LA
FERROVIA PER LA MAREMMA (1859-1994) di Stefano Maggi - Ed. Nuova Immagine
Chi segue l'Angolo del libro si sarà accorto che il libro è solo un filo
conduttore. Sin dall'inizio infatti ho alternato recensioni di testi
a questioni riguardanti l'editoria (soprattutto quella provinciale), una volta
ho parlato di un CD, un'altra di una rivista, evvia evvia. Sono andato per tentativi,
zigzagando fra le cose correlate con la carta stampata. Confesso che mi piacerebbe
conoscere qualche opinione su questo modo di condurre la rubrica..., mi piacerebbe
che qualche lettore e autore si facesse avanti. Invece parlo della cosa con Roberto
Fidanzi (che mi incoraggia sempre e talvolta mi da qualche spunto) il resto continua
a tacere. So che qualche persona ci mette gli occhi sopra, perché poi, trovandomi
in giro: "oh, ti ho letto sulla Sentinella!" una frasetta veloce che va presa
al volo come un cenno di saluto. Questa volta inizierò con il parlare
di un libro (che è arrivato con qualche anno di ritardo rispetto alla sua edizione,
ma nel 1996, quando fu stampato, questa rubrica ancora non c'era). Comunque i
libri che vengono inviati prima o poi sono segnalati in questo spazio.
"La ferrovia per la maremma" di Stefano Maggi - è questo un libro del '96
ed è un bel libro. Va poi detto che lo svincolo ferroviario per "Siena" passa
proprio da Braccagni. Infine ad impreziosire la pubblicazione c'è in
appendice l'edizione del "Viaggio in strada ferrata da Asciano a Grosseto" di
Giovacchino Lisi (un libro stampato nel 1873 che grazie a Maggi rivede la luce).
La prima cosa che mi viene in mente è questa: l'utilità dell'opera appare evidente
per tutti coloro (turisti e studiosi di archeologia industriale) che intendono
usare la linea riattivata da qualche anno, per godere dell'ambiente attraversato
dalla vecchia ferrovia viaggiando a bordo di una locomotiva originale.
"Il treno sbuffando e ansimando si fermò con uno stridore di ferri vecchi. La
macchina smise di ansare e nel silenzio una voce urlò: Montepescali!. Montepescali!..."
è una citazione riportata nel libro che è tratta da un racconto del 1930 di A.
Baiocchi "Generazioni. Romanzo della guerra". Braccagni (stazione di Montepescali)
nasce proprio così unendo con una diagonale di case i due percorsi paralleli:
la ferrovia e l'Aurelia. Il libro che costituisce uno studio storico
articolato per linee tematiche, concentra la propria attenzione su molte cose
del mondo ferroviario collocando le vicende di una linea secondaria, come quella
per Siena, al quadro d'insieme dell'Italia unita. Stefano Maggi ci parla con cognizione
e con ricchezza di particolari della macchina "Treno" sottolineandone l'aspetto
simbolico che esso ebbe nel periodo della rivoluzione industriale. Al contempo
l'autore evidenzia la sua utilità nell'avvicinare la città ai piccoli centri di
campagna. Insomma legare la Maremma grossetana a Siena significò - come scriveva
Bettino Ricasoli - avvicinarsi al Casentino e alla Val di Chiana "donde vengono
il maggior numero delle braccia per il lavoro di queste terre". Anche
se i risultati economici non furono mai confortanti, la linea per Siena consentì
l'attivazione di nuovi punti di ristoro, la crescita di feste paesane (raggiunte
con convogli speciali) l'affermarsi del turismo termale e lo sviluppo commerciale
anche di zone periferiche. Vicino alle stazioni si svilupparono i centri abitati
richiamando nuovi residenti che andavano a lavorare in treno. Il libro, credetemi,
fa capire molte cose e può essere utile per il viaggiatore che intende tornare
a godersi questi percorsi con qualche informazione in più. UNA
STORIA MAREMMANA di Leonardo Calossi - ed. Alessandro Falciani di Firenze
Il libro di Leonardo Calossi pubblicato dall'editore fiorentino Alessandro
Falciani, mette insieme una bella storia d'amore ottocentesca fra due giovani:
Vincenzo Petrini e Imelda Morandi uniti eppoi divisi da un imprevedibile destino.
Calossi nel suo scritto inserisce una bella filza di informazioni sui lavori,
sulle usanze di un tempo, sul modo di vivere, sui rapporti sociali ed umani...
Storie di badilanti, di carbonai, di operai stagionali, di gente povera ma nobile
d'animo. Ed anche il racconto scabroso e toccante, d'un rapporto incestuoso
viene affrontato con grande eleganza: "In ambienti siffatti, cioè nel capanno,
dove uomini e donne si dividevano uno spazio tanto ristretto, purtroppo non erano
infrequenti i casi di rapporti incestuosi". La storia di Vincenzo e
Imelda abbraccia la Maremma negli anni delle bonifiche volute dal Granduca Pietro
Leopoldo. Bonifiche per la regimazione del fiume Bruna. Ecco, il libro
parla proprio dello specchio di pianura vicino a Braccagni, parla di Buriano!
La maremma "amara" cantata nel noto rispetto d'amore, viene raccontata dall'autore
attraverso i luoghi toccati dai personaggi del suo romanzo che partono da Monticiano
per raggiungere Buriano. Sono gli stessi percorsi tracciati dai pastori transumanti,
dai carbonai, dai frequentatori della via Maremmana. È la "carrabile" che attraversa
Roccastrada e che nelle giornate limpide si apre agli spazi panoramici che fanno
vedere lo scorcio di mare punteggiato dai riflessi argentati del sole.
Con lo sfondo della maremma ottocentesca, l'autore dedica i suoi capitoli
ora alla cronaca verosimile di una visita fatta da "Canapone" alle bonifiche dell'area
di Castiglione, ora ad una gita a Castel di Pietra dove riaffiora, dai discorsi
dei personaggi, la storia della Pia, poi ripresa nel libro per bocca di un cantastorie.
Anche la nascita del figlio di Imelda e Vincenzo nella casa di Buriano, ci riporta
le atmosfere vere legate al parto fatto in casa, e così il drammatico episodio
del litigio fra due operai con l'epilogo dell'uccisione dell'uno e l'arresto dell'altro
sono tutte parti del libro che rendono bene le condizioni di vita di quei tempi.
La malaria è lo spettro, "il male senza volto" con cui si doveva convivere. È
l'emblema della maremma che percorre l'intera storia. Ma anche altri rischi sono
in continuo agguato e il racconto contempla molte situazioni dove dolore e morte,
amore e felicità si inseguono. L'opera, nonostante la sua ambientazione
storica in un periodo particolarmente drammatico, si apre alla speranza risolvendosi
in un lieto fine. Ma... chi vuole sapere come la storia si conclude deve mettere
gli occhi su questo bel libro. Non conosco personalmente Leonardo Colossi
di Monticiano, tuttavia leggendo "una storia maremmana" non posso che apprezzare
il suo scrivere ricco di paragoni, di immagini, di puntuali riferimenti storici
e sono convinto che meriti molto di più di questo spazio di recensione.
Merita quantomeno di essere letto e tenuto fra le cose care della libreria.
"STOFFA FORTE MAREMMANA - scritti sull'ottava rima" di Antonello
Ricci - Vecchiarelli Editore Che dire del nuovo lavoro di Antonello
Ricci che riunisce i propri interventi sull'ottava rima? Ormai Antonello è divenuto
una presenza fissa (un assillo) per la Sentinella. Non passa numero che in un
modo o nell'altro non venga citato... (mi si passi la battuta), ma dato il mio
interesse per la materia e l'amicizia che ci lega, non posso non parlarne.
Il libro, fra le altre cose, fa emergere il rapporto umano e di intesa dell'autore
con i poeti, cosa che nella "ricerca scientifica" non sempre viene messo in evidenza
dai ricercatori che lavorano sull'oralità: "com-prendere il mondo che l'ottava
apre implica in primo luogo la rinuncia a pretendere di spiegarla in toto... La
necessità è di lasciarla libera di venirci incontro ed ascoltarla umilmente in
ciò che ha da dirci dalla sua regione, dalla piazza ampia del suo Senso."
Antonello ancora una volta ci offre una lezione di stile con il suo narrare insolito
e proprio nel capitolo dove parla dell'Ultimo poeta - saggio in forma di racconto
- procede, parlando al lettore di quello che incontra nel percorso della sua ricerca
dando un esempio significativo sull'uso spesso improprio che viene fatto dei materiali
del mondo tradizionale. Ascolta e trascrive dal suo registratore:
Avanti, stop, avanti saltando..., stop, indietro veloce...ancora avanti. Fine
bobina. Tutte azioni della sbobinatura che intercalano il dialogo fra
chi intervista e l'intervistato. "Bbernescante è qquello che nun ha studiato,
nun ha letto nemmeno 'n po' de libbre, che canta così, d'istinto, in modo semplice,
seguenno soltanto la natura...". Sottili distinzioni, armonie. Ogni
capitolo porta il segno dell'indagine realmente compiuta sul campo. E vengono
fuori considerazioni e affermazioni sugli antropologi e letterati che si trovano
oggi apparentati dall'imbarazzo di riconoscere una possibile bellezza agli oggetti
analizzati dell'improvvisazione poetica. Si stenta a riconoscere una qualche creatività
nella poesia estemporanea. Eppure ogni poesia improvvisata ci fa percepire il
percorso formativo del poeta-attore che la improvvisa, le sue conquiste culturali
che gli consentono di cantare-parlare... di esprimersi attraverso una straordinaria
conquista della parola. Messi tutti insieme i saggi sull'ottava
e i brani in appendice formano un volume consistente che vale la pena di leggere
e di proporre come lettura agli appassionati della materia. Nel libro, come
dice Kezich introducendolo, emerge in un crescendo sempre più invasivo "l'oggetto
della ricerca, con la sua lingua, le sue metafore, i suoi significati più reconditi..."
e sono i toni delle testimonianze che disegnano gli affetti profondi e l'interesse
autentico dell'autore, insieme alla sua particolare capacità di resa letteraria
sulla complessità dell'argomento. Leggetelo. La prossima volta vi ci
interrogo. LA PREISTORIA DEL TERRITORIO MASSETANO a
cura di Massimo Sozzi - ed. Centro Studi Storici "Agapito Gabrielli"
Qualche tempo fa parlai in questa rubrica dell'attività editoriale del Centro
Studi "A Gabrielli" di Massa Marittima. Ecco, fresco di stampa un nuovo libro
curato dal geologo Massimo Sozzi che, come afferma il Presidente Moeris Fiori,
è anche la prima pubblicazione che l'Associazione realizza in questo 3° millennio.
"Era davvero arrivato il momento che qualcuno pensasse anche alla preistoria,
che poi non è altro che la prima pagina della storia..." è Roberta Pieraccioli
a salutare con queste parole il libro. Un libro di grande impegno scientifico
che per la prima volta mette insieme i dati relativi alle emergenze preistoriche
del territorio massetano offrendo uno strumento di conoscenza utile sia per i
cittadini di Massa che per gli appassionati di preistoria. Il volume,
scrive nella prefazione Massimo Sozzi "...si divide in due parti. La prima parte
comprende alcuni contributi riguardanti l'ambiente, ovvero la geologia, la paleobotanica
e la paleontologia animale, quest'ultime prevalentemente riferite al Quaternario;
la seconda invece tenta di ripercorrere la storia del genere umano attraverso
le sue manifestazioni culturali, dal Paleolitico inferiore fino alla Protostoria."
I contributi, di nove autori, oltre a mettere in risalto la consistente ricchezza
delle testimonianze di archeologia preistorica nel territorio massetano, consentono
di sottoporre al grande pubblico le pubblicazioni che fin'ora erano riservate
agli specialisti del settore. Nel libro sarà possibile conoscere dell'Oreopiteco
di Montebamboli ritrovato nel 1870 nella miniera omonima: una delle prime testimonianze
degli ominidi dall'andatura bipede che è alla base dell'evoluzione umana. Sempre
nel territorio massetano alcune centinaia di migliaia di anni fa vivevano gli
antichi ippopotami (resti di Hippopotamus majior sono stati rinvenuti nel bacino
lacustre di Poggio ai Venti) così come nella zona dell'Accesa l'uomo di Neandertal
ha lasciato proprie tracce nei disegni preistorici rappresentati dalle incisioni
su osso e la famosa stele in pietra arenaria (età del bronzo) della zona di Vado
all'Arancio che fa bella mostra sulla copertina del libro
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