La casa di Napoleone
Davanti alla piccola Place Lethia, che ospita il
busto del re di Roma bambino, scolpito da E.J. Vezien nel 1936, sorge la casa
natale dell'imperatore. La costruzione, che risale al XVII sec., presenta una
facciata molto sobria e priva di qualsiasi decorazione o segno distintivo, ad
eccezione delle armi di famiglia. La casa entrò a far parte del patrimonio familiare
nel 1682. Carlo Bonaparte vi si installò nel 1743, occupando il pianterreno ed
il primo piano, mentre i suoi cugini Pozzo di Borgo alloggiavano al secondo piano.
All'interno, l'aspetto che essa presenta ai nostri giorni è totalmente diverso
da quello della Casa Buonaparte che conobbe il giovane Nabulio (soprannome di
Napoleone). Nel maggio 1793, minacciati dai partigiani di Paoli, i Bonaparte dovettero
fuggire da Ajaccio. La loro casa fu saccheggiata. Durante l'occupazione inglese
(1794-1796), essa fu requisita in quanto proprietà di emigrati: per un gioco del
destino, vi avrebbe alloggiato Hudson Lowe, il futuro carceriere dell'imperatore
a Sant'Elena. Il pianterreno era stato trasformato in deposito di munizioni.
Ritornata
ad Ajaccio nel 1797, la madre di Napoleone, Letizia, riuscì a risistemare la casa
grazie ad un'indennità versatale dal Direttorio. Ella fece allora costruire la
grande galleria del I° piano e arredò nuovamente la casa. L'attuale mobilio risale
a questo periodo. Al suo ritorno dall'Egitto, il 29 settembre 1799, il generale
Bonaparte fece scalo ad Ajaccio e potè così ammirare la casa di famiglia completamente
trasformata, casa che non avrebbe mai più rivisto.
Nel 1805 l'imperatore donò
questa casa al cugino di sua madre, Andrea Ramolino e nel 1923 fu regalata allo
Stato dal principe Vittorio Napoleone, discendente del re Gerolamo.
La
visita inizia dal 2° piano - Si attraversano quattro sale molto luminose con
soffitti affrescati all'italiana e pavimenti a mattonelle rosse. La prima sala
ricorda le origini della famiglia: tavola genealogica della famiglia Bonaparte
fino al 1959. Da notare un albero genealogico fatto di capelli, ideato da una
fanciulla di Corte al tempo del Secondo Impero e ritratti dei genitori di Napoleone.
Nelle vetrine sono esposti oggetti appartenuti a Napoleone ed ai suoi genitori,
scritti, fotografie di documenti d'archivio, miniature e il facsimile dell'atto
di riconoscimento di nobiltà della famiglia Bonaparte redatto dal Consiglio superiore
della Corsica il 13 settembre 1771.
Nella seconda sala è rievocato il Primo
Impero: vi sono esposti ritratti dei fratelli e delle sorelle di Napoleone. Osservare
i 12 cammei con l'effigie dei membri della famiglia imperiale e gli otto medaglioni
smaltati che circondano Napoleone, ritratto da Girodet nell'abito dell'incoronazione,
cinto da una corona di alloro.
La terza sala si apre sull'alcova dove forse
Bonaparte avrebbe dormito al suo ritorno dall'Egitto. Sopra il camino, ritratto
del fratello maggiore, il re Luigi, e, di fronte, ritratto delle figlie di quest'ultimo,
Zenaide e Carlotta, nel 1805. Osservare il cassettone fiorentino del XVIII sec.
di legno di rosa. L'ultima sala di questo piano è dedicata a Napoleone III, all'imperatrice
Eugenia e al principe imperiale. Vi sono rievocati i due soggiorni in Corsica
(1860 e 1869) di Napoleone III e dell'imperatrice.
1° piano - La sala
da gioco, arredata in stile Luigi XVI e, attigua, la camera da letto di Madame
Letizia, con bel mobilio Luigi XV, sono riccamente tappezzate di tessuto rosso
e ornate da un lampadario in vetro di Murano. Nella "stanza natale" di Napoleone,
una camera piccola e armonizzata sulle tonalità del giallo, si può ammirare un
secrétaire italiano del XVIII sec., intarsiato di pietre dure (lapislazzuli, madreperla...),
ed un presepe d'avorio, che Napoleone aveva portato alla madre dall'Oriente. La
grande galleria, lunga 12 m, presenta un bel parquet in noce, con disposizione
all'ungherese. Tappezzata di verde pallido e sobriamente arredata in stile Direttorio,
essa costituisce, di fatto, un salone che collega alla casa principale i locali
della piccola casa, acquistata nel 1797 per ampliare l'abitazione: una sala per
la musica, in cui spicca una spinetta del periodo del Consolato, e due piccole
stanze. Si racconta che in una di esse, nel 1799, una botola comunicante con il
pianterreno permise al generale Bonaparte di fuggire con Berthier e Murat, per
evitare che "il coraggio lo abbandonasse dinnanzi al buon cuore dei suoi amici",
che doveva lasciare. Ritornando nel corpo principale dell'edificio si incontra
la sala da pranzo, che affaccia sulla Place Letizia.
Pianterreno -
Nelle cantine a forma di volta, imbiancate a calce, sono esposti oggetti di interesse
etnografico. Da notare un torchio ed un mulino ad olio. Nell'ingresso è conservata
la portantina su cui, secondo la tradizione, Letizia sarebbe stata trasportata
in tutta fretta dalla chiesa poco prima di dare alla luce Napoleone.
Proseguire
lungo la rue St-Charles. La strada sbocca nella rue Bonaparte, l'antico "carrugio
dritto" della città genovese in cui risiedevano i mercanti e che divideva la città
in due quartieri distinti: a Nord si stendeva il quartiere povero del Macello,
a Sud quello abitato dalla borghesia. Vale la pena di dare un'occhiata, al n°
15, al Palazzo Pozzo di Borgo al quale i trompe l'oeil in chiaroscuro color ocra
che decorano le finestre conferiscono uno stile italiano. Al pianterreno, un monumentale
portone di marmo bianco, con un frontone stemmato sostenuto da due colonne, dona
all'edificio un aspetto solenne.
Museo napoleonico (Musée Napoléonien)
Nell'atrio, statua di marmo di Gerolamo Bonaparte, opera di Bosio (1812).
Al primo piano:
Salone - Due oggetti ci rimandano l'uno ai primi
istanti di vita e l'altro alla morte dell'imperatore: la fotocopia del suo atto
di battesimo del 21 luglio 1771, redatto in genovese, ed un calco di bronzo della
sua maschera mortuaria, realizzata a Sant'Elena. Alle pareti di questo salone,
in stile impero, sono appesi grandi ritratti della famiglia Bonaparte: Napoleone
nell'abito dell'incoronazione, opera di Gérard, suo padre, ritratto da Girodet,
suo zio materno, il cardinale Fesch, dipinto da Maglioli, ed i fratelli Giuseppe,
re di Napoli e poi di Spagna, ritratto da Gérard, Luigi, re d'Olanda, realizzato
da Hodges, Gerolamo, re di Westfalia, opera di Bezzoli. I ritratti di Napoleone
III e dell'imperatrice Eugenia, opera di Winterhalter, completano questa " galleria
di dipinti ". Tra i diversi busti, osservare quello di Letizia che, giunta all'apice
degli onori, non cessava di ripetere: " Ho sette o otto sovrani che un giorno
si getteranno di nuovo tra le mie braccia ". Il busto del re di Roma bambino,
opera di Bartolini, ornava la camera dell'imperatore durante il suo esilio. Sul
soffitto, il dipinto su tela incollata, incompiuto, realizzato nel 1840 da Domenico
Frassati, mostra l'apoteosi dell'imperatore. Lo splendido lampadario fu donato
nel 1969 dalla Cecoslovacchia in occasione del bicentenario della nascita di Napoleone.
Sala delle medaglie - Ospita una collezione di monete e di medaglie
d'oro, d'argento e di bronzo (218 pezzi), del periodo 1797-1876, lasciate in eredità
alla città di Ajaccio da Giuseppe Napoleone, detto principe Gerolamo, ed una seconda
collezione (Vognsgaard) ricevuta nel 1974. Osservare, sulla sinistra entrando,
una bomboniera incastonata di diamanti con l'effigie del principe Gerolamo. La
vetrina centrale rievoca la vita nell'epoca napoleonica. In fondo alla sala, copia
in oro (1899) della corona d'alloro che celebra il centenario del Consolato e
che veniva indossata sulla parte posteriore del capo, secondo la foggia antica.