La
Lepre è diffusa in terreni più o meno coltivati e nei boschi:
al crepuscolo e durante la notte possiamo vederla spuntare
tra i cespugli o ai bordi delle strade. In genere quest'animaletto
vive solitario e si nutre di vegetali vari, sulle colline
e nelle campagne del territorio Umbro la lepre è da sempre
presente e, immancabilmente, la ritroviamo nella cultura,
nella cucina e nelle storie di molti paesi di questa regione.
Non a caso, dunque, lo abbiamo scelto a simbolo della Sagra
Gastronomica che si svolge ogni anno a Dunarobba, vicino
Terni, facendo parte delle tradizioni culinarie di tutte
le famiglie del nostro piccolo centro. Con la Sagra della
Lepre si avrà così la possibilità di assaporare antichi
e rari sapori della sana cucina locale, di stampo contadino.
A Dunarobba, infatti, durante tutta la festa verranno proposti
i prodotti tipici del territorio, che potremo gustare nella
Taverna della Lepre, aperta tutte le sere. Il piatto trainante
sarà senz'ombra di dubbio la Lepre alla Cacciatora, tratta
dall'antica ricetta di "Nonna Imola", passando poi alle
classiche Pappardelle alla Lepre o la ricca Polenta al Sugo
di Lepre, inoltre non sottovalutiamo altre due specialità:
gli Gnocchetti alla Lepre ed i Fagioli al Profumo di Lepre;
piatti di certo molto invitanti: quale modo migliore per
scoprire la sincera cordialità che da sempre caratterizza
la gente del nostro paese. La Sagra si svolgerà nell'area
Campo Polivalente presso il paese: i festeggiamenti cominceranno
Lunedì 15, per terminare Domenica 28 Luglio, all'insegna
di giochi popolari, divertimenti tradizionali, e tutte le
sere Musica dal Vivo con Gruppi Musicali per tutte le età
e gusti.
Programma Serate Danzanti
Lunedì 15 Stefano e Marco
Martedì 16 Emanuele Fedeli
Mercoledì 17 Il Duo Proietti
Giovedì 18 Ivano Pescari
Venerdì 19 Federico Bianchetti * Gara di Briscola a Coppie
0re 20,30 (Locali Ex Scuole)
Sabato 20 Melody Group
Domenica 21 Stefano Moretti
Lunedì 22 Marco Leonardi
Martedì 23 Emanuele Fedeli
Mercoledì 24 Stefano e Marco
Giovedì 25 Orchestra Allegria
Venerdì 26 Gianfranco Foscoli
Sabato 27 Fabrizio e i Simpatici Italiani
Domenica 28 Roberto Galletti
La Taverna Resterà aperta per tutto il
periodo della Sagra Tutti gli Spettacoli si terranno presso
l'area Impianti da Tennis
Dunarobba la Storia
Dunarobba è la frazione più vicina ad
Avigliano, da cui dista poco più di due chilometri: su
una collina, il suo centro storico si sviluppa lungo la
principale Via dell'Arco. Dunarobba, il cui nome deriva
probabilmente dal latino Gens Dunnia, fece parte di quel
vasto territorio che Ottone I re d'Italia donò il 13 febbraio
962 ad Arnolfo, capostipite degli Arnolfi, una delle più
importanti famiglie del Medioevo. Fu fortificato dai suoi
discendenti intorno all'anno Mille. Tra il 1282 e il 1284
questa località fu depredata dai Narnesi che effettuavano
improvvise scorrerie, poi sconfitti e dispersi dalla cavalleria
Todina. Come tutti i castelli del tempo, anche Dunarobba
doveva risolvere problemi di difesa: a tal proposito si
legge nelle "riformanze" che nel 1591 il Comune di Todi
dette licenza, tramite i Massari, di costruire una porta
con ponte levatoio. Particolarmente curiosa è una storia
che racconta che nel 1605 a Dunarobba viveva una certa
donna Ursina, figlia di un tal Gregorio, la quale con
parole segrete ed attraverso l'uso di medicinali, sciroppi
e pozioni da lei preparati riusciva a curare mali ritenuti
incurabili dai medici del tempo. Da questa attività Ursina
trasse una certa ricchezza per sé e la sua famiglia, attirandosi
però addosso i sospetti di essere una strega. Presso la
Chiesa della Madonna delle Grazie troviamo un affresco
del XVII secolo, la "Madonna con bambino". Nel territorio
di Dunarobba possiamo inoltre ammirare Santa Vittorina,
una delle diciannove pievanie nelle quali nel Medioevo
si divideva il contado di Todi. Dipendevano dalla pievania
di Santa Vittorina molti castelli, tra cui Avigliano,
Civitella Mollimale, Dunarobba, Sismano, Montecastrilli.
Vi si trovava un interessante altare paleocristiano che,
secondo la leggenda, conteneva i resti della Santa ed
un cippo scolpito sulla fronte, recante il simbolo dell'Agnello
e della Croce con l'iscrizione "Ad onorem beate mortyris",
purtroppo oggi scomparso. All'interno della chiesa c'è
un affresco del XVI secolo raffigurante il Santo Vescovo;
interessanti sono gli elementi lapidei all'interno della
chiesa e sopra la porta principale della facciata. Nei
pressi del borgo esiste una rocca fortificata, ora adibita
a residenza, in origine sede di una guarnigione militare
detta la Fortezza; essa è di base quadrata, esaltata da
quattro torri angolari di forma semicircolare. Possiamo
osservare i due ordini di cornici e beccatelli che la
coronano. Il paesaggio delle campagne circostanti è costituito
da una sequenza di piccole colline, ricche di viti, olivi
e frumento. Agli inizi degli anni Ottanta, da una pala
meccanica della vicina Fornace del paese sono stati scoperti
i cosiddetti tronchi. Si tratta di piante colossali, simili
alle odierne sequoie, sepolte nell'argilla tra i 5 e i
10 metri dal suolo e risalenti a più di due milioni di
anni fa. Il sito è stato chiamato Foresta Fossile di Dunarobba,
nei pressi della quale nel 1999 è stato inaugurato il
Centro di Paleontologia Vegetale. Per giungervi dobbiamo
parcheggiare nei pressi di una grossa fabbrica di laterizi,
proprio accanto alla strada: da un ampio spazio ghiaioso,
una strada sterrata scende verso un laghetto. Si inizia
a camminare sulla strada raggiungendo le rive del lago,
frequentato da numerose specie di uccelli. Si sale poi
per qualche centinaio di metri fino alla sommità di una
collina. Qui si piega a sinistra e si scende nell'ampia
conca: ecco che vedremo apparire i tronchi. Bisogna notare
che i tronchi non sono pietrificati, come spesso si dice,
ma fossilizzati. Si tratta di una realtà splendida e unica
al mondo: i tronchi sono ancora formati dal loro legno
originario che ha permesso, tramite studi sia istologici
che dei pollini, dei frutti e delle impronte delle foglie,
di poter dire con certezza che si tratta di un bosco di
conifere del genere Taxodion, probabilmente una forma
estinta di Sequoia molto simile all'attuale Sequoia sempervirens.
Tutti i tronchi di questa foresta, caso rarissimo, sono
ancora eretti, ovvero hanno mantenuto la loro posizione
di vita: ciò ha reso possibile agli scienziati di studiare
il materiale che si trova alla loro base, oggi a circa
30 metri di profondità. Si è scoperto così che la Foresta
Fossile di Dunarobba è vissuta 3 milioni di anni fa, alla
fine del Cenozoico e precisamente nel Pliocene superiore,
sulla sponda dell'immenso lago che solcava tutta l'Umbria,
a quel tempo caratterizzata da un clima caldo umido, dove
vivevano leoni, scimmie, rinoceronti e mammuth. Il paesaggio
è stranamente "lunare": gli enormi tronchi grigi misurano
oltre un metro e mezzo di diametro, per più di otto metri
di lunghezza. Le maestose piante furono probabilmente
sopraffatte da un avvenimento catastrofico quando avevano
ormai raggiunto un'età da misurarsi in millenni. Le visite
alla foresta sono possibili con partenza dal Centro di
Paleontologia Vegetale della Foresta Fossile di Dunarobba,
sito appunto in località Casacce.
Come si Raggiunge...
Dalla A1 uscire al casello di Orte,
prendere il raccordo in direzione Terni-Perugia, uscire
sulla E45 Perugia - Cesena, fino alla deviazione Avigliano
Umbro - Montecastrilli in direzione Dunarobba - Foresta
Fossile. Stazioni Fs a Terni e Narni.
Per ulteriori Informazioni potrete rivolgervi alla Pro Loco
Dunarobba, Tel. 333.6196187
e-mail
prolocoduna@tiscalinet.it
Vi Aspettiamo…………………………. e che FESTA Sia!