Le
due ultime grotte, riportate alla luce nel 2002, presentano una infinita serie
di riutilizzazioni e trasformazioni che rendono difficilissimo interpretarne sia
l'uso originario che le successive modifiche. Diversi archeologi hanno suggerito
le ipotesi di un allevamento di animali, di una necropoli, di una enorme cisterna
mai ultimata, di un insediamento abitativo, di una follonica, di una conceria
e perfino di un impianto termale. Fortunatamente, però, la presenza di due nicchie
con una vaschetta laterale avvalorano la tesi della necropoli rupestre; strutture
praticamente identiche si trovano infatti nelle tombe più antiche di Norchia,
nel Lazio, che presentano anche altre analogie con queste grotte, come i solchi
orizzontali lungo le pareti e una moltitudine di fori passanti attraverso il tufo.
L'eccezionalità di una tale scoperta sta nel fatto che fino a qualche anno fa
non erano mai state rinvenute, nel nostro territorio, sepolture risalenti al primo
periodo di permanenza degli Etruschi ad Orvieto.
collocazione:
ottava e nona grotta del percorso
profondità: pianterreno
anno
della scoperta: 2002
prima apertura al pubblico: 2003