Una
consolidata tradizione identifica l'antico Bagno Regio con un imponente edificio
prospicente il fiume Cornia, oggi conosciuto con il nome di "Bagnaccio". La struttura,
certamente anteriore al XVIII secolo, presenta un piano terra coperto da pesanti
volte a botte. L'edificio era probabilmente connesso allo sfruttamento delle non
lontane allumiere di Monte Leo, sebbene alcune testimonianze, raccolte tra la
popolazione locale dal naturalista settecentesco Giovanni Targioni Tozzetti, affermassero
l'esistenza di fonti d'acqua termali che scaturivano dal pavimento, sotto le volte
dell'edificio, e quindi lo identificassero con il "Bagno del Re Porsenna".
Il
più interessante centro religioso della valle del Cornia durante l'età longobarda
era rappresentato dalla chiesa di S. Regolo in Gualdo - posta nelle vicinanze
dell'attuale podere San Regolo - le cui più antiche menzioni risalgono agli anni
'40 dell'VIII secolo.
La Madonna del Frassine
Nell'area di Bagno
Regio aveva sede la pieve altomedievale di S. Maria, la cui dedicazione si è conservata
nel santuario della Madonna del Frassine, edificato a poca distanza dal sito originario
dell'antica pieve. L'attuale cappella presenta fasi costruttive di età moderna,
ma è ancora oggetto di un radicato culto popolare, di incerta origine e di dubbia
ortodossia, legato al miracoloso ritrovamento nel bosco di una immagine sacra
della Vergine.
Un villaggio altomedievale presso il bagno termale
Le
sorgenti termali della media val di Cornia erano sfruttate sin dall'Antichità
per le loro proprietà curative e per i preziosi prodotti minerari che vi si potevano
raccogliere con facilità (allume e vetriolo). Anche per tale ragione le terre
dell'area furono comprese nel demanio pubblico forse già in età romano-imperiale
e come tali passarono poi nelle mani dei re Goti e Longobardi. E' certo infatti
che nel 779 presso le sorgenti esisteva un insediamento denominato "Balneum Regis",
abitato da personaggi facoltosi come Lamperto del fu Landiperto, che in quell'anno
compì una ricca donazione a favore della anpotente chiesa di S.Frediano di Lucca.
Le acque termali vennero utilizzate per alimentare un bagno anche in età signorile
(secoli XII-XIII), quando il sito era denominato "Bagno di Gordena" e presso di
esso - come accadeva di frequente in quanto le località termali costituivano dei
naturali punti di incontro per la popolazione dei dintorni - furono stipulati
anche atti formali di rilevanza politica locale.