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Da martedì 7 a domenica 19 novembre
2006 ore 21 CAVALLERIZZA REALE - MANICA LUNGA VIA VERDI, 9 TORINO GENESI
Liberamente tratto da "La passione secondo G.H." di Clarice Lispector Un progetto
di Lucilla Giagnoni Con Lucilla Giagnoni Collaborazione alla drammaturgia Marta
Pastorino Musiche originali di Paolo Pizzimenti Scene di Nicolas Bovey Disegno
luci di Christan Zucaro Regia di Paola Rota Produzione M.a.s.Juvarra "Le donne
di Clarice Lispector hanno sulle labbra un sorriso ineffabile: dalla loro irraggiungibile
verità guardano oltre le spalle di chi le guarda costringendo lo spettatore a
volgere anch'egli lo sguardo per cogliere il pericolo che lo sovrasta o il segnale
che gli porta l'annuncio della salvezza". ANTONIO TABUCCHI La
partenza di questo progetto è stata la scoperta di un testo, "La Passione secondo
G.H," di Clarice Lispector. La storia di una donna che decide di mettere ordine
nella propria casa, in una mattina calda e lenta, il giorno dopo che la domestica
se n'è andata. Ed ecco che scopre, in casa sua, un ambiente inaspettatamente spoglio
e estraneo, la stanza della domestica, in fondo al corridoio. Lì per lì, non ricorda
neppure il nome di quella donna che si è occupata della casa fino al giorno prima,
né il volto, mentre si attarda sul caffè latte, e gioca con la mollica del pane,
ripensando all'ultima storia d'amore, chiusa da poco. Ai suoi occhi, ecco che
si apre un luogo asciutto -un deserto, un minareto-, in quella stanza, dove, ancora
inaspettatamente, scopre con disgusto un piccolo insetto, nell'armadio, una blatta,
animale primordiale che resiste alla miseria della roccia, un essere più antico
della storia dell'uomo, sopravvissuto al gelo e al fuoco. Si può desiderare
di ucciderlo, allora, con la paura di avere davanti la storia sopravvissuta dell'uomo,
e sentire che è nulla. Che è inferno e questo inferno è il nulla. Si può colpire
la blatta e spezzarla in due. Ma dall'animale uscirà un liquido umido e bianco,
una sostanza immonda, e la blatta sarà ancora viva, e ci guarderà con la sua maschera
fino a toccarci. Si può cercare la redenzione, ingoiando la materia immortale
della blatta, e allora sentire di potere ancora vestirsi di blu e uscire di casa
a festeggiare, dimenticando l'inferno che è il minareto della nostra abitazione.
Si può provare a raccontarla, questa esperienza, sentendo che la blatta è la vita
antica che è in noi e non ci appartiene, ma proprio per questo ci fa sentire di
esistere. E proprio per questo ci fa capire di esistere. Così termina il libro
della Lispector: "il mondo non dipende da me, la vita mi è. La vita mi è, e non
capisco ciò che dico, allora adoro." Si può cercare di capire la vita con la scienza,
o con la religione. Si può capire il big bang e sentire che esso contiene l'inizio
e la fine. Si può avere paura della fine, vedendo intorno a noi la guerra globale,
il terrorismo, le malattie epidemiche, la Sars, l'Aviaria, e persino un meteorite
che si schianterà tra trent'anni. Si può cercare di ammazzare la blatta, o mangiarla.
Quando una stella muore, una parte del cosmo si trasforma in buco nero, un buco
senza fine, provocato dal collasso della stella, che è diventata pesantissima
ed è sprofondata, perché il suo volume si è ridotto, mentre la massa è rimasta
intatta. Quella parte del cosmo è detta orizzonte degli eventi: la stella svanisce
scomparendo alla vista ma non agli eventi che, a quel punto, sono tutti possibili.
Il teatro è come un orizzonte degli eventi, ed è lì che è possibile provare a
raccontare questa storia, la storia dell'inizio e della fine, della genesi, della
vita che è, e che si può cogliere forse, avendo il coraggio di compiere un atto
limite come quello di mangiare il liquido immondo e bianco della blatta spezzata
in due, che ancora ti guarda, viva. Lucilla Giagnoni, Marta Pastorino
CLARICE
LISPECTOR una delle maggiori narratrici brasiliane del Novecento Clarice
Lispector - Ispirazioni d'autore
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