Se ovunque il nome della Toscana viene associato al suo immenso
e immortale patrimonio artistico, sicuramente anche l'eccellenza
della sua cultura materiale, legata indissolubilmente al territorio,
ne fa una realtà conosciuta in tutto il mondo. E in tal senso
una delle punte di diamante è senz'altro l'olio extravergine
di oliva, parametro universale e indiscutibile di qualità. Dal
punto di vista storico l'olivo era presente come qualità selvatica
già in epoca preistorica, soprattutto in alcune zone del litorale.
Ma comincia a dominare le colline toscane, caratterizzandole
paesaggisticamente, solo verso la fine del Medioevo, grazie
soprattutto all'opera dei Medici che incrementarono fortemente
le coltivazioni di questa pianta e favorirono il recupero di
aree coltivabili laddove precedentemente campeggiavano boschi
e paludi. Oggi l'olivicoltura in Toscana, grazie al processo
continuo di evoluzione e ai progressi della tecnica che hanno
caratterizzato soprattutto l'ultimo secolo, ha assunto un'importanza
economica e sociale di grande rilievo, interessando in misura
più o meno profonda quasi tutte le province, pur avendo queste
territori diversi tra loro per condizioni strutturali, climatiche
e colturali. Firenze può essere considerata la provincia più
importante della Toscana dal punto di vista olivicolo non tanto
per l'estensione della superficie olivetata, per la quale è
seconda ad Arezzo, quanto per la raccolta delle olive e la produzione
di olio dovuta alla maggiore concentrazione di piante sul territorio.
Questo è caratterizzato da oliveti che occupano, oltre alla
collina fiorentina, altre tre grandi aree omogenee: il Montalbano
che si collega a est con il territorio della provincia di Pistoia;
il Chianti a sud del capoluogo, con oliveti alternati a vigneti;
e le pendici del Pratomagno che, sempre a sud, si collega con
la provincia di Arezzo. Ma il panorama olivicolo è in realtà
assai più composito: già a partire dagli immediati sobborghi
cittadini, nella parte orientale, si apre una zona che da un
lato arriva fino a Rufina, a nord, mentre dall'altro risale
lungo il corso dell'Arno fino ai contrafforti di Vallombrosa.
L'olio prodotto in queste aree, pur abbastanza distinte, è fresco
e fruttato con una decisa nota vegetale e netto ricordo di carciofo,
erbe falciate e officinali. Molti sono i centri degni di nota
in quest'area: tra questi Bagno a Ripoli dove l'olivo ha ottima
coltura e varie sono le iniziative legate ad essa. Altri centri
rilevanti sono Pontassieve e la zona di Rufina, dove l'olio
ricavato dalle piante della fascia di più elevata altitudine
si distingue per finezza rispetto a quello degli olivi di fondovalle.
Nel fiorentino ricade anche l'area che da Pelago, a sud di Rufina,
si estende al territorio di Reggello, ai confini con la provincia
aretina. Questa, tra le tante altre zone olivicole della Toscana,
è forse quella con la più singolare omogeneità pedoclimatica,
sia per la natura del terreno sia, ancor più, per la generale
esposizione a sud-ovest. Spostandoci a sud di Firenze, scendiamo
alle colline che anticipano il più mosso ed elevato territorio
del Chianti: l'olio che si produce ha una sua fragranza dai
toni particolarmente vigorosi. I centri notevoli dove il culto
dell'olio corre parallelo a quello del vino sono anche qui numerosi:
Scandicci, Impruneta, San Casciano Val di Pesa, Mercatale, Barberino
Val d'Elsa, per ricordarne solo alcuni. Il territorio del Chianti
Classico si estende a sud-est di questa zona e si divide tra
la provincia di Firenze e quella di Siena: il suo maggior centro
in terra fiorentina è Greve in Chianti. A ovest, nell'empolese,
i centri di maggior interesse sono a Empoli, Montespertoli e
Certaldo. Oltrepassato l'Arno in direzione nord si incontra
poi la zona dei due versanti del Montalbano, con Vinci sull'occidentale
e Carmignano (in territorio pratese) sull'orientale, mentre
tornando a est e completando il giro delle terre fiorentine
in senso orario si giunge alle pendici che sovrastano Prato,
fino a Sesto Fiorentino e Fiesole. La provincia di Firenze è
tutelata da alcune denominazioni: la Igp Toscano, con la menzione
geografica Colline di Firenze e la Dop Chianti Classico. Inoltre
è in attesa di certificazione al MiPaf la Dop Colline di Firenze.
di
Marco Oreggia e Laura Marinelli