Alla ricerca di Bernardino di Mariotto e degli
altri pittori del Rinascimento marchigiano nei borghi medievali che coronano il
territorio di San Severino Nella
splendida cittadina di San Severino Marche (nata in epoca altomedievale su un
precedente insediamento romano), posta nella fertile vallata scavata dal fiume
Potenza e coronata da un "mare" di colline che danno alla campagna un'aria di
morbida dolcezza, è possibile visitare numerosi affreschi votivi all'interno delle
chiese urbane e nel contado attraverso i quali, fuori dal percorso della mostra
a Palazzo Servanzi Confidati, ricostruire il fervido clima culrurale del Rinascimento
marchigiano. Passeggiando per il centro storico, imperdibile è la ricca collezione
della Pinacoteca Civica Tacchi Venturi, che può essere considerata il proseguimento
ideale della mostra. Si incontrano poi importanti testimonianze dell'arte pittorica
di Bernardino di Mariotto e dei pittori a lui coevi all'interno della Chiesa della
Misericordia e nella Chiesa di Sant'Agostino (Cattedrale). Da non perdere anche
la Chiesa di San Lorenzo in Doliolo, di fondazione benedettina, con dipinti del
Pomarancio e, nella mistica cripta, un importante ciclo di affreschi dei Salimbeni. La
mostra si presenta come una suggestiva occasione per lasciarsi sorprendere dalla
bellezza di piccoli tesori nascosti non troppo distanti da San Severino: eremi,
pievi, chiese rurali spesso sconosciute, veri e propri gioielli, che aspettano
di essere scoperti. L'Eremo di Santa Maria delle Macchie è uno di questi, tra
i monumenti più importanti per la storia della pittura locale. All'interno di
una gradevole cornice architettonica troviamo due chiese completamente decorate
con pitture murali. Vi si trovano testi pittorici dalla fine del XIV secolo all'inizio
del XVI, opera della mano di molti dei grandi protagonisti della intensa stagione
artistica locale: il Maestro di Esanatoglia, Bartolomeo di Friginisco, Girolamo
di Giovanni, Venanzio da Camerino e Piergentile da Matelica e, ultimamente riconosciuto,
Lorenzo D'Alessandro. Il Santuario di Santa Maria del Glorioso è un importante
esempio di architettura rinascimentale nelle Marche, attribuito all'architetto
e scultore Rocco Da Vicenza. Un lungo e accurato restauro della chiesa operato
recentemente ha restituito una gran quantità di pitture murali poste sotto scialbo
nei secoli passati, oltre a far rivivere la primigenia purezza dei volumi cinquecenteschi.
Gli importanti documenti pittorici che vi si ritrovano percorrono tutto il Cinquecento
e testimoniano la continuazione della "scuola" settempedana nel periodo successivo
al ritorno a Perugia di Bernardino di Mariotto. Santa Maria di Cisello è una
piccola chiesetta nata attorno a un'antica edicola viaria, alle pendici del San
Vicino. In pochi metri quadri è raccolta una notevole quantità di affreschi votivi.
Sull'altare campeggia una Madonna col Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano di
Bernardino di Mariotto. La Chiesa della Maestà di Parolito conserva al suo
interno un ciclo di affreschi votivi di Lorenzo D'Alessandro, databile agli anni
'80 del Quattrocento, concluso da una figura più tarda in cui si potrebbe riconoscere
Bernardino di Mariotto stesso. Vale
la pena andare a cercare altre testimonianze del "Rinascimento Vulgato" anche
allontandosi un po' da San Severino, in piccoli o più grandi centri storici dove
scoprire opere che dialogano con il territorio che le custodisce come perle in
uno scrigno e con la cultura e la religiosità di cui sono espressione. Lungo le
morbide valli di questa parte delle Marche non è raro imbattersi in qualche cappella
sperduta, magari a un "crocicchio", nel cui interno, all'improvviso, appaiono
i colori sorprendenti di una parete affrescata, a volte difesi da una semplice
grata. Gli antichi borghi sorgono spesso sulla sommità delle colline, al riparo
da solide cinte murate: li caratterizza il colore rossiccio del laterizio, hanno
palazzi nobili con bei portali e chiese di una certa imponenza magari lungo stradine
strette acciottolate o in piazze salotto. Grazie alla posizione panoramica
sul Monte Cingolo, Cingoli viene chiamata "il balcone delle Marche". Nella duecentesca
Chiesa di San Domenico, ristrutturata nel Settecento, si trovano la pregevole
pala di Lorenzo Lotto della Madonna del Rosario e Santi e un Crocifisso ligneo
del Cinquecento. La Colleggiata di Sant'Esuperanzio è nata da una cappella dei
frati camaldolesi di Fonte Avellana che custodiva la tomba del santo vescovo e
protettore della città, ampliata poi fino a prendere le belle forme attuali in
seguito al grande afflusso dei pellegrini. Le pareti sono istoriate con numerosi
affreschi dei secoli XV-XVI e tra i dipinti si fa notare una Flagellazione di
Sebastiano del Piombo. Sorge su tre colli Treia, nota in età medievale col
nome di Montecchio. Cuore della cittadina è la bella Piazza della Repubblica,
delimitata su un lato da una panoramica terrazza, cinta da una bianca balaustra
e affacciata su un pittoresco paesaggio di dolci colline. Sulla piazza si possono
visitare il porticato Palazzo Comunale (o dei Priori), sede del Museo Civico Archeologico,
la settecentesca Chiesa di San Filippo Neri, che custodisce un notevole Crocifisso
ligneo e un bel palazzetto del 1823, di Valadier, sede dell'Accademia Georgica:
nei suoi locali è conservato un importante patrimonio librario, archivistico (oltre
1200 pergamene, di cui alcune del'XI secolo) e artistico (per esempio una Madonna
di Lorenzo d'Alessandro). Uscendo dal paese, il Santuario del SS. Crocifisso prende
il nome da un Crocifisso del Cinquecento conservato all'interno insieme ad alcuni
affreschi. Pollenza
sorge sull'alto di un colle tra le vallate del Potenza e del Chienti ed è un caratteristico
borgo medievale circondato da mura. L'abside della Chiesa dei Santi Francesco
e Antonio da Padova, la cui architettura è stata riscritta più volte nel corso
dei secoli, conserva una Madonna con Sant'Antonio da Padova di Lorenzo d'Alessandro,
del 1496. Da non perdere inoltre l'importante Abbazia di Santa Maria di Rambona.
Particolarmente suggestiva la cripta, suddivisa in cinque navatelle tramite una
selva di colonnine con notevoli capitelli romanici; da segnalare gli affreschi
absidali della scuola di Lorenzo Salimbeni. La visita prosegue a Tolentino,
nota per la Basilica di San Nicola (XIII sec.): il Cupolone, affrescato da Pietro
da Rimini, rappresenta il maggiore esempio di scuola giottesca-riminese. A pochi
chilometri di distanza, nel mezzo della folta Riserva Naturale di Fiastra, sorge
l'antica Abbazia di Chiaravalle, uno dei rarissimi episodi di architettura cistercense
arrivati integri fino a oggi, grazie anche alla continuità della presenza monastica,
tuttora da registrare. San Ginesio, importante città d'arte, offre al visitatore
la splendida Collegiata che reca sulla facciata le tracce del passaggio di maestri
tedeschi e conserva al suo interno un vero e proprio tesoro: la cripta, denominata
Oratorio di San Biagio, è magnificamente affrescata da Lorenzo Salimbeni nel 1406.
Per chi non fosse ancora sazio di opere d'arte, la Pinacoteca e la chiesa romanica
di Santa Maria Assunta offrono un ampio panorama della grande produzione degli
artisti marchigiani del Quattrocento e del Cinquecento. Serrapetrona, oltre
ad essere una tappa obbligata per la degustazione della Vernaccia, famoso vino
spumante rosso, conserva nella chiesa di San Francesco un pregevolissimo polittico
(del 1496) di Lorenzo d'Alessandro nato proprio a San Severino e nella chiesa
di Santa Maria delle Grazie troviamo una splendida nicchia affrescata con la Vergine
con Bambino e i Santi Giovanni e Battista. Gagliole, sede di un castello medievale
in posizione strategica a lungo conteso tra Sanseverinati e Camerinensi, è notevole
per la sua struttura urbanistica che ha mantenuto l'impianto medievale originario.
Incastonati nelle chiese di questo borgo fortificato come gioielli preziosi, si
trovano notevoli esempi di scultura lignea cinquecentesca. Nella campagna sorge
invece la Chiesa di Santa Maria della Pieve, spendido edificio romanico dalla
facciata in pietra tufacea, che del Cinquecento serba una Madonna con Bambino. L'itinerario
si conclude a Matelica. La piazza principale ospita al centro una seicentesca
fontana ottagonale in pietra bianca e sulla piazza spicca l'elegante Loggia degli
Ottoni del 1511, su pilastri ottagonali: l'edificio aveva la funzione di fare
asciugare i tessuti di panno di lana per la cui lavorazione la città è famosa
dal Rinascimento. Di notevole interesse artistico è, inoltre, la raccolta del
Museo Piersanti, che testimonia dell'eclettico gusto del monsignore collezionista
del XVIII secolo da cui la raccolta ha preso il nome: si posso ammirare argenti,
mobili, importanti dipinti, disegni, arazzi, ceramiche. UFFICIO STAMPA:
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