Da Urbania, passando per Lamoli, San Sepolcro fino a Faenza,
una proposta di viaggio nell’Italia centrale alla scoperta del più grande giacimento
di terrecotte e visita a musei e luoghi ricchi di storia e cultura
URBANIA
(Pesaro e Urbino) - Un originale viaggio sulle ceramiche popolari unisce tre regioni:
Marche, Toscana e Romagna. Le antiche terrecotte, di uso comune per la preparazioni
o semplicemente utilizzate per contenere o trasporto dei cibi, sono il filo conduttore
di un percorso che unisce storia, bellezze architettoniche, personaggi mitici
e paesaggi differenti. L’imponente Palazzo Ducale di Urbania (in Provincia di
Pesaro e Urbino), residenza estiva dei Duchi di Urbino (dai Montefeltro fino ai
Delle Rovere), che si affaccia sulle anse dello storico fiume Metauro, è la prima
tappa del nostro viaggio. Il maestoso edificio, fu fatto realizzare, per conto
di Federico da Montefeltro, dall’architetto senese Francesco di Giorgio Martini,
poi ampliato con interventi di Gerolamo Genga divenendo sede della corte ducale
con Francesco Maria II Della Rovere che vi conservò buona parte delle raccolte
ducali. Al suo interno sono conservati e visibili i due rari globi di Gerardo
Mercatore, (sfera terrestre e sfera celeste); la stampa monumentale del Trionfo
di Carlo V e i disegni di straordinari artisti come Federico Barocci e Raffaellino
del Colle.
Questo nucleo iniziale delle raccolte è stato successivamente arricchito
con sale dedicate alla maiolica, alla Pinacoteca e soprattutto alla grafica. Visitare
il Museo Civico permette di scoprire tutto il Palazzo Ducale, le torri con il
panoramico corridoio sul fiume Metauro fino ai suggestivi sotteranei del palazzo
dove è allestito il museo della civiltà contadina. La parte centrale del nostro
itinerario è nel Salone d’Onore, dove oltre 800 terrecotte provenienti da tutta
Italia fanno bella mostra di se: gli esemplari, acquisiti direttamente dalla collezionista
Nadia Maurri Poggi nei centri di produzione, nelle fiere o sul mercato antiquariale,
raccontano il panorama ceramico popolare di molte aree italiane dal nord al sud
della penisola. Tuttavia sono soprattutto le ceramiche provenienti dal centro
Italia a connotare questa raccolta: Marche, Umbria, Toscana Romagna e Lazio sono
infatti le regioni che primeggiano per numero e qualità di esemplari. La produzione
marchigiana, ancora oggi attiva in vari luoghi della regione, da Ascoli Piceno
a Pesaro, da Fratterosa a Urbania, ha in questa raccolta particolare rilievo.
In ottimo stato di conservazione, le terrecotte sono un documento importante per
ricostruire usi, costumi e abitudini di vita della società preindustriale, quando
nelle case mancavano acqua corrente, gas ed elettricità.
Tra i manufatti di
terracotta più caratteristici spiccano gli scaldini, usati soprattutto dalle donne
per un dare un po’ di tepore alle fredde case contadine di un tempo, gli orci
per l’approvvigionamento dell’acqua, i pignatti e le pentole per la cottura dei
cibi. La seconda tappa è a Lamoli, piccola frazione di Borgo Pace, nel cuore dell’Appennino
a pochi passi dal confine con la Toscana. Nell’Oasi San Benedetto, Abbazia benedettina,
luogo di accoglienza e di ospitalità, considerato per una vacanza ad indirizzo
culturale ed ambientale è possibile ammirare una galleria espositiva di terrecotte,
dipinte con colori naturali vegetali. Inserito nello stesso contesto il Museo
dei Colori Naturali propone rare specie botaniche come la robbia, la reseda ed
il guado, una pianta tintoria questa, che ha rappresentato nel periodo rinascimentale
una risorsa economica tanto importante tanto da essere definito l’oro blù. Il
pigmento colorante del guado è stato recentemente riscoperto ed ora dopo cinque
secoli di cui se ne era persa memoria l’ uomo torna ad usarlo nelle colorazioni
di manufatti in diversi campi d’ impiego; artigianato, cosmetica, edilizia, tessile
ed abbigliamento. Il Museo propone un percorso conoscitivo sulle piante officinali
tintorie, sul loro antico uso, sulla loro recente riscoperta e sul loro contemporaneo
e futuro utilizzo. Nel chiostro dell’ Abbazia vi è la sede dove sono esposti i
documenti d’ archivio e bibliografici, l’ erbario con le schede tecnico-scientifiche
sulle principali essenze tintorie ed un laboratorio di sviluppo e ricerca per
l’ estrazione dei pigmenti vegetali da fiori, bacche, foglie e radici. Nell’ area
adiacente l’ originario monastero vi sono le coltivazioni sperimentali delle erbe
tintorie, fruibili in un percorso segnalato e catalogato ed una serra adibita
ad aula didattica.
I servizi di animazione e di visite guidate, i laboratori
didattici, i corsi e stage ed un book-shop concludono l’ offerta del museo. Terza
tappa è Aboca Museum a San Sepolcro. La Bibliotheca Antiqua conserva un’importante
raccolta di libri di ricette e segreti medicinali, stampati a partire dal XVI
secolo. Questi interessanti testi di medicina popolare hanno ricoperto un ruolo
significativo nella trasmissione dell’uso tradizionale delle piante medicinali
e delle loro virtù, fino ad allora tramandati oralmente. La loro semplice legatura
e la mancanza dell’iconografia li contrapponeva alla preziosità degli erbari e
dei florilegi destinati ai potenti ed alla classe medica ufficiale. Ricche di
antiche conoscenze, medicina empirica di tradizione familiare e conventuale, superstizione,
magia e astrologia, le opere di Bairo, Fioravanti, Alessio Piemontese o Madama
Fochetti, spesso dai titoli curiosi di Capricci o Secreti maravigliosi, nascono
con l’intento di far conoscere a tutti “le Ricette presenti, la virtù degl’Ingredienti,
e la natura de’ mali a cui sono assegnate”. Queste preziose fonti del passato
non erano però considerate validi strumenti di cura né dai medici, né dagli scienziati.
Infatti gli autori dei libri di segreti medicinali molto spesso rientravano in
quella categoria di soccorritori della salute che erano i ciarlatani con i quali,
da sempre, la medicina ufficiale ha vissuto un rapporto di amore-odio. La ceramica
popolare d'uso quotidiano conservata ad Aboca Museum consiste prevalentemente
in boccali, ciotole più o meno grandi, brocche e albarelli per lo più realizzati
in ceramica arcaica ingobbiata e risalente al XIV e XV secolo.
Il bruno manganese
e il verde rame sono i cromatismi che caratterizzano gli smalti usati per questi
oggetti, l’iconografia dei quali è tratta dal repertorio faunistico, floreale,
geometrico e araldico. I libri di ricette e segreti e la ceramica popolare conservati
presso Aboca Museum, sono preziose testimonianze delle tradizioni popolari legate
all’uso delle piante medicinali, che hanno portato fino a noi un patrimonio di
conoscenze spesso tramandate oralmente, ma che ancora possono offrire spunti e
“novità” alla ricerca scientifica sulla fitoterapia. Il nostro viaggio di conclude
in terra romagnola, in quel di Faenza al Museo Internazionale delle Ceramiche,
dove è possibile ammirare le collezioni di ceramiche popolari, composta da oltre
900 opere. terrecotte La sezione dedicata alla ceramica popolare, composta di
200 pezzi e inaugurata nel dicembre 2005, riguarda una campionatura tipologica
italiana dal Nord al Sud e tratteggia il panorama di una tradizione comune, ad
uso quotidiano e domestico dell’Ottocento e del Novecento. Utilizzati per il lavoro
nei campi, la cucina, la dispensa e per il desco familiare, i manufatti a destinazione
popolare avevano specifici compiti da assolvere: per questa ragione la forma assumeva
un ruolo di primaria importanza, legata alla funzionalità d’uso dell’oggetto,
mentre la parte ornamentale veniva in genere relegata in secondo piano. Quattro
luoghi, quattro musei, quattro realtà poste sul tracciato di strade battuta fin
dalla remota antichità e resa celebre soprattutto dai grandi pittori e artisti
che viaggiavano dalla Romagna alla Toscana fino alle Marche. Visitandoli si ha
modo anche di ripercorrere le tracce di una civiltà antica, attraversando un paesaggio
dal Metauro al Tevere fino alla Romagna, tra i più segreti dell’Italia centrale.
Quest’itinerario è una originale proposta di viaggio nell’Italia centrale attraverso
la ceramica popolare e suoi affini. Spunto per scoprire territori e ambienti al
di fuori delle usuali rotte commerciali.
Informazioni: Palazzo Ducale Museo
Civico di Urbania - Tel: 0722 313151
Ufficio stampa: Samuele Sabatini 329.6236574
Museo Civico - Palazzo Ducale Corso Vittorio Emanuele, 23
61049 Urbania
(PU) Tel: 0722 313151 www.marcheweb.com/museourbania
museo@marcheweb.com
Orari di visita:
10,00 | 12,00 - 15,00 | 18,00 chiuso il lunedì ingresso € 4,00 intero - € 2,50
ridotto
Museo dei colori naturali Oasi San Benedetto, via Abbazia, 7
61040
Lamoli di Borgo Pace (PU) Tel: 0722 80226 www.oasisanbenedetto.it
disanapianta@virgilio.it
Il
museo è sempre aperto
Aboca Museum Palazzo Bourbon del Monte
via Niccolò
Aggiunti 75, Sansepolcro (AR)
Tel: 0575 733589 Fax: 0575 744724
www.abocamuseum.it
Orari di visita: 10,00 | 13,00 - 15,00 | 19,00
ingresso € 8,00 intero
- € 6,00 per gruppi - € 4,00 ridotto
Museo Internazionale delle Ceramiche
di Faenza
Viale Baccarini 19 - 48018 FAENZA (Ra)
Tel. 0546/697311 Fax.
0546/27141 E-mail: micfaenza@provincia.ra.it
ORARIO ESTIVO: 1 aprile - 31 ottobre
dal martedì alla domenica e festivi
9,30-19,00
BIGLIETTI DI INGRESSO
Ingresso: € 6,00
Ridotto speciale:
€ 4,50 (riservato ai detentori di apposito coupon o convenzione)
Ridotto:
€ 3,00 (anziani oltre 65 anni, ragazzi dai 12 ai 16 anni, studenti di scuole medie
superiori e universitari, gruppi di almeno 15 persone, soci T.C.I., soci Amico
Treno, militari, invalidi)
Ridotto scolaresche: € 2,50