Comune in provincia di Arezzo al quale conduce dal
bivio di Campaldino la statale 310, è situato sulla sinistra dell'Arno, in una
piccola pianura dominata dagli imponenti resti del Castello di Romena, appartenuto
ai conti Guidi.
Importante per le vicende del borgo fu la presenza di insediamenti
monastici, tuttora presenti. Il più antico era la Badia benedettina di Poppiena,
citata già nel 1099 per la donazione effettuata al priore di Camaldoli dai conti
Alberto e Ugo di Romena. Al principio dell'abitato ne rimane la chiesa di S. Maria
a Poppiena, che conserva resti riferibili al XII secolo. L'interno, sul rinascimentale
altare destro, conserva una tavola di Giovanni del Ponte (Annunciazione), mentre
l'altare sinistro un affresco probabilmente del XIII secolo (Madonna con Bambino
e Santi).
Centro del paese è la "Piazza Nuova", oggi Piazza Paolo Uccello (nato
a Pratovecchio nel 1397, morto a Firenze nel 1475): ampia e porticata come la
principale Via Garibaldi che conduce in "Piazza Vecchia" (oggi Piazza Landino),
anche questa porticata nella tipologia tipica casentinese, ove sorge la Parrocchiale,
ornata da dipinti seicenteschi.
A destra della parrocchiale sorge il convento
(di clausura) delle Monache camaldolesi, fondato nel 1433 dai conti Guidi (accessibile
solo la chiesa).
Adiacente a Piazza Landino, in una piazzetta pavimentata in
cotto, troviamo l'altro monastero (di clausura) delle Monache domenicane di S.
Maria della Neve, fondato nel 1568. Si può visitare l'annessa chiesa di Tutti
i Santi, decorata con affreschi del '700.
A
circa 3 Km dall'abitato di Pratovecchio, in direzione Firenze, isolata in una
bellissima campagna, si trova la Pieve di S.
Pietro a Romena m 476 s.l.m., uno tra i più interessanti edifici romanici
del Casentino. Edificata nel X secolo sui resti (visibili sotto il presbiterio)
di una chiesa più antica (VIII - IX secolo), fu ristrutturata nel 1152 dal pievano
Alberigo, come si legge su un capitello.
La struttura della pieve, mutilata
da una frana nel 1678 e dal terremoto del 1729, ha una facciata rustica, in pietre
conce; all'interno presenta una stupenda abside semicircolare dotata di due ordini
di arcate e aperta, in alto, da due bifore e una trifora.
Dalla Pieve una
strada sale direttamente al "Castello di Romena" m. 610 s.l.m. posto sulla sommità
di un panoramico colle che domina la valle dell'Arno, già abitato in epoca etrusca
e romana.
Il castello, eretto intorno al 1000, fu prima feudo dei conti Alberti
di Spoleto, poi passò ai conti Guidi. Nel canto XXX dell'inferno l'Alighieri ricordò
la sventurata impresa di Mastro Adamo che nel 1280 per istigazione di Alessandro,
Guido e Aghinolfo Guidi, falsificò il Fiorino d'oro di Firenze e fu condannato
ad essere arso vivo. Dante pose Mastro Adamo all'inferno a scontare la pena di
una sete perenne tanto che il falsario rimpiangeva i "ruscelletti" del Casentino
e la Fonte Branda che allora sgorgava a metà strada fra il castello e la pieve.
La fortezza era composta da tre torri principali e da undici "torrini" che rinforzavano
la cinta muraria esterna che era dotata di tre porte e misurava ben 500 metri.
Nel 1358 passò ai Fiorentini, venduta per 9700 Fiorini d'oro. Nel 1902 fu ospite
nel castello Gabriele D'Annunzio che vi compose sedici canti dell'"Alcyone" e
ne ricordò le "belle e piene ore di poesia". Il castello, avendo subìto gravi
danni durante la guerra nel 1944 ed è stato restaurato.
Pratovecchio è un
punto ideale per escursioni nel gruppo del Monte Falterona, alle foreste casentinesi,
ed a Camaldoli. Merita un'escursione anche Casalino con la chiesa di San Romolo
a Valiana dove si conserva una singolare e suggestiva opera di scuola fiorentina
del XIV secolo, con fondo in oro, con episodi e personaggi della Passione e San
Romolo, vescovo di Fiesole.
Da Pratovecchio anche l'Arno diventa un suggestivo
itinerario per escursioni in canoa fino a Subbiano: per informazioni rivolgersi
alla Società Canottieri Comunali di Firenze o ad altre associazioni canoistiche.