I segreti del Duomo di Firenze
Una
porticina di legno dietro la facciata del Duomo. E una scala
a chiocciola strettissime... Per questa via saliamo fra i misteri
della cattedrale. Prima tappa, lo stanzino che contiene gli
ingranaggi dell'orologio di Paolo Uccello. Si scorge in fondo
il peso che fa muovere le lancette secondo il concetto della
meridiana. Aperta un'altra porta, continuiamo a salire fino
all'ingresso della balaustra che corre tutto intorno alle pareti
interne del Duomo. Percorriamo questo camminamento aereo scoprendo
una nuova dimensione della chiesa. C'è un gran silenzio. In
corrispondenza dei pilastri che si legano alle crociere della
volta, dobbiamo rasentare il parapetto che si sporge sul vuoto.
In basso, il pavimento decorato è lontano, le persone piccolissime.
Da una porticina usciamo sulla balaustra esterna. Un passaggio
stretto che fa angolo. Sotto i nostri piedi, a decine di metri
di distanza, la piazza e il Battistero. Meglio non sporgersi,
il parapetto è basso. Torniamo indietro, rientriamo nel camminamento
aereo e da una nuova porticina imbocchiamo un'altra scala. Eccoci
nella soffitta della navata di sinistra. La buia intelaiatura
di travi è illuminata, a tratti, dalla luce delle feritoie.
Saliamo ancora, e l'emozione è grande quando entriamo nella
soffitta della navata centrale. Siamo proprio sotto il tetto,
in una stiva di nave, come abbiamo già trovato in altre costruzioni.
Ma è una stiva immensa. La percorriamo fra le capriate. Sotto
di noi c'è la volta della chiesa. Un'ultima scala di pietra.
E una grata, che spostiamo. Due scalini. Siamo sul tetto, finalmente.
Da qui si vede tutta la città. Un'angolazione nuova. L'occhio
s'imbatte in Santa Maria Novella. Come doveva essere maestoso
il palco sul quale papa Eugenio IV, i vescovi e i principi arrivarono
dalla chiesa domenicana fino alla cattedrale il giorno della
consacrazione. Era il 25 marzo 1436. Troppa folla nelle strade.
Senza il palco, il Papa non sarebbe mai passato.
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