I prodotti tipici Corsi
La
Gastronomia
- La cucina dell'isola si divide in due tipologie ben definite:
quella "turistica", che adotta ricette della Provenza, dell'Italia e della Spagna,
e quella tradizionale Corsa, che si basa su prodotti tipici locali con piatti
semplici di origine contadina.
Minestre/Pasta
- A parte le classiche
zuppe di verdure (minestroni) e di pesce, i corsi sono ghiotti di zuppe di fagioli
rossi, di cipolline, di pasta con l'aggiunta di "brocciu" (si tratta di un formaggio
fresco di pecora o di capra fabbricato con siero mescolato a latte riscaldato
e sbattuto). Di chiara influenza italiana è la pastasciutta, mentre lo "stufatu",
pasta cotta a vapore condita con sugo di carne, ed i ravioli o le lasagne al brocciu
(specialità di Bastia) sono piatti tipicamente corsi. La "pulenta" corsa differisce
da quella italiana in quanto il suo ingrediente principale non è la farina di
granturco ma quella di castagne: cucinata normalmente o come focaccia, costituisce
un ottimo accompagnamento ai "figatelli" (fegatelli).
Salumi
-
Sono l'espressione più tipica della gastronomia insulare grazie al gusto prelibato
della carne dei maiali che, allevati in libertà, si nutrono di castagne, ghiande
e di erbe odorose. Questo eccellente sapore naturale è ulteriormente esaltato
grazie ad un processo di affumicazione eseguito sul "fucone" con legno di castagno.
Sono famose due specialità, affumicate e lardellate, il "lonzu"o lonza, di filetto
di maiale, e la "coppa", un salume arrotolato fatto con la lombata del maiale.
Altrettanto gustoso è il "prisuttu ", prosciutto crudo che si accompagna in maniera
deliziosa ai fichi freschi, e gli scuri "figatelli", salsicce affumicate fatte
di frattaglie di maiale (rognoni, cuore, fegato).
Pesci
e frutti di mare
- Molto gustosi sono i pesci di scoglio, necessari per
la preparazione della zuppa di pesce corsa "aziminu ", le fritture, le sardine
alla griglia, le triglie o i branzini cucinati alla brace usando tralci di vite.
Lungo tutta la costa, si pescano prelibate aragoste. In montagna, i buongustai
potranno apprezzare le trote di torrente. Da segnalare, inoltre, le ostriche e
i molluschi degli Stagni di Diana e d'Urbino ove e' possibile acquistarli direttamente
dal produttore.
Carni e selvaggina
- I corsi importano dal continente
una buona parte della carne che consumano, tuttavia, in primavera amano mangiare
cotolette d'agnello e capretti arrostiti con erbe della macchia; la specialità
di Corte è lo stufato di capretto con peperoni: la "piverunata ". Ottima anche
la trippa con cipolle alla moda di Bastia e le salsicce di trippa di Bonifacio,
fatte con le frattaglie di capretto o di agnello. Nella stagione di caccia, si
possono gustare gli arrosti di cinghiale con contorno di purè di castagne, mentre
durante tutto l'anno, tra i piatti preferiti i paté di storni.
Formaggi
- Il più famoso è sicuramente il "brocciu" (brousse in francese) di cui,
a quanto sembra, la madre di Napoleone, Letizia Bonaparte, era molto ghiotta:
come già detto sopra si tratta di un formaggio fresco di pecora o di capra fabbricato
con siero mescolato a latte riscaldato e sbattuto. Con il brocciu si preparano
anche molti piatti locali (frittate, crostate, crepès, frittelle). Da ottobre
a giugno si mangia al naturale o zuccherato, innaffiato con grappa. Se salato,
si conserva tutto l'anno. E' possibile trovare anche formaggi di capra o di pecora
stagionati e molto forti, il più famoso dei quali è il Niolo.
Dolci
-
Il "brocciu" serve anche per preparare le "falculelle ", brioche di Corte, o il
"fiadone", sformato aromatizzato con fiori d'arancio; la farina di castagne, invece,
è l'ingrediente fondamentale delle frittelle e della "torta castagnina", composta
anche da pinoli, uvetta secca, noci, mandorle, il tutto esaltato da un po' di
rum. L'anice, invece, serve per profumare i "canistrelli", dolcetti di mandorle
e nocciole. Da segnalare anche le composte e le gelatine di corbezzole, i cedri
canditi ed un miele che ben si accompagna al brocciu; ottime le marmellate ed
il miele di produzione locale.
I Vini
- I migliori vini rossi,
corposi e ricchi di bouquet, provengono da vitigni di qualità come il nielluccio,
che nel Chianti prende il nome di sangiovese, e lo sciacarello. Per i vini bianchi,
da ricordare la malvasia (vermentino) ed il moscato. Il patrimonio vinicolo della
Corsica comprende vini rossi, bianchi e rosati. I rossi contenenti almeno il 60%
di nielluccio possono ottenere la denominazione di " patrimonio ", un vino generoso
e adatto soprattutto con i salumi e la selvaggina. Nella zona di Capo Corso si
producono eccellenti vini bianchi abboccati (moscato e malvasia), che localmente
vengono denominati " Coteaux du Cap Corse ". I vini rossi delle colline di Ajaccio
contenenti almeno il 40% di sciacarello recano la denominazione " Ajaccio ". Dalla
regione di Sartene provengono vini rossi con denominazione " Sartene ". Nel Sud
dell'isola, si trovano vini rossi, rosati e bianchi con denominazione " Porto
Vecchio " e " Figari - Pianottoli ". Anche nella costa orientale, da Bastia a
Solenzara, dalla Balagna (Calvi), ai dintorni di Ponte Leccia (Golo), si producono
ottimi vini fruttati.