
a quello nazionale) è valida guida per le nostre iniziative, che in questo modo
possono essere meglio indirizzate e condivise tra tutti i soci. Una delle
azioni indicate nello statuto, è "la diffusione della frequentazione della
montagna e all'organizzazione di iniziative e attività alpinistiche [...] l'indizione
e programmazione [...] la gestione di corsi di addestramento per le attività alpinistiche
[...]" nonché "la formazione di istruttori di alpinismo ed accompagnatori".
La nostra Sezione ha sempre organizzato corsi di alpinismo ed ora stiamo pensando
di formare le figure mancanti nel nostro organico, penso per esempio agli accompagnatori
di escursionismo, senza però dimenticare di valorizzare e rafforzare ciò che è
già presente: istruttori di alpinismo e di alpinismo giovanile. A conclusione
di queste note sulla Sezione, vorrei sottolinerare un passo importante dello Statuto,
già riportato in precedenza: "il perseguimento di finalità di solidarietà
sociale attraverso la pratica dell'alpinismo in ogni sua manifestazione".
In queste tre righe c'è tutta l'essenza di una Sezione del Club Alpino, ed in
fondo è quello che vorrei, ma, credo, è quello che tutti vorrebbero. La Sezione
intesa quindi come luogo fisico e culturale dove portare le proprie esperienze
alpinistiche in ogni sua manifestazione, condividerle, scambiarle ed accrescendole
con e attraverso gli altri. La Sezione quindi non deve essere solamente una struttura
che organizza corsi di alpinismo o passeggiate in montagna: la Sezione vive anche
dell'alpinismo individuale, cioè condotto al di fuori dei programmi istituzionali,
quando quelle esperienze personali sono portate nella comunità "Sezione",
per la diffusione della frequentazione della montagna. A questo scopo a volte
bastano semplici scambi di opinioni, o il raccontare di una gita fatta, per innescare
negli altri quella molla, che io chiamo curiosità, che serve a innamorarsi di
questa cosa che chiamiamo alpinismo. L'alpinismo è un misto di curiosità e emulazione:
fondamentale la prima per conoscere il mondo e noi stessi, necessaria la seconda
per misurarsi con gli altri e crescere insieme. A questo punto non mi resta
altro che augurarvi buone gite per i nostri monti e... ci vediamo in Sezione.
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