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CAI Club Aplino Italiano Sezione del Valdarno inferiore
Breve cronaca nivologica dell'inverno 1998-99
sull'Appennino tosco-emiliano di Francesco Mantelli
L'inverno 1998-1999, pur
non essendo stato tra i più freddi dell'ultimo decennio, si è manifestato sull'Appennino
tosco-emiliano come uno dei più intensi apportatori di precipitazioni nevose.
Su queste montagne l'inverno è arrivato nel 1998 con un mese d'anticipo: l'anticiclone
russo ha determinato una circolazione di aria artica lungo il suo margine inferiore.
Un'intensa perturbazione proveniente da nord-est ha portato la prima neve a partire
dai 500 m di quota fino dal giorno 20 novembre. |
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Quota 1751, cresta Monte Cornaccio,
versante ovest, valloncello con accumulo di neve di circa 400 cm; deposito che
risale alle intense precipitazioni dei giorni 11, 12 e 13 gennaio 1999 |
Il giorno 21, sull'Appennino
pistoiese, a quota 1500 m, la temperatura registrata alle ore 13,00 era di -9,3
°C; il giorno seguente, sulla cima del m. Gennaio (m 1814) con nevischio e visibilità
non superiore a 10 metri, alle 12,30 il sottoscritto ha misurato -11,0 °C e vento
intorno 90 km/h (l'ascensione è stata possibile solo dal versante sottovento;
difficile sollevarsi in piedi sulla cima). Gli accumuli di neve andavano da 0,6
a 0,1 m in funzione delle deposizioni operate dal vento. Dopo la nevicata
di novembre, le successive precipitazioni nevose intense si registrano intorno
al 21 dicembre 1998 con perturbazioni provenienti da N-E. Sul versante meridionale
dell'Appennino nella zona del m. Rondinaio si incontra neve già a 800 m. A quota
m. 1724, poco a nord del Passo del Giovo (m 1722), lungo la strada, vi sono accumuli
dello spessore di circa 70 cm. |
La successiva intensa nevicata sull'Appennino tosco-emiliano
risale ai giorni 11, 12 e 13 gennaio 1999. Durante un'escursione sulle montagne
pistoiesi, il 16 gennaio 1999 si osserva la neve che inizia da quota 600m. Fortissimo
innevamento in tutta la zona dei monti dell'Uccelliera: in mancanza di racchette
da neve è impossibile andare oltre il rifugio del Montanaro: quasi 60 cm di neve
fresca. Sul versante N-E del crinale, a quota intorno a 1660 m, si riscontrano
accumuli fino a 1, 20 m di spessore. |
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Ai bordi del Lago Santo con depositi di
circa 180 cm di neve, 21 marzo 12999
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L'intensa precipitazione che ha portato molta neve sulle regioni
centro meridionali italiane nei giorni 30 e 31 gennaio con provenienza da est-nord-est
è arrivata solo come vento di tramontana (molto intenso) sull'Alto Appennino tosco-emiliano.
Si presumeva, stando alle immagini del satellite, che almeno sui sistemi montuosi
meridionali della Toscana (Ad es. Pratomagno, m 1593), vi fossero state precipitazioni
nevose, invece la zona è stata interessata soltanto da nubi cariche di umidità
che hanno determinato solo deposizioni di galaverna e nient'altro. Le successive
intense precipitazioni avvengono nei giorni 9 e 10 febbraio 1999 con provenienza
da ovest-nord-ovest; anche sui versanti meridionali la neve inizia da quote basse
(700 m). Il crinale Croce Arcana - M. Spigolino sull'Appennino pistoiese è una
delle poche zone montuose raggiungibili, in quanto in varie aree dell'Appennino
tosco-emiliano sono indicati elevati rischi di valanghe. Sulla vetta del monte
Spigolino (m1827), nonostante il sole e il cielo sereno, alle ore 12,00 con il
vento da N-E alla velocità 68-74 Km/h, la temperatura è di -12,0 °C. La precipitazione
del 24 e 25 febbraio con provenienza da ovest-nord-ovest è di modesta entità,
mentre torna nuovamente a nevicare più intensamente il 6 e 7 marzo con provenienza
da ovest-nord-ovest. Il giorno 8 marzo, in occasione di un campionamento di nevi
(Crinale dell'Uccelliera, Appennino pistoiese), non è possibile fare il prelievo
sulla vetta del Poggio delle Ignude come in programma, né viene raggiunta la cima
del M. Gennaio, per il vento molto forte (temperatura - 3,0 °C; vento 85 km/h).
In quella occasione si osserva un innevamento molto intenso, con depositi di tale
spessore che rendono inagibili i sentieri all'interno del bosco: ci si trova a
camminare alla base della cima degli alberi. è possibile spostarsi soltanto per
sentieri di crinale. Non si registrano nevicate significative nei giorni
successivi di marzo; una modesta nevicata (7-10 cm) si ha il 27 marzo. Nevica
di nuovo il 17 aprile 1999 dalle 12:00 alle 21:00: al P.sso delle Cento Croci
(Appennino Ligure-Parmense), 40 cm di neve fresca. Innevamento in tutta la zona,
da quota 550 m, derivato da una precipitazione con provenienza da N.
Le precipitazioni a carattere nevoso sono cessate a metà aprile, lasciando elevati
spessori di neve fino a metà maggio sul versante emiliano dell'Appennino. Nella
zona del m. Rondinaio, si erano formati dei vuoti nella neve fino a tre metri
di profondità attorno a grandi massi. Inaspettatamente i grandi depositi di neve
sull'Appennino tosco-emiliano si sono sciolti in fretta: a fine giugno rimanevano
sorprendentemente pochi accumuli di neve anche lungo i versanti settentrionali.
Il rapido scioglimento delle nevi ha determinato intensi fenomeni di ruscellamento
con erosione in alcuni casi di sentieri e fenomeni di smottamento lungo alcuni
versanti.
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Crinale dell'Uccelliera, foresta del Teso, Appennino
pistoiese: bufera di vento dell'8 marzo 1999.
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