SECONDO ITINERARIO FRANCESCANO
Dai luoghi dei miracoli di San Francesco a San Bonaventura da Bagnorea
Primo giorno
Nel pomeriggio, partenza per
Alviano e visita al
Castello
con la
Cappella delle Rondini.
Proseguimento per
Lugnano in Teverina, e visita alla
Chiesa
Collegiata.
Ritorno a Orvieto con sosta al
Convento di Sant'Angelo in Pantanelli.
Secondo giorno
In mattinata, visita alla
Chiesa di San Giovenale.
Proseguimento per
Bagnoregio e visita alla
Cattedrale
di San Nicola.
Al termine, visita allo splendido borgo medievale di
Civita,
«la città che muore».
ALVIANO
Di probabile origine romana, la cittadina è dominata dall'imponente
castello che fu edificato da Offredo d'Alviano; all'interno, la
cappella è ornata di affreschi seicenteschi, uno dei quali raffigura
S. Francesco ad Alviano e il miracolo delle rondini, invitate a
tacere perché disturbavano la predica.
LUGNANO IN TEVERINA
Nata probabilmente nel V sec. d.C., diventò intorno al 1000 comune
dipendente direttamente dalla Chiesa. Fuori del centro abitato si
trovano i pregevoli conventi di San Francesco (1229) e dei Cappuccini
(1579). Da segnalare: la Collegiata di Santa Maria Assunta e il
Palazzo Pennone (1500).
CONVENTO DI SANT' ANGELO IN PANTANELLI
Il convento, alla cui fondazione prese parte personalmente S. Francesco,
è costruito sui resti di un antico castrum, donato al Santo nel
1216 dai Signori di Baschi. All'esterno del convento, sono presenti
la grotta con il giaciglio di pietra del Santo, l'elce piantato
dallo stesso Francesco e lo scoglio dal quale egli predicò ai pesci.
Vi soggiornarono anche Jacopone da Todi (che vi compose il noto
Stabat Mater) e Bernardino da Siena.
CHIESA DI SAN GIOVENALE
Nella Chiesa di S. Giovenale, una delle più antiche di Orvieto,
si conserva un affresco rappresentante il lignum vitae, o "albero
bonaventuriano", così detto perché raffigura Cristo al centro di
un albero-croce, i cui rami recano differenti scritte riferentisi
al Salvatore, così come descritto da S. Bonaventura nel Lignum vitae.
BAGNOREGIO
Di probabile origine pre-etrusca, fu teatro delle invasioni barbariche
e venne devastata dai terremoti. La cittadina è patria di S. Bonaventura,
di cui si conservano le ossa del braccio in una teca d'argento custodita
nella cattedrale di S. Nicola. Sul bordo orientale del Belvedere,
è scavata nel masso tufaceo la "grotta di S. Bonaventura", dove,
per intercessione di S. Francesco, il Santo sarebbe stato risanato
da una grave malattia.
CIVITA DI BAGNOREGIO
Sorge al centro di un baratro profondo da quando, nel 1695, un violento
terremoto fece crollare l'istmo di terraferma che la congiungeva
a Bagnoregio; oggi è conosciuta come la "città che muore" a causa
dell'erosione dei banchi di argilla su cui giace. Mirabile la Chiesa
romanica di S. Donato, che custodisce un eccezionale crocifisso
ligneo di scuola fiamminga e quattro colonne di granito grigio d'Egitto
sottratte a costruzioni pagane.