LE MURA MEDIOEVALI
La cinta di mura medievali volterrana fu edificata nel secolo
XIII. Iniziata, al sorgere del secolo durante il regime consolare,
come rifacimento e rafforzamento della muraglia etrusca, fu proseguita
metodicamente fino al 1254, anno in cui i fiorentini imposero
con le armi il governo di parte guelfa. Nel 1260 il regime ghibellino,
succeduto a quello guelfo, costatata la vulnerabilità del sistema
difensivo della città, dovuta al troppo esteso perimetro delle
mura etrusche, ingaggiò quaranta maestri di pietra finché la città
non fosse completamente murata: iniziato nell'autunno del 1260,
il lavoro fu portato a termine nel giro di pochi anni. Oggi, oltre
al perimetro delle mura medievali, possiamo ammirare le porte,
ottimamente conservate, che consentivano l'accesso all'interno
della città.
Porta all'Arco
E' quella
più antica, inserita nel perimetro delle mura etrusche (V sec. a.C.), deve senza
dubbio la perfetta conservazione al suo utilizzo nella cinta medievale cittadina
del XIII sec. La costruzione di questa porta sembra si debba riferire a tre epoche
diverse. I fianchi, formati da enormi blocchi rettangolari come le mura, e a queste
contemporanei (ai sec. IV-III a.C.), gli archi, in tufo, alti 6 metri, sembrano
una ricostruzione avvenuta dopo l'assedio di Silla (80-82 a.C.), incerto il significato
delle tre teste poste a decorazione dell'esterno, tanto che si formulano diverse
ipotesi: potrebbero evocare sacrifici di vite umane nella conservazione di nuove
costruzioni, o un ricordo del costume di affiggere alle porte le teste tagliate
dei nemici vinti, oppure potrebbero rappresentare Giove e i Dioscuri, o ancora,
la Triade Capitolina Giove Giunone e Minerva; mentre la muratura al di sopra è
un rifacimento medioevale.
Porta San
Felice
E' costruita da un solo semplice arco a sbarra che si appoggia
a due tronchi disgiunti di mura castellane. Anomala, rispetto alle altre porte
cittadine, offre insieme alla cappellina del Santo con il campanile a vela, posta
all'interno delle mura, alla destra della porta, ed allo sfondo di un orizzonte,
che si offre all'infinito verso il mare, un quadro quanto mai pittoresco, rendendolo
uno dei luoghi più suggestivi della città. Appena fuori della porta, scendendo
una ripida scala, si accede alla
Fonte di San Felice. Stilisticamente affine
a quella di Docciola, fu edificata nella forma attuale nel 1319, per volere dei
cittadini del borgo di Santo Stefano, da Chelino Ducci Tancredi soprastante, come
recita l'iscrizione inserita all'imposta dei due grandi archi. Accanto alla fonte,
oltre a resti di mura etrusche, esiste un arco che gli storici locali chiamano
Porta Romana, e che doveva costituire l'accesso alle vicine Terme Guarnacciane.
Porta San Francesco
Detta
anche di Santo Stefano o Pisana, perché attraverso la Val d'Era portava a Pisa.
È l'unica porta che conserva, nella volta, tracce di affreschi che erano presenti
in tutte le porte d'accesso alla città. All'interno, a destra, è scolpita la "canna
pisana", unità di misura leggermente più lunga di quella volterrana, scolpita
sulle facciate del Palazzo dei Priori. La fronte interna è fornita di grandi imposte
di legno rafforzate da chiodi.
Porta
Fiorentina
Detta anticamente di S. Agnolo per la vicina chiesa
dedicata all'Arcangelo, offre la stessa struttura architettonica delle altre porte
volterrane, anche se sono visibili rimaneggiamenti eseguiti nel XVI sec., quando
la porta, durante l'assedio del 1530, fu colpita nella torre sovrastante, dove
era racchiuso un deposito di munizioni. Da questa porta si diparte la via per
Firenze, attraverso la valle del fiume Era, passando per Il Castagno, Gambassi
Terme, Castelfiorentino e Montespertoli o, seguendo la direttrice dell'Arno, per
Empoli e Lastra a Signa.
Porta di Docciola
Costruita nel XIII sec., metteva in comunicazione la città con la vallata circostante,
ricca d'acqua e lussureggiante di vegetazione. La porta conserva le strutture
caratteristiche delle porte volterrane di quel secolo, con un arco interno ed
esterno a tutto sesto e con all'interno un arco ogivale entro cui si svolge un
arco ribassato o scemo. All'interno delle mura, subito davanti alla porta, troviamo
la
Fonte di Docciola. Costruita nel 1254 da maestro Stefano, come ricorda
la lapide inserita fra i due grandi archi ogivali che formano il portico, sul
tipo delle fonti di Siena. Oggi, solitaria e maestosa, a fondo di una lunga scalinata,
insieme all'omonima porta forma uno dei complessi architettonici più familiari
e suggestivi delle città. La sua acqua, che serviva da forza motrice ai molti
mulini allineati lungo il botro che scende verso l'Era, nel Medio Evo, era usata
dall'Arte della lana, che qui aveva i suoi opifici.
Porta Marcoli
Costruita, forse, nel XIV sec., metteva
in comunicazione con il monastero olivetano di S. Andrea (oggi Seminario), e serviva
di comodo accesso agli agricoltori della campagna circostante.
Porta a Selci
L'attuale porta, a semplice arco a tutto
sesto, fu costruita nel XVI sec. in sostituzione della più antica, detta anche
del Sole, rimasta interrata per gli ampliamenti della Rocca Vecchia nel XV secolo.
Da porta a Selci si diramavano le strade dirette verso il territorio Senese.
Porta Diana
Fuori della cinta
delle mura medioevali, in direzione della Val d'Era, si trova quello che rimane
di questa porta etrusca. L'incuria non è riuscita a salvare l'arco etrusco, oggi
rimangono solo i lati.