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Monteriggioni
Monteriggioni

LA STORIA

Monteriggioni, antico insediamento, prima Etrusco e poi Romano, è nota fin dal XI secolo come tappa della Via Francigena in Toscana, fino a quando: "Nell'anno del Signore 1213, indizione seconda, nel mese di Marzo al tempo del Signore Guelfo di Ermanno di Paganello da Porcari, Podestà di Siena, del Signore Arlotto da Pisa, giudice oculato, e di Ildebrando di Usimbardo, camerario di Siena, questo castello di Monteriggioni fu iniziato nel nome di Dio e quindi racchiuso completamente da mura con spese e lavori sostenuti in proprio dal popolo di Siena".
Durante le guerre contro Firenze, la nemica di sempre, Siena la trasformò nell'imponente Fortezza a protezione del confine nord, togliendola al Vescovo di Volterra e all'Abate di Abbadia ad Isola, e Monteriggioni crebbe fino a superare le 150 famiglie con quasi 600 abitanti (sec. XIV°). Il Castello di Monteriggioni fu edificato a partire dal 1213 sul Monte Ala, intorno ad una fattoria Longobarda preesistente. Venne eretto a spese della Repubblica di Siena, che acquistò il terreno dai nobili di Staggia, allo scopo di sbarrare la strada ai fiorentini nelle lunghe guerre fra le due città.
Le cinta muraria di forma ellittica, ha una lunghezza di 570 metri ed uno spessore di circa 2 metri; le 15 torri (una era interna) avevano la dimensione di 6x4 metri e si elevavano per 15 metri sopra la cinta muraria. Le mura erano fornite sia di merlature quadrate sia di "bertesche", strutture di legno che sporgevano dal filo delle mura nei punti di maggiore impegno difensivo. Il Castello, inoltre, era circondato da un fossato riempito di carbone, che veniva incendiato durante gli assalti degli assedianti.
Al castello si accede da due porte, una a levante, che guarda verso Siena, detta "porta romea o franca"; l'altra a ponente, che guarda verso Firenze: diametralmente opposta alla prima, è detta "porta S. Giovanni o Fiorentina". Mentre gli storici hanno pareri contrastanti sulla presenza del "ponte levatoio"; documentata è invece la presenza delle "saracinesche", che venivano sollevate con catene e sistemi di carrucole. Le due porte presentano ancora oggi i segni dei cardini e delle buche usate per le stanghe di chiusura.
In corrispondenza della porta San Giovanni sono evidenti i resti di un'altra struttura difensiva, il cosiddetto "Rivellino", una struttura addizionale a forma rettangolare anteposta alla porta principale, dotata a sua volta o di un ponte levatoio o di una seconda porta.
I senesi probabilmente vennero nella determinazione di costruire il Castello di Monteriggioni ricordando un fatto d'armi avvenuto nel 1145, quando presso Monte Ala (dove sorgerà il fortilizio ), i Senesi sconfissero i Fiorentini. Per il possesso di Monteriggioni si combatté tra senesi e fiorentini nel 1244 e nel 1254; nel 1269, dopo la battaglia di Colle (immortalata da Dante Alighieri nel XIII canto del Purgatorio) i Senesi, vinti, si rifugiarono a Monteriggioni, invano attaccata dai Fiorentini.
Dopo la peste del 1349 i Senesi tennero a Monteriggioni un capitano con più fanti, allo scopo di ripulire la zona dai malfattori che taglieggiavano la povera gente. Si racconta che gli abitanti, una volta, dopo aver sorpreso in fragranza di reato quattro delinquenti, forzando la mano del capitano che era di guarnigione al castello, fecero giustizia sommaria impiccandoli. Dagli "statuti del Comune et uomini di Monteriggioni" dell'anno 1380, si apprende che gli abitanti, difensori di Monteriggioni, erano considerati "Cittadini di Siena".
Tra il '400 e il '500, per rispondere alle nuove esigenze dell'arte militare che doveva tener conto dell'artiglieria, le mura vennero abbassate. Nel 1526 i Fiorentini assediarono Monteriggioni con 2000 fanti e 500 cavalieri, battendo le mura con l'artiglieria, ma il Castello di Monteriggioni resistete fino a quando i Senesi, nella battaglia di Camollia, sconfissero l'esercito pontificio, alleato dei Fiorentini, che interruppero precipitosamente l'assedio.
Il 27 aprile del 1554 il Castello di Monteriggioni venne ceduto a tradimento, senza combattere, al Marchese di Merigliano che di lì a poco (1555) avrebbe conquistato e soffocato anche la secolare Repubblica di Siena, chiudendo così l'epoca Comunale in Italia. Con questo tradimento il Capitano Zeti, fuoriuscito Fiorentino, cedette la fortezza altrimenti inespugnabile, facendo crollare l'intero sistema difensivo Senese (costituito dai fortilizi di Petraio, Monte Acuto, Quercegrossa, la Chiocciola) determinando la fine della Repubblica di Siena. Gli abitanti di Monteriggioni furono portati schiavi a Firenze e di loro non si seppe più nulla.
Dalla repubblica di Siena il castello passò sotto il principato dei Medici, che lo vendettero alla famiglia del Golia di Siena; successivamente passò ai Batta, poi ai Visconti, quindi ai Fabbroni, ai Daddi e nel 1704 agli Accarigi. L'ultimo degli Accarigi passò il vitalizio alla famiglia Griccioli che ancora ha possedimenti nel Castello e nelle campagne circostanti..


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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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