Festival di Poesia
Ritorna l'appuntamento di inizio estate con la
poesia, con il Festival internazionale
di poesia Voci lontane, voci sorelle, organizzato
, dal 12 al 19 giugno, dall'associazione Laboratorio Nuova
Buonarroti, nell'ambito delle manifestazioni dell'Estate
Fiorentina.
La rassegna giunta quest'anno alla sua quarta edizione,
è articolata in tre grandi recital serali - che si terranno
il 13, il 16 ed il 19 Giugno, alle ore 21, nella sede
prestigiosa della Villa Reale di Castello, messa a disposizione
dall'Accademia della Crusca - e in alcuni eventi collaterali,
con presentazioni di libri e incontri con gli scrittori.
Ad essa prenderanno parte diciassette poeti di dieci diverse
nazioni: oltre a Osundare, il palestinese Mourid Barghouti,
la statunitense di origine greca Olga Broumas, il venezuelano
immigrato in Italia e scrivente in italiano Gregorio Carbonero,
l'afroamericano Cornelius Eady, la slovacca Mila Haugová,
i georgiani David Magradze e Nata Gelashvili, i giapponesi
Kazuko Shiraishi e Tendo Taijin e il francese Jean-Claude
Villani, nonché gli italiani: Antonella Anedda, Eugenio
De Signoribus, Bianca Maria Frabotta, Giovanna Marmo e
il gruppo fiorentino dei Rapsodi.
Come gli anni passati questa settimana della poesia mette
a confronto scrittori appartenenti a realtà culturali
diverse e di valore ampiamente riconosciuto nei rispettivi
ambiti nazionali, offrendo un ampio panorama degli interessi
e delle tendenze della poesia contemporanea. Molti di
questi poeti sono d'altra parte segnati dentro il loro
stesso percorso dalla contaminazione tra differenti eredità
culturali. Mentre è ampiamente presente in essi, in vario
modo, il tema dell'identità e la riflessione sui problemi
della modernità e del suo rapporto con la tradizione.
Così la statunitense di origine greca
Olga Broumas (presente nel volume Nuovi
poeti americani appena uscito per Einaudi,
che verrà presentato nel corso del festival) contamina
l'antica poesia greca con la lingua e le situazioni contemporanee
(l'autrice è attivamente impegnata nel movimento omosessuale)
ma rilegge anche originalmente alcune delle fiabe più
famose della tradizione occidentale. La fisicità dei suoi
testi, intrecciata ad una grande liricità, è arricchita
dalla sua attività di terapista del massaggio, che le
permette di comprendere a fondo il linguaggio del corpo
e di tradurlo per noi. L'amore, fisico e spirituale, diventa
l'alfabeto di questo linguaggio, il filtro per leggere
il mondo.
Presente nell'antologia Einaudi è anche Cornelius
Eady, uno più dotati e sensibili scrittori afro
americani, vincitore di prestigiosi premi. Profondamente
influenzato dalla musica jazz, dallo hip-hop e dal rap
nella scansione ritmica dei suoi versi e legato - nei
temi- alla poesia della Black Aesthetic, il movimento
volto all'affermazione di un'identità culturale nera,
egli offre poesie che "feriscono e guariscono al contempo"
obbligandoci a rivedere la nostra percezione della natura
dell'altro attraverso i danni, reali e culturali, prodotti
dagli stereotipi e dall'ignoranza.
Un'altra presenza particolarmente importante è quella
di Mourid Barghouti, riconosciuto come
uno dei maggiori scrittori palestinesi. La sua narrazione
autobiografica Ho visto Ramallah,
definita da Edward Said "una delle più belle rappresentazioni,
sul piano esistenziale, della perdita di patria palestinese",
ha vinto il prestigioso premio Naguib Mahfouz ed è stata
tradotta in numerose lingue. L'edizione italiana del libro
è appena uscita e verrà presentata nel corso del festival.
Ma Barghouti è soprattutto un grande poeta e in questa
occasione verranno letti i suoi versi presenti nell'Antologia
della poesia palestinese che uscirà prossimamente
presso l'editore Giunti, promossa dall'associazione Laboratorio
Nuova Buonarroti insieme ad altri soggetti, tra cui il
Comune di Firenze e la Fondazione E. Balducci.
Occorre segnalare anche l'importante presenza giapponese
(con due poeti di diversa impostazione: la più tradizionale
Kazuko Shiraishi e l'innovativo
Tendo Taijin, legato ad un lavoro
di ricerca sulle potenzialità della voce) e quella georgiana,
che vede l'affermato poeta (nonché ex ministro della Cultura)
David Magradze e la
cantautrice Nata Gelashvili
Tra gli altri poeti va poi ricordato
Gregorio Carbonero, nato in Venezuela e da alcuni
anni trasferito in Italia. Egli è uno dei più significativi
esponenti della letteratura della migrazione, nata all'inizio
degli anni novanta a opera di quegli scrittori stranieri
che, stabilitisi in Italia, hanno iniziato a scegliere
la nostra come lingua d'espressione letteraria, e che
sta assumendo sempre maggiore importanza nella realtà
culturale del nostro paese, come è già accaduto in altri
di più antica e consolidata immigrazione. Carbonero compare
nel volume Ai confini del verso. Poesia della
migrazione in italiano (le Lettere, 2006),
nel quale Mia Lecomte ha raccolto la produzione poetica
italofona di venti autori provenienti da ogni
parte del mondo e che verrà presentato mercoledì 14 alle
ore 17 alla libreria Melbook-Seeber
Molto importante è infine la presenza italiana. Parteciperanno
al festival tre fra i maggiori esponenti della "generazione
di mezzo": Biancamaria Frabotta, nota
da tempo per l'intreccio tra impegno femminista e ricerca
di una cifra stilistica nuova, intesa a rispecchiare frammentarietà
e tensioni dell'esperienza contemporanea; Antonella
Anedda, -la cui voce essenziale precisa
si è imposta da alcuni anni come un riferimento centrale
della nuova poesia, ed Eugenio De Signoribus,
lo schivo e intenso poeta marchigiano,
vincitore del premio Campana 2005, che riesce a parlarci
come pochi della nostra «dubbia vita» e delle trasformazioni
epocali che investono oggi soggettività e comunità. Mentre
poi sono presenti al festival anche alcuni esponenti delle
generazioni più giovani come la napoletana Giovanna
Marmo e il gruppo poetico-musicale-performativo
fiorentino dei Rapsodi.
Info: Vittorio Biagini , tel. 055486159; 334 319 8636,
http://www.comune.fi.it/
Comune di Firenze, Assessorato alla Cultura. Ufficio stampa
Lorenza Berengo,
tel. 055 261 6799,
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