Il
"Rainbow Gathering" ("Raduno dell'Arcobaleno"), campeggio annuale degli hippy,
si tiene in montagna tra Pieve e Riolunato. I "nuovi elfi" sono una comunità internazionale
che si rifa alla controcultura americana degli anni sessanta e predica pace, amore
e vita "illuminata".
Due
anni fa si erano incontrati in Romania, l'estate scorsa in Croazia, ma i connotati
geografici interessano poco i "nuovi elfi", la comunità hippy del Duemila: l'importante
è che ci sia tanto verde e tanta armonia. Se tutti quanti si considerano amici
o fratelli, non importa dover sopportare qualche disagio, come lavarsi nel ruscello
o utilizzare per i propri bisogni corporali delle primitive latrine, senza contare
i 5 km su e giù dal campo per trasportare le provviste. Non ci sono leader, non
c'è neppure una vera organizzazione: le centinaia di persone che sono al campo
vi sono arrivate autonomamente; loro amano dire "per caso", ma in realtà la comunicazione
via Internet è molto attiva e aggiornata. Niente capi e niente regole, dunque,
ma alcune norme, soprattutto in materia d'igiene, relativamente agli animali presenti
e alle cucine, sono ritenute necessarie anche da chi con le norme ha poca familiarità
(ma le regole contestate sono solo quelle del sistema capitalistico, assai poco
amichevolmente chiamato "Babilonia"). La cucina è "vegana": significa che oltre
a non mangiare carne o pesce, sono bandite anche uova, miele, zucchero e latticini;
permessi solo vegetali, prodotti naturali, pasta e focacce cotte nei forni appositamente
costruiti. Per i bambini c'è una cucina a parte, perché i loro orari sono diversi
da quelli degli adulti. Niente droghe, assicurano, e neppure alcolici: forniscono
un tipo d'energia che non viene ritenuta utile dagli elfi.
Nell'Agosto
del 2002 si sono ritrovati un gruppo di circa 5000 persone provenienti da ben
70 paesei differenti. Si sono dati appuntamento nei boschi dell'appennino tosco
emiliano, a 1500 metri di quota, in un suggestivo spazio a fra Riolunato e Pieve,
messo a disposizione del comune. Si sono ritrovati cosi, ragazzi, ragazze, famiglie
con bambini e anche disabili in carrozzina. Sono persone estremamente corrette,
si sono dati regole rigorose e cnvivono in tanti senza il minimo problema e in
grande armonia.
Niente
politica, niente commercializzazione è l'inno del campo, ma i soldi, ahimè, servono
anche qui, se non altro per mangiare. E allora ogni sera, dopo la cena comunitaria,
viene fatto passare il "cappello magico" in cui ognuno, liberamente e secondo
le proprie possibilità, lascia un'offerta per fare la spesa. Niente regole neppure
su come passare il tempo: gli ospiti del campo trascorrono la loro giornata in
libertà, ma c'è la possibilità di partecipare a laboratori manuali guidati tipo
workshop, e quando si presenta un problema, viene discusso e risolto in sedute
comunitarie in cui si ricerca l'unanimità, come nelle antiche democrazie dirette.
Il buon andamento del campo si basa sull'intraprendenza dei singoli e sull'entusiasmo
dei presenti: sono volontari a cucinare per tutti nella grande cucina allestita
all'ingresso del campo, sono ancora volontari a giocare con i bambini o ad incaricarsi
di scendere a fare la spesa. Anche il divertimento e il relax serale sono spontanei:
molti ragazzi si riuniscono intorno al fuoco a cantare e suonare; alcuni s'improvvisano
giocolieri, altri si cimentano in figure ginniche acrobatiche.
Sono
scesi in paese circa duecento fra nuovi elfi e rappresentanti delle altre 'tribù'
del raduno, accolti con crescentine ed altre specialità gastronomiche montanare
(molto apprezzate) preparate dal Comune e da volontari del paese. In una piazza
gremita di spettatori, si sono svolte alcune tipiche rappresentazioni del raduno
come la danza della pace. E' stato costituito un grande cerchio, cui via via si
sono aggiunti residenti e villeggianti, al ritmico canto di brani ispirati alla
natura(«noi siamo il cuore della terra»). Artisti hanno 'dipinto' il volto di
bambini e adulti, coinvolgendo tutti nella manifestazione in prima persona. Lo
spettacolo vero e proprio ha raggiunto i momenti più intensi con l'esibizione
di un gruppo di giovani giunti dal nord-Europa in ardite e spettacolari acrobazie
con bastoni e bracieri infuocati al suono dei tamburi. Poi un canto corale a bocca
chiusa che ha coinvolto tutti e, prima delle stanze finali, i saluti in inglese
e italiano.