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MAGLIANO IN TOSCANA

Magliano in Toscana è terra di Maremma: con i suoi poggi ridenti che digradano lievi verso le piane assolate dell'Uccellina e dell'Albegna, e la sua spaziosa vista del mare e dell'Argentario oltre la fitta cortina di pini che da bocca d'Osa corre fino alle Case Rosse Saline, là dove il tombolo dì Giannella comincia a flettersi ad arco di luna per concludere a Santa Liberata la sua curva di sabbia. Suggestivo anche il paese, piccolo, ma ricco di vita, cinto fra il verde argentato dei vecchi olivi e le cinquecentesche mura senesi dal caldo colore dei mattoni. Tutto il contrario insomma dell'ironico, perverso detto di un tempo allorché, per banali motivi di rivalità, si soleva affermare: "Magliano dalle belle mura, di fuori è brutto e dentro fa paura".

CHIESA DELLA SS. ANNUNZIATA

La Chiesa della SS Annunziata in origine era più piccola: nel 1400 fu aumentata di una campata nella parte anteriore, ingrandita in quella superiore con l'aggiunta dell'abside, e dotata di un piccolo campanile a vela. L'esterno è decorato da un bel portale sormontato da un architrave di travertino. Sopra il portone d'ingresso: una finestrella rotonda a completamento della facciata che termina con una copertura a capanna, che denuncia il carattere lineare e semplice dello stile romanico. Graziosa anche l'entrata laterale della Chiesa, sul lato destro, con un piccolo porticato. All'interno troviamo la cosa più pregevole di Magliano; si tratta di una tavola posta sull'altar maggiore: "La Madonna che allatta il Bambino", una delle opere più belle di Bartolomeo di Lando, detto il Neroccio (1447/1500). Sopra l'altare vi sono due tele che raffigurano il mistero dell'Annunciazione: nella prima l'Arcangelo Gabriele con in alto la colomba simbolo dello Spirito Santo, nell'altra la Madonna in atteggiamento d'accoglienza. Il tabernacolo a base esagonale è a forma di tempietto classico (sec. XVI). Nella Chiesa, inoltre, vi sono molti affreschi che fanno riferimento alla Scuola Senese. CHIESA DI S. MARTINO La Chiesa di S. Martino, di forme romaniche, è stata eretta a partire dall'anno 1000. La facciata è dotata di un portale decorato negli stipiti da due draghi, uno dei quali cavalcato da una figura umana, e in alto di una bifora con una colonna senza capitello. L'interno, a croce latina, è formato da due parti: la Navata, di pianta rettangolare, ed il transetto di epoca più recente (1400). L'abside rettangolare è di stile gotico. Sulle pareti della Chiesa si possono ammirare numerosi affreschi di scuola senese (1400/1500). Particolare è il fianco esterno destro, tutto in conci di pietra, dove spicca una scalinata ed un portale composto da due archi sovrapposti. Nella lunetta del portale sono appena visibili i resti di un affresco trecentesco, raffigurante la Madonna con il Bambino ed i Santi Pietro e Paolo. Al Centro del transetto una finestra lunga e stretta, in alto un campanile a vela.

CHIESA DI S.GIOVANNI BATTISTA (Parrocchiale)

La chiesa di S. Giovanni Battista, romanica con qualche elemento gotico, ha un'elegante facciata rinascimentale. L'interno in stile Romanico, rimaneggiato prima con forme gotiche poi barocche, è una singola navata, con quattro archi a tutto sesto che sostengono il tetto. Entrando, sulla sinistra, interessante è il fonte battesimale in travertino, con il fusto decorato con motivi classici. Tra gli affreschi ne troviamo alcuni di scuola senese databili verso il XIV sec. (S. Rocco, S. Antonio e la SS. Trinità). Sul primo altare (XVII sec.) vi è una pala raffigurante la nascita di Gesù, di ignoto pittore toscano. Il secondo altare laterale, sempre in stile barocco, ha una pala raffigurante S. Carlo Borromeo circondato da angioletti. L'Altare Maggiore, in muratura, rivestito di gesso, porta in alto, le Statue di S. Giovanni Battista e di S. Andrea, ai quali è dedicata la Chiesa, mentre al centro si trova un Tabernacolo a forma di tempietto classico, opera di un artigiano toscano (1808). Sopra la porta della Sagrestia, tre affreschi raffiguranti S. Stefano, S. Sebastiano e S. Francesco che riceve le stigmate (XIV sec.).


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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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