Diede
alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia,
perché non c'era posto per loro nelle stanze del caravanserraglio
ipotesi
di traduzione filologica del Vangelo di Luca
XVII ALLESTIMENTO DEL
PRESEPE NEL POZZO Era già successo nel 2003 di riproporre una versione
rinnovata di uno dei temi più amati tra quelli affrontati nei presepi degli anni
passati, e quest'anno si ripete l'esperimento: il tema del presepio 2005-2006
sarà IL CARAVANSERRAGLIO, come per il presepio del Natale '97, ma con una nuova
ambientazione e con personaggi completamente differenti. Solo l'idea ispiratrice
sarà la stessa, e parte dalla constatazione che per la legge di Yaweh una partoriente
è impura e quindi non può alloggiare nelle stanze di un caravanserraglio, ma è
costretta a trovare un riparo nelle stalle, insieme agli altri esclusi. Così il
re del mondo viene alla luce in una mangiatoia, tra gli animali, i cammellieri,
gli storpi, gli accattoni, i non circoncisi e tutti gli altri impuri per la legge
di Israele. E il presepio sarà un viaggio tra le impurità della Palestina di 2000
anni fa, sospesi in quella via di mezzo tra persone e animali, in quella terra
di confine che mette sullo stesso piano cammelli e gente ferita, stranieri e bestie
da soma, asini e donne mestruate.
"Kataluma" è la parola usata da Luca nel
suo Vangelo per indicare l'albergo dove Giuseppe e Maria non trovarono posto,
e il significato originario del termine è "caravanserraglio", concordando perfettamente
sia con la traduzione filologicamente corretta del testo greco che con la reale
situazione palestinese di oltre venti secoli fa, dove non esistevano alberghi
o locande paragonabili a quelle del mondo occidentale.
Una
traduzione letterale del celebre verso del Vangelo di Luca, quindi, suonerebbe
più o meno così: "Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce
e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nel caravanserraglio".
Questi ricoveri, presenti praticamente in ogni villaggio palestinese del tempo
di Cristo, e quindi con ogni probabilità anche nella piccolissima Betlemme, ritenuta
l'ultimo dei borghi della Giudea, era costituito da un ambiente centrale, spesso
scoperto, utilizzato per gli animali, attorno a cui si aprivano delle grosse stanze
o dei porticati in cui trovavano posto i viaggiatori, che si spartivano gli spazi
presenti con divisori posticci fatti di stuoie o coperte.
Naturalmente non
tutti potevano essere accolti nelle stanze riservate alle persone "pure": per
la legge di Yahwè gli addetti agli animali, i non circoncisi, i deformi, i feriti,
e tutte le persone che avessero una qualche "perdita di umori" dal corpo dovevano
alloggiare nella parte destinata agli animali. E così stranieri, storpi, donne
mestruate e cammellieri dovevano dormire tra asini e dromedari, perché così era
scritto nella Legge.
Non poteva quindi esserci posto tra gli altri viaggiatori
per una partoriente, ritenuta impura per la legge di Yahwè: doveva stare tra anche
lei tra gli animali! L'impurità di Maria sarebbe durata fino alla presentazione
al tempio del primogenito, 40 giorni dopo il parto (nel calendario cattolico l'evento
è ricordato con la festa della Candelora, il 2 febbraio); se invece una donna
avesse partorito una femmina l'impurità sarebbe stata di ben 80 giorni.
La
scelta di riproporre per il Presepe nel Pozzo 2005-2006 un tema già trattato in
una edizione precedente deriva non solo dal gradimento del pubblico per l'edizione
'97-'98, ma anche dalla constatazione che la forma della grande grotta in cui
il presepio viene allestito da alcuni anni si presta perfettamente per allestire
la parte centrale di un caravanserraglio, quella destinata agli animali, e dove
si svolge la Natività di questa insolita ricostruzione.
Bellissima è l'interpretazione
della moderna scuola filosofico-teologica ebraica, che vuole il concetto di impurità
legato a quello della divinità: divina è la terra ed impuro tutto ciò che vi striscia,
chi se ne ciba e chi lo tocca, divino è il sangue e impuro è chi ne è sporco o
chi ne perde dal proprio corpo, divina è la creazione e impura la donna partoriente,
crogiolo della azione creatrice del Divino.
È quindi bello vedere che il più
divino dei creati nasca come il più impuro della carovana.