CERTALDO: BOCCACCESCA
CERTALDO
– Quando Giambattista Vico parlava di “corsi e ricorsi storici” non pensava, ovviamente,
al Premio Letterario Boccaccio, ma è sicuro che l’edizione del 2008 della manifestazione
ben si sposa con le teorie del filosofo napoletano. Trascorsi 27 anni dalla vittoria
di Piero Chiara ecco che sul palco di Certaldo Alto si affaccia l’autore che più
di tutti viene indicato come il suo erede, ovvero Andrea Vitali. Originario di
Bellano, piccolo centro affacciato sul lago di Como, Vitali è stato descritto
dal giornalista Bruno Quaranta come “Un grande narratore che, come Piero Chiara
e Mario Soldati, sa raccontare la profondità della superficie” (Tuttolibri). Del
resto, lo stesso Vitali ammette di continuare a “tenere sul comodino e rileggere
‘La stanza del vescovo’, l’opera straordinaria di Piero Chiara”. Come per tutti
gli autori vincitori del Premio Boccaccio, ad Andrea Vitali viene assegnato il
riconoscimento per la sua opera omnia, con particolare riferimento all’ultimo
libro edito da Garzanti: “La modista”.Andrea Vitali non sarà solo sul palco dei
premiati. Accanto a lui uno scrittore – simbolo dell’Israele attuale, colui che
ha narrato le vicende legate al periodo del nazismo ed alla caccia agli ebrei
da un punto di vista particolare: il proprio. Aharon Appelfeld ha infatti vissuto
in prima persona le tragedie dell’epoca nazista, vedendo la sua famiglia andare
in pezzi e dovendosi adattare a vivere con criminali e perfetti sconosciuti fin
dalla prima infanzia. “Come mi ha detto una volta un amico, anch'egli un sopravvissuto
– afferma Appelfeld – chi è stato in campo di concentramento non riesce ad accomodarsi
in poltrona a sorseggiare il tè del pomeriggio come se niente fosse, come se non
fosse stato laggiù”. Ad Appelfeld un premio Boccaccio Internazionale che strizza
l’occhio all’ultima ristampa del suo capolavoro, “Storia di una vita”, edito da
Guanda. Premio Giornalistico “Indro Montanelli” al vice-direttore del quotidiano
Corriere della Sera, il giornalista che più di tutti ha fatto parlare di sé negli
ultimi tempi, e non soltanto per gli affascinanti editoriali scritti per il Corriere:
Magdi Cristiano Allam. E’ ormai storia la sua conversione dall’Islam al Cattolicesimo,
avvenuta la notte della Santa Pasqua di quest’anno per mano di Papa Benedetto
XVI che, nella Basilica di San Pietro, praticamente in mondovisione, gli ha conferito
Battesimo, Cresima e Eucaristia. La premiazione avverrà sabato 13 settembre nel
Palazzo Pretorio di Certaldo Alto; al mattino, dalle 11.00 in poi, i vincitori
saranno a disposizione di pubblico e stampa per intavolare un dibattito sulle
opere vincitrici. Premio Letterario Boccaccio: Ufficio Stampa Dott. Simona Guerrini
380/5042331 simona.guerr@virgilio.it Ho sempre trovato ottimi motivi per restare
nel luogo dove sono nato e cresciutoI libri di Andrea Vitali, per stessa ammissione
dell’autore, trovano origine sempre da un fatto realmente accaduto nella propria
terra CERTALDO – «Ho sempre amato scrivere fin da piccolo. L’idea di un libro
nasce sempre da un aneddoto o da un episodio di cui vengo a conoscenza. Parto
da un fatto reale e poi, nella mente, immagino lo svolgersi della storia e la
creazione dei personaggi, in un percorso di costruzione molto divertente che assorbe
ogni mia attenzione. Per ogni libro che ho scritto, esiste un pezzo di verità».
Questa la Vitali – teoria, un modo di vedere la scrittura che ha dimostrato il
proprio valore tramite i milioni di copie venduti dai suoi libri dal ’90 ad oggi.
Risale infatti al 1990 l’uscita della sua opera prima, anche se il placet del
grande pubblico è arrivato nel 1995 con L’Ombra di Marinetti, vincitore, non a
caso, del “Premio Piero Chiara”, e l’anno seguente con Un amore di Zitella, edito
da Garzanti. Nonostante il successo della sua attività letteraria, Vitali non
ha abbandonato quella che da sempre è la sua vita: lo studio di medico di base
nel paese affacciato sul Lago di Como, Bellano, che lo ha anche visto nascere.
E’ proprio questo suo continuo contatto con la gente comune, con le problematiche
che quotidianamente coinvolgono le famiglie italiane, la piccola dimensione di
paese in cui vive e lavora ad offrirgli lo spunto per caratterizzare così a fondo
la propria opera e renderla così profondamente ‘di Vitali’. «Come medico incontro
tante persone ogni giorno e dal confronto con la gente nascono le idee narrative.
Ho degli amici e pazienti che mi raccontano storie e aneddoti e poi si aspettano
che in otto o dieci mesi arrivino in libreria», spiega. L’ambulatorio del “dottor
Andrea”, come lo chiamano a Bellano, è solitamente più frequentato da signore,
e sono proprio le donne a fare da protagoniste assolute nelle opere di Vitali.
«Sono felice delle cose che vivo e amo raccontare una provincia sulle sponde del
lago fatta di personaggi comuni e nel contempo esemplari. Olive comprese è nato
sulla mia panchina preferita, dove è possibile ascoltare le conversazioni di coloro
che stanno su quella dietro senza essere visti. Quel giorno c’erano tre signore,
appena uscite dal ristorante, che parlavano di cistite», racconta l’autore. Bibliografia:Ø
1990 - Il procuratore, CamuniaØ 1992 - Il meccanico Landru, Camunia Ø 1994 - A
partire dai nomi, Liguori Ø 1995 - L'ombra di Marinetti, Periplo Ø 1996 - Un amore
di zitella, GarzantiØ 1997 - Peste lo colse, Comune di Bellano Ø 2001 - L'aria
del lago, Nino Aragno Editore Ø 2003 - Una finestra vistalago, GarzantiØ 2004
- La signorina Tecla Manzi, GarzantiØ 2005 - La figlia del podestà, GarzantiØ
2006 - Olive comprese, GarzantiØ 2007 - Il segreto di Ortelia, GarzantiØ 2008
- La modista, Garzanti Guardare in faccia le verità della storiaAharon Appelfeld
porta con sé a Certaldo le esperienze vissute durante la Shoa e la permanenza
nei lager. Per non dimenticare. CERTALDO – Aharon Appelfeld è uno scrittore israeliano
decisamente sui generis perché, nonostante rappresenti uno dei più alti esempi
di letteratura ebraica, l’autore è nato in Bucovina, allora in Romania. E’ riuscito
a sopravvivere alla Shoa, pagando un prezzo altissimo perdendo la sua madre e
i suoi nonni, fuggì da un campo di sterminio nazista in Ucraina e si unì all'Armata
Rossa, dove prestò servizio come cuoco. Nel 1946 emigrò in Palestina, allora sotto
mandato britannico. Laureatosi all'università di Gerusalemme in letteratura ha
poi insegnato all'Università Ben Gurion di Negev.Con la sua migrazione in Palestina
Appelfeld non ha lasciato solo l’Europa, che aveva fatto da teatro ai peggiori
tormenti della sua giovane vita, ma anche la lingua madre, per trovarne un'altra
in Israele. Il suo ebraico è cadenzato, paziente come l'indole di questo scrittore
così mite e potente al tempo stesso. Appelfeld racconta che ha incominciato a
scrivere quand'era ancora adolescente e studiava in una scuola agricola, dove
si formavano le nuove generazioni di ebrei pronti a un contatto diretto con la
terra, con il lavoro. La sera, dopo le fatiche quotidiane, Appelfeld cominciò
a trascrivere su un pezzo di cartone i nomi dei suoi cari: per non dimenticarli.Arrivando
al mondo ebraico in età avanzata, e non facendone parte “per nascita”, Appelfeld
è riuscito anche a dare una interpretazione più oggettiva di ciò che stava abbracciando,
individuando, ad esempio, anche alcune problematiche da affrontare. "Chi ha vissuto
l'olocausto finisce per diventare cinico, egocentrico" ha dichiarato e, rendendosi
conto del pericolo che correva, è riuscito, con l’aiuto fondamentale della Torah,
a lottare contro questo pericolo, trovando la propria identità.L’autore potrebbe
essere preso ad esempio come prova del fatto che ogni uomo è necessariamente destinato
a fare ciò per cui nasce: un’infanzia tormentata, crescere da completo autodidatta,
senza l’appoggio essenziale dei genitori, continue fughe da un paese all’altro
per poi arrivare, dopo anni di peripezie, ad essere uno dei principali scrittori
al mondo. Aharon Appelfeld ha saputo dare un senso alla propria esistenza, iniziata
nel peggiore dei modi, senza farsi abbattere dagli eventi e trovando dentro di
sé la forza per andare avanti e realizzare il proprio sogno. Bibliografia in Italiano:Ø
1981 - Badenheim 1939, MondadoriØ 1985 – Il rifugio, MondadoriØ 1994 – Il mio
nome è Katerina, FeltrinelliØ 2001 – Storia di una vita, GiuntinaØ 2002 – Tutto
ciò che ho amato, GiuntinaØ 2004 – Notte dopo notte, GiuntinaØ 2007 – Badenheim
1939, GuandaØ 2008 – Storia di una vita, Guanda Magdi Cristiano Allam ed il rapporto
con la religione“Indubbiamente l’incontro più straordinario e significativo nella
decisione di convertirmi è stato quello con il Papa Benedetto XVI” CERTALDO –
Un personaggio affascinante quello di Magdi Cristiano Allam, che non teme nessun
ostacolo pur di perseguire le proprie vocazioni, facendolo oltretutto nella maniera
più ‘ufficiale’ possibile. E’ ormai nota in tutto il mondo la sua conversione
dall’Islamismo al Cattolicesimo. Della cerimonia solenne celebrata da Papa Bendetto
XVI nella Basilica di San Pietro la notte della Veglia Pasquale hanno parlato
le principali testate giornalistiche internazionali (Sunday Times, El Paìs, New
York Times, tanto per citarne alcuni, oltre all’agenzia di stampa Reuters), e
le immagini trasmesse dalla tv vaticana sono rimbalzate sugli schermi di tutto
il mondo. La spiegazione di tutto questo fermento mediatico è facilmente rintracciabile
nei complessi rapporti che sono venuti a crearsi fra i due mondi, troppo spesso
considerati contrapposti, dell’Islam e del Cattolicesimo, oltre, ovviamente, alla
notorietà della persona oggetto della conversione, definito dall’Associated Press
“il più noto musulmano l’Italia”. “Ho ammirato Papa Benedetto XVI, e l’ho difeso
da musulmano per la sua maestria nel porre il legame indissolubile tra fede e
ragione come fondamento dell’autentica religione e della civiltà umana – afferma
Allam - e a cui aderisco pienamente da cristiano per ispirarmi di nuova luce nel
compimento della missione che Dio mi ha riservato”. Magdi Allam, che per la Chiesa
cattolica ha preso il nome di Cristiano, è nato a Il Cairo il 22 aprile 1952 e,
adesso, è naturalizzato italiano. Quando aveva 4 anni la madre Safeya lavorava
come baby sitter per una ricca famiglia italiana, i Caccia, che pagarono il collegio
delle suore comboniane a Il Cairo. Dal 1962 fino al 1970 rimase in un collegio
salesiano guidato da Don Carlo Moroni. Acquistò così familiarità con la cultura
italiana e occidentale e la religione cattolica ed una volta cresciuto decise
di emigrare in Italia. Allam si è laureato in sociologia all'Università La Sapienza
di Roma e si occupa da sempre di tematiche legate al Vicino Oriente e ai rapporti
tra questo e l'Occidente. La sua conversione al Cattolicesimo, quindi, può tutto
sommato essere considerata come il punto di arrivo di un più lungo ed elaborato
percorso che ha portato un bambino egiziano a diventare un ammirato uomo italiano,
letto e seguito fin dall’inizio della sua carriera. Dopo avere collaborato con
i quotidiani Il Manifesto e La Repubblica, è entrato al Corriere della Sera, per
il quale scrive il primo articolo il 3 settembre 2003 e di cui attualmente è editorialista
e vicedirettore ad personam (cioè senza incarichi di responsabilità sulla linea
politica del giornale). Bibliografia:Ø 2002 – Diario dall’Islam. Cronache di una
nuova guerra, MondadoriØ 2002 – Bin Laden in Italia. Viaggio nell’Islam radicale,
MondadoriØ 2003 – Saddam, storia segreta di un dittatore, MondadoriØ 2004 – Kamikaze
made in Europe, MondadoriØ 2005 – Vincere la paura, MondadoriØ 2006 – Io amo l’Italia.
Ma gli italiani la amano?, MondadoriØ 2007 – Viva Israele, MondadoriØ 2008 – Grazie
Gesù . La mia conversione dall’islam al Cattolicesimo, MondadoriBreve storia del
Premio Letterario Boccaccio Nato nel 1981 in omaggio alla figura del grande novelliere
certaldese, il Premio ebbe il suo fervido ideatore in Paolo Renieri, primo Presidente
di un Comitato ristretto che adesso annovera 9 elementi al suo interno: il Presidente
Mauro Pampaloni, il Segretario Carlo Posarelli, i Consiglieri Mauro Bagni, Fabio
Campatelli, Simona Dei, Giuseppe Frizzi, Remo Parri, Mario Pucci, Alessandro Renieri,
Renio Rosi, Amedeo Sussi.Mano a mano che dell’alto riconoscimento sono stati insigniti
i principali rappresentanti della cultura italiana e internazionale il Premio
ha valicato i confini toscani e ha fatto conoscere il proprio nome sia in tutta
Italia che oltralpe. La Giuria si è onorata dei più significativi nomi della cultura
contemporanea, tra cui Geno Pampaloni, Claudio Marabini, Giancarlo Vigorelli.
Al momento essa è composta da:Dott. Aldo Forbice (giornalista “Radio Due”)Dott.
Cristina Comencini (scrittrice e regista)Prof. Luigi Testaferrata (scrittore)Prof.
Leone Piccioni (critico letterario)Dott. Paolo Ermini (direttore “Corriere fiorentino”)Dott.
Francesco Carrassi (direttore “La Nazione”)e presieduta dal Sen. Sergio Zavoli.Dal
1990 è attivo, parallelamente alla sezione Boccaccio Italia, il riconoscimento
internazionale Boccaccio Europa, che viene assegnato con gli stessi criteri del
corrispettivo italiano spaziando però, per i nomi dei vincitori, in tutto il panorama
europeo. Ad unirsi a queste due sezioni anche la Borsa di studio, che viene elargita
dal Rotary Club Valdelsa e assegnata su segnalazione del Comitato scientifico
dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio. Dalla sua ventesima edizione, infine,
il Premio Letterario di è arricchito di una nuova sezione dedicata al giornalismo:
il Premio giornalistico Indro Montanelli, riservato a rappresentanti della carta
stampata e della tv. Albo d’oro Premio letterario Boccaccio Boccaccio ItaliaPiero
ChiaraGiovanni ArpinoGina LagorioGesualdo BufalinoMario Rigoni SternManlio CancogniMario
TobinoGiovanni SpadoliniGiulio AndreottiEnzo BiagiIndro MontanelliMichele PriscoFulvio
TomizzaAlberto BevilacquaMarta MorazzoniGiorgio MontefoschiSergio ZavoliMario
LuziEnzo BettizzaGiuseppe PontiggiaSusanna TamaroFrancesca MarcianoMargaret MazzantiniClaudio
Magris Cristina ComenciniAndrea Camilleri Boccaccio EuropaGregor von RezzoriFrancois
FejtoPredrag MatvejevicManuel Vazquez MontalbanFleur JaeggyEvgenij Alexandrovich
EvtuscenckoAntonio SkármetaIsmail KadaréLuis SepùlvedaBaltasar PorcelBjörn LarssonNoah
GordonMuriel Spark Dominique LapierreMark HaddonAbraham YehoshuaVikram SethIldefonso
Falcones Premio Giornalistico Indro MontanelliBruno Vespa