Girando nei Borghi Italiani |
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Sommersi Fabbriche non ha mai costituito un comune autonomo. La maggior parte degli storici locali la ricordano assai vagamente, come uno dei tanti paesi appartenenti al comune di Careggine. nella foto:Panorama di Fabbriche di Careggine prima dell'invaso Le prime notizie storiche sono quasi tutte dell'opera di Raffaello Raffaelli intitolata "Descrizione Geografica Storica Economica della Garfagnana". Fu il Raffaelli a ipotizzare, che Fabbriche fosse fondata nel secolo XIII da alcuni fabbri ferrai bresciani . Il Raffaelli fu il primo a prendere nota dell'impiantamento nel territorio di Fabbriche di una Ferriera (per la precisione nel luogo denominato "Ferriera ", posto circa un chilometro sotto la diga di Vagli). Per costruire e far funzionare la Ferriera erano necessari molti uomini; al fine di agevolare la commercializzazione del prodotto. Il Duca Francesco III di Modena inviò una sua "lettera parente" al governatore estense della Garfagnana, datata 4 febbraio 1758 sulla costruzione della Ferriera. Doveva essere quello, un periodo ricco di avvenimenti, per il piccolo paesello. Era stata da poco ultimata la "via Vandelli": grande asse viaria che collegava la Padania al mar Tirreno. E proprio alle Fabbriche, la Vandelli, su un ponte prima di legno poi in muratura, attraversa l'Edron. Si trattava certo di novità importantissime per il nostro paesello che, nonostante il nome, nei secoli passati (stando almeno a quanto riferito dagli storici locali) non vide mai fiorire l'industria del metallo. Ben presto la Via Vandelli cadde in rovina e la stessa sorte dovette subire la Ferriera. Nel corso del XIX secolo i pochi "fabbrichini" (risultano infatti soltanto 66, secondo il dizionario dei Reppetti nel 1833) dovettero ritornare alle antiche occupazioni: la silvicoltura, la pastorizia, un pò d'agricoltura. Agli inizi del '900, sembrò ancora una volta che per Fabbriche di Careggine si aprissero nuove speranze. Nel primo decennio infatti aveva inizio l'escavazione del marmo nella zona di Vagli e in altri paesi dell'alta Garfagnana. Anche Fabbriche fu direttamente interessata dall' industria del marmo. Molti dei suoi abitanti furono impiegati come cavatori. Infatti, tra il 1906-1907 fu costruita, nelle immediate vicinanze del paesino, una piccola centrale idroelettrica che serviva i bacini marmiferi di Arnetola (Vagli) e Acquabianca (Gorfigliano). Poi per la piccola borgata fu decretata la fine. Nel 1941 la società idroelettrica Selt-Valdarno, comincia la costruzione della poderosa diga di Vagli, alta ben 92 metri, destinata a contenere fino a 36.000.000 di mq d'acqua. Nel 1946 fu ultimata una prima struttura di base e nell'anno successivo i Fabbrichini furono costretti ad abbandonare il loro paese, anche con l'intervento della forza pubblica. Il paese venne subito ricoperto dalle acque del nascente lago artificiale. Nel 1954, una volta portata a termine la costruzione furono sommerse altre piccole borgate come Piari, Banchiera e Pantano. nella foto:La poderosa diga di Vagli alta ben 92 metri La popolazione complessiva di fabbriche, al momento della sommersione ammontava a 146 abitanti; le case erano 32. Naturalmente Fabbriche di Careggine aveva la sua chiesa, anticamente alla dipendenza della Pieve di Careggine, (diocesi di Lucca) poi della chiesa madre di Vagli (diocesi di Massa). Dedicata a San Teodoro, si sa pochissimo di essa. Dicono esser stata costruita nel 1590. San Teodoro non compare negli elenchi delle chiese garfagnine visitate dai Vescovi nel XVI sec., viene ricordata per la prima volta come "chiesa curata", nella "descrizione istorica della Provincia di Garfagnana" di Sigsmondo Bertacchi, nel 1629. Se qualche dubbio può ancora restare all'origine di San Teodoro, nessun dubbio purtroppo possiamo avere sulla sua fine. In data 6 agosto 1948 da Massa, S.E. Carlo Boiardi, Vescovo della diocesi Apuana: "Visto che il paese di Fabbriche di Careggine e la sua chiesa... sono stati completamente sommersi dalle acque .. Constatato che la maggior parte della popolazione ha emigrato in vari luoghi" DECRETA la fine dell'esistenza per la Cura Autonoma di S.Teodoro di Careggine. Il territorio non sommerso dell' ex beneficio, l'indennizzo ottenuto per gli edifici religiosi sommersi, gli ori e i preziosi, le campane, l'altare e i banchi, le Sacre suppellettili della ex Chiesa; tutto viene accuratamente inventariato nel documento vescovile e tutto viene destinato ad altre chiese o ad altri fini. nella foto:La chiesa ed il campanile di Fabbriche appena riemersi
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