La
Grotta del Vento penetra all'interno della montagna per oltre 4 Km ed è suddivisa
in 5 itinerari. La visita è un'esperienza emozionante perché si tratta di una
grotta ancora "viva", anzi, a tal proposito ho il dovere di far presente che durante
la visita è assolutamente vietato toccare con le dita le concrezioni perché ci
lasceremmo il grasso della nostra pelle che le "ucciderebbe" (il grasso farebbe
scivolare l'acqua impedendole di depositare le sostanze in essa disciolte); perché
è uno scenario inconsueto e fantastico, ma soprattutto perché gli accompagnatori
(la visita è guidata da almeno due accompagnatori per gruppo) sono degli appassionati,
amanti della speleologia, che riescono a coinvolgere il visitatore con le loro
dettagliate spiegazioni che vanno dal momento della scoperta della grotta alla
descrizione minuziosa dei vari ambienti e delle molteplici concrezioni.
Nella
Grotta del Vento (per la visita coprirsi adeguatamente perché c'è una temperatura
costante di 13 gradi ed una fortissima umidità) non si trovano ambienti vasti
come in altre grotte: questi sono più a misura d'uomo e taluni sono addirittura
angusti, ma offrono una varietà che difficilmente si riscontra da altre parti.
Si attraversano sifoni, ambienti con concrezioni calcaree che ricordano l'onice
delle finestre delle antiche chiese, si costeggiano ruscelli e piccoli laghetti,
si attraversano gallerie levigate dall'acqua e altre adorne di "spaghetti" che
pendono dal soffitto, si ammirano stalagmiti e stalattiti che stanno crescendo
da millenni poi, penetrando nella parte più interna, si raggiunge un pozzo che
scende in verticale per circa 90 metri, dove il buio è talmente buio, che nemmeno
un gatto riesce ad orientarsi (chi vuole può arrivare fino in fondo al pozzo scendendo
lungo scalette strette e ovviamente ripide, ma non tutti lo fanno).
La visita a questa grotta è un'esperienza unica, alla quale
non si può rinunciare. Al ritorno si può approfittare dell'occasione per gustare
anche la cucina tipica della Garfagnana in due ristoranti nei pressi dell'ingresso
oppure, si può trovare un posto tranquillo nei boschi o lungo il torrente, ricordandosi
di lasciare il posto come lo abbiamo trovato (riportiamo indietro tutto, ma proprio
tutto: piatti, lattine, fazzoletti di carta ecc. ecc.).