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SCANSANO

"Il paese dell'aria buona": così era chiamato Scansano, cittadina medievale meta di esodo all'epoca della malaria in Maremma. Il periodo è passato alla storia con il nome di "Estatatura", proprio perché si veniva a "passare l'estate", traslocando da Grosseto addirittura gli uffici pubblici.

Scansano, capoluogo del Comune omonimo, sorge in una zona collinare a 29 km dal mare, a 50 dal Monte Amiata ed a 29 da Grosseto. Si dice che il suo nome derivi da quello di Sant'Ansano (appartenente alla nobile famiglia di Anicia) che lasciò traccia di sé nel territorio prima di essere martirizzato; per altri invece, avrebbe origine da un vitigno tipico della zona, l'uva "scantiana".

La posizione collinare, a metà strada tra l'Amiata ed il mare, ha facilitato l'insediamento umano fin dai tempi della preistoria; le prime tracce risalgono all'Età del bronzo, come testimoniano le scoperte effettuate lungo la valle dell'Albegna, tra Montemerano e Scansano, poi la zona fu popolata dagli Etruschi che vi lasciarono un'impronta veramente importante.
Finita l'età etrusca, la storia del Paese si lega dal 280 a.c. a quella di Roma. Testimonianze di notevole interesse sono rappresentate da una serie di scavi archeologici in una zona collinare situata a destra del fiume Albegna, a circa 8 km da Scansano, che hanno fatto emergere i resti di una villa databile tra il I secolo a.C. ed il I d.C. Il complesso, costituito dalla villa, dalle botteghe e dalle dipendenze agricole, rappresentava un centro di notevole importanza. L'area individuata dagli scavi è denominata "Campo della Chiesa" o "Aia Nuova": in questa zona si trova anche la celebre Villa degli Anili (all'interno di una proprietà privata).

Nel periodo medioevale, a seguito delle scorrerie saracene, la popolazione abbandona la pianura e si rifugia sui colli, dove sorgono centri abitati con case addossate le une alle altre e, nella posizione più alta, il castello. Il castello di Scansano, ricordato per la prima volta in documenti ufficiali del 1188, a partire dal XIII secolo divenne possedimento della nobile famiglia degli Aldobrandeschi che, direttamente o tramite signori locali, controllava tutti i castelli compresi tra la valle dell'Albegna e quella dell'Ombrone. Nel 1274, a causa dei gravi contrasti tra i fratelli, la famiglia degli Aldobrandeschi si divise e Scansano, all'epoca uno degli insediamenti più importanti della zona, andò al ramo dei Conti di Santa Fiora, che, nonostante le forti ingerenze senesi, ne mantennero il controllo fino al 1439, quando Cecilia, ultima erede del conte Guido Aldobrandeschi di Santa Fiora, sposò Bosio Sforza.
Fu in questo periodo che il paese registrò un notevole sviluppo demografico ed assunse l'assetto urbanistico che lo caratterizza tutt'oggi. Scansano si arricchì di numerosi ed importanti edifici pubblici, tra i quali, il Palazzo Pretorio, il Palazzo del Podestà, la Tesoreria Comunicativa, il Monte dell'Abbondanza, e la Casa dello Spedale.

Venendo da Pomonte è possibile ancora ammirare il vecchio nucleo che dal castello, costruito in posizione più elevata, si affacciava sulla parte del colle che precipitava verso il fosso degli Addobbi. Nel 1615 la terra di Scansano, venduta a Cosimo II dei Medici, entrò a far parte del Granducato di Toscana. Dopo la stasi del periodo mediceo, il paese conobbe una fase di crescente sviluppo grazie agli interventi dei Lorena e nella seconda metà del Settecento il mercato del legname, quello dei cereali e quello della lana conobbero un forte incremento, mentre prendeva vita lo stabilimento minerario delle Zolfiere.
Fu il Granduca Leopoldo II che nel 1800 istituì la cosiddetta "estatatura", ossia il trasferimento nel periodo estivo degli uffici pubblici dalla malsana pianura grossetana alla salubre zona di Scansano, che divenne così il capoluogo estivo della Maremma. Questo provvedimento, che fu abolito nel 1897, favorì lo sviluppo del paese che divenne uno dei principali centri di tutta la provincia.

Nel 1816 fu potenziato e modernizzato lo sfruttamento della miniera di zolfo, mentre nella seconda metà del secolo fu progettato il nuovo teatro e furono costruiti l'ospedale (1862) e l'edificio scolaresco (1898). Il Novecento, invece, caratterizzato dall'inizio delle lotte sociali e dallo sviluppo minerario, registra anche una ripresa del settore agricolo. E' intorno al 1905 che si costituiscono le leghe contadine, con il proposito di organizzare la masse bracciantili per l'occupazione delle terre incolte, portando così alla fine dell'umiliante "Tratta Giornaliera".

Passeggiando per le vie del Paese possiamo ammirare il teatro, chiamato "Sala Castagnoli", dall'eredità del notaio che rese possibile la costruzione, e che rappresenta un notevole esempio di architettura teatrale della provincia. Da Piazza Garibaldi, attraverso una porta del XVI secolo, si entra nel centro storico. Lungo la via principale, Via Vittorio Emanuele II, si affacciano diversi edifici quattro e cinquecenteschi, tra i quali interessante è Palazzo Vaccarecci, facilmente riconoscibile dallo stemma della famiglia posto sulla facciata (un vitello) mentre un vicolo sulla destra porta a quello che era l'antico ospedale per i pellegrini. Proseguendo per la via principale si arriva in Piazza Ferrucci, e alla chiesa di San Giovanni Battista; di origine romanica, fu restaurata nel '600 e completamente modificata nel secolo successivo, quando fu sollevato il pavimento e fu distrutta la cripta trecentesca. Vicino alla Chiesa c'è la piazzetta del Pretorio con l'omonimo palazzo che fu sede dei pubblici uffici grossetani; proseguendo fuori dalle mura, da segnalare la chiesa di S. Maria delle Grazie conosciuta come Chiesa della Botte. Usciti da Scansano troviamo il Convento del Petreto. Secondo la tradizione qui predicò S. Bernardino da Siena e sul luogo di una primitiva cella monastica fu fondato il convento francescano. Il complesso è di proprietà privata, fatta eccezione per la chiesa, una semplice costruzione preceduta da un piccolo portico che conserva al suo interno tracce di affreschi trecenteschi.
A nord di Scansano interessante è il Castello di Montepò, un'imponente villa fortificata, oggi di proprietà privata, databile nel suo aspetto attuale al XV - XVI secolo, sebbene di fondazione precedente. Nel Trecento, sotto il controllo del castello di Cotone, Montepò era uno degli insediamenti più importanti della zona.

Il Comune di Scansano, oltre che per le bellezze storiche e paesaggistiche, merita attenzione anche per un gioiello della sua agricoltura: il "Morellino di Scansano". Eccellente vino rosso D.O.C. prodotto nella zona con uve Sangiovese e Alicante, dal sapore caldo ed asciutto, che si accompagna ottimamente con i piatti tipici del luogo: acquacotta, cinghiale e pecorino.


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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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