La Storia di Firenze Calcio Storico
Intorno al 1100 nascono le prime memorabili partite del "Calcio
in livrea" oggi comunemente detto Calcio Fiorentino o Calcio
Storico, gioco che affonda le sue radici nei tempi remoti; secondo
un'antica tradizione "il gioco del calcio" è nato infatti sulle
rive dell'Arno e, soltanto dopo secoli, è trasmigrato su quella
del Tamigi dove, mutato il nome in Foot-Ball, affinate le regole,
ha conseguito quella fama, oggi, universalmente riconosciuta.
"Il Calcio Fiorentino" non fu altro che uno dei tanti modi di
giocare con quel corpo sferico di varie grandezze, che sappiamo
essere stato usato in tutte le parti del mondo.
Dai Greci, che chiamavano il gioco "Sferomachia", il ludo, passò
ai Romani che, con il nome di "Harpastum" (strappare a forza)
lo giocavano sui terreni sabbiosi applicando precise regole
alle quali le due squadre, di uguale numero di giocatori, dovevano
attenersi. Radicatosi nel costume della vita di tutti i giorni,
fu poi sicuramente introdotto anche nella "colonia Florentia",
dove divenne, più tardi, il gioco tipico della città. La competizione
aveva carattere virile ed aspro: zuffe, lotte serrate e continui
corpo a corpo per il possesso della palla tempravano lo spirito
e sviluppavano il fisico dei cittadini e soprattutto dei legionari
che abitualmente lo praticavano.
Il Calcio veniva praticato a Firenze quotidianamente da tutta
la gioventù direttamente per le vie e le piazze, ma con il passare
del tempo si caratterizzò nella dualità che vide lo svolgersi
di partite "organizzate", particolarmente sontuose, giocate
da nobili cittadini che indossavano sfarzose "livree" nelle
piazze più significative della città. I giocatori del Calcio
in Livrea (calcianti) erano "gentiluomini" dai 18 ai 45 anni,
ben prestanti e di buona fama fra i quali alcuni futuri Pontefici.
Il Calcio veniva giocato, oltre che nel periodo del Carnevale,
anche nelle più svariate ricorrenze o particolari avvenimenti.
La più memorabile partita di Calcio in Livrea, alla quale si
ispira l'attuale rievocazione, venne giocata il 17 febbraio
1530 durante l'assedio di Firenze, che doveva portare alla perdita
della libertà repubblicana.
La si volle giocare un po' per non interrompere l'usanza del
gioco nel periodo di carnevale, un po' come sfida al nemico
assediante. Per questa seconda ragione, anzi, fu scelta piazza
Santa Croce essendo più vicina alle truppe imperiali attestate
sulle colline di fronte. Gli squilli di tromba di un gruppo
di musici seduti sul tetto della Chiesa, lanciati a scherno
dei nemici che li potevano vedere e sentire, accompagnavano
le varie accanite fasi di gioco. Il gesto di sfida indispettì
i soldati dell'imperatore, che da Giramonte spararono un colpo
d'artiglieria; la palla però passò alta senza fare né danni
né vittime, provocando soltanto squilli e ironici schiamazzi.
Il Calcio in Livrea continuò a svolgersi senza interruzioni
fino al Settecento quando le partite, almeno quelle "organizzate",
caddero in disuso.
L'ultima gara ufficiale si svolse nel gennaio del 1739 in Piazza
Santa Croce: dopo questa il secolare gioco si spense del tutto,
almeno come pubblica manifestazione di spettacolo organizzato.
Nel maggio 1930, quarto centenario dell'assedio di Firenze e
della morte di Francesco Ferrucci, la storica manifestazione
riprese con rinnovato vigore ed ogni anno, con finale in data
24 giugno (festa di S. Giovanni), i 4 antichi quartieri si affrontano
in Piazza Santa Croce accompagnati per le strade del centro
dai figuranti del Corteo della Repubblica Fiorentina partendo
dall'antico convento domenicano di Santa Maria Novella, tra
squilli di trombe e rullare di tamburi che intonano la Marcia
al Campo. Il multicolore corteo, composto da 530 "figuranti",
con le "livree" dei calcianti, le cinquecentesche divise dei
nobili fiorentini (scelti fra i discendenti delle famiglie storiche
cittadine) e dei fanti, con le armi e le bandiere dell'epoca,
ci riporta come per incanto nell'eccitante, incantata, allegra
e festaiola atmosfera del Rinascimento.