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ANGHIARI
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PARCO
NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA E CAMPIGNA
Immense foreste dai limpidi
torrenti e suggestivi monasteri, oasi di tranquillità |
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Le
foreste e l'uomo
Il clima
del parco è fresco ed umido, caratterizzato da abbondanti precipitazioni e durature
nevicate. Il
versante romagnolo risente dell'influenza adriatica e vi si registrano quindi
umidità e precipitazioni maggiori.
Il paesaggio
vegetale folto e rigoglioso è frutto degli interventi umani che ne hanno cambiato
un po ovunque le caratteristiche naturali.
I boschi
di maggior pregio sono localizzati nel complesso delle "Foreste Casentinesi"
del quale fanno parte le abetine monumentali di Camaldoli e Campigna, le maestose
faggete che coprono il crinale, i boschi misti delle zone più impervie ed i boschi
della Riserva naturale integrale di Sasso Fratino. Il connubio tra storia
e natura trova nell'esperienza camaldolese il suo esempio più eclatante e significativo;
l'Eremo e l'Ospizio di Camaldoli, trasformato poi in Monastero, vennero fondati
da San Romualdo intorno al | |
1024,
dando inizio ad un ordine religioso che si dedicò principalmente alla gestione
forestale. I monaci favorirono l'espansione dell'abete bianco per motivi pratici
e per motivi spirituali: le svettanti e colonnari abetine, alte a toccare il cielo,
ispirano meditazione, solennità e preghiera. Quando, nel 1866, le foreste di Camaldoli
vennero incamerate dal Demanio italiano contavano una superficie di circa 800
ettari di bosco ad alto fusto, in ottime condizioni grazie alla gestione dei monaci
che le avevano tutelate dai tagli massicci.
Una visione
diversa ed estremamente "naturalistica" del mondo vegetale ed animale
la ebbero i monaci francescani dello stupendo Santuario della Verna, adagiato
sulla parte meridionale del Monte Penna. La rigogliosa foresta che circonda il
santuario e la chiesa di Santa Maria degli Angeli, intesa come parte integrante
del Creato e frutto dell'opera divina, non venne in alcun modo alterata bensì
lasciata alla sua evoluzione naturale ed oggi custodisce faggi ed abeti bianchi
di eccezionali dimensioni, assieme ad arbusti di agrifoglio e tasso.
La
vegetazione rigogliosa che copre anche i versanti più ripidi ed inospitali del parco è formata alle altitudini
più elevate da uniformi faggeti con vetusti faggi coetanei; solo raramente, nelle
aree più inaccessibili, altre specie quali il maggio ciondolo, l'acero di monte
ed il sorbo degli uccellatori interrompono la monotonia della faggeta. Su alcuni
tratti di crinale i faggi contorti e stentati delimitano aree aperte che ospitano
una flora molto interessante; sulla vetta di Monte Falco ai lembi di brughiera
e mirtillo nero (Vaccinium myrtillus),
iperico di Belleval (Hypericum richeri)
e mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea)
si alternano affioramenti rocciosi e praterie che ospitano altre rarità botaniche,
testimonianza dell'ultima glaciazione, come la bella sassifraga alpina (Saxifraga
paniculata) e la stupenda anemone a fiori di narciso (Anemone
narcissiflora). Nei prati di poggio Scali vegeta anche il raro botton d'oro
(Trollius europaeus), dai luminosi fiori
gialli. La viola di Eugenia (Viola eugeniae),
dell'Appennino centrale, e la genzianella di primavera (Genziana verna) formano ciuffi di intenso blu violetto. A lato dei
ruscelli che corrono nelle faggete del crinale cresce la tozzia (Tozzia
alpina), una piccola pianta dai fiori gialli, diffusa sulle montagne europee,
che trova nel parco l'unico sito appenninico ed il più meridionale d'Italia.
Più
in basso al faggio si mescola l'abete bianco a formare una rara e preziosa consociazione,
tipica dell'Appennino, ormai quasi ovunque modificata e trasformata in boschi
dell'una o dell'altra specie; in questi boschi misti, localizzati soprattutto
nell'alta valle del Bidente, le due specie si aggiungono ad aceri, frassini, olmo
montano ed arbusti di agrifoglio e di tasso.
I boschi
di latifoglie della fascia collinare del parco, nonostante l'opera dell'uomo,
talvolta si sono conservati in condizioni seminaturali; in essi vivono tra gli
altri cerro, orniello, carpini, aceri, sorbi e rari esemplari di maestose roveri,
mentre nelle zone più calde ed assolate è la roverella a prevalere. In molte zone,
ma soprattutto nelle valli casentinesi e nella Val di Sieve, il bosco originario
è stato sostituito da estesi castagneti da frutto che hanno rappresentato una
fonte primaria di cibo per le popolazioni montane. I campi abbandonati vengono ricolonizzati
da specie erbacee ed arbustive dalla fioritura particolarmente suggestiva come
nel caso della ginestra dei carbonai, delle rose selvatiche e del biancospino.
Gli ontani ed i salici bordano i corsi di acqua ed occupano le zone acquitrinose
del parco come accade nel bel pianoro della Lama; sulle sponde dei rivoli che
solcano le faggete in giugno si possono ammirare i grandi fiori gialli della calta
palustre. I
calanchi della Valle Santa ed i versanti erosi e scabri della parte romagnola
del parco sono contraddistinti da piante
erbacee singolari, resistenti alla carenza d'acqua come il bromo, la campanula
toscana (Campanula medium), la carlina
zolfina (Carlina utzka) e la sesleria
italiana (Sesleria italica), endemica
dell'Appennino tosco-romagnolo ed umbro-marchigiano.
Il parco
custodisce due rare orchidee, Epipactis
flaminia, specie scoperta e descritta di recente, ed Epipactis purpurata, segnalata nell'Appennino solo in questa zona,
così come la felce Matteuccia struthiopteris.
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La
fauna Il
parco è abitato da molte specie di animali che fanno di quest'area una delle più
interessanti di tutto l'Appennino tosco-emiliano. I boschi casentinesi sono stati
da sempre rifugio del lupo ma fino a gli anni '60 questo carnivoro è stato pesantemente
perseguitato fino a rischiare l'estinzione; sono presenti anche tasso, donnola,
faina, e puzzola. Il
parco ospita cinque specie di ungulati di cui tre sono autoctone, il capriolo,
il cervo ed il cinghiale, e due introdotte, il muflone ed il daino. Il capriolo
e l'ugulato più piccolo e diffuso che non è mai scomparso nel territorio casentinese
a differenza di quanto |
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accaduto su gran parte dell'Appennino. Il cervo lo si incontra nei boschi
alternati a spazi aperti ma
si adatta bene a vivere anche negli estesi boschi ad altofusto; in autunno questi
grandi ed austeri ungulati emettono potenti
bramiti che segnalano la stagione degli amori e si diffondono nelle vallate.
Il daino ed il muflone sono stati
introdotti ex novo nel parco e la loro presenza è fortunatamente limitata a causa
della rigidità del clima, della concorrenza con il cervo e della predazione del
lupo. L'avifauna
conta circa 80 specie nidificanti alle quali si aggiungono quelle che sostano
e si alimentano durante le migrazioni. Cospicuo il numero dei rapaci, sia quelli
legati agli ambienti forestali come lo sparviero e l'astore che quelli più o meno
legati alle zone aperte come falco
pecchiaiolo, lodolaio e gheppio; durante la migrazione si osserva anche il raro
falco pellegrino. L'aquila reale dopo alcuni decenni di abbandono è ritornata
a nidificare nelle balze impervie del versante romagnolo del parco.
Indubbiamente
i boschi d'alto fusto ospitano le specie
più rare ed interessanti rappresentando ambienti che altrove sono difficilmente
rinvenibili: il picchio rosso maggiore, il raro picchio rosso minore ed il picchio
verde trovano cibo e cavità dove
nidificare nei vecchi tronchi, usati anche dall'allocco, dal picchio muratore,
dal rampichino e dalle cince. Le abetine e gli impianti di conifere danno albergo
a pochi uccelli come i piccoli regolo e fiorrancino e l'elegante cincia mora.
Da sottolineare la presenza del poco comune rampichino alpestre che ha nelle abetine
più antiche del parco la principale popolazione toscana. Nelle aree montane più
aperte nidificano il prispolone, lo zigolo nero, lo zigolo muciatto e l'averla
piccola e nei cespuglieti prossimi ai crinali la passera scopaiola. Diversificato
ed interessante è anche il contingente di anfibi che popola le pozze ed i boschi
del Casentino.
Il
Parco Nazionale include, in Toscana, le riserve dello Stato di Badia Prataglia
(1631 ha. in Comune di Poppi), di Camaldoli (1168 ha. in Comune di Poppi) e di
Scodella (69 ha. in Comune di Pratovecchio).
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- La
Riserva integrale di
Sassofratino
- La foresta
di Sassofratino, che forma buona parte dell'omonima riserva naturale integrale,
è il fulcro naturalistico del parco nazionale, straordinario esempio di bosco
misto di faggio ed abete bianco. La Riserva (764 ha.) venne istituita, prima in
Italia , nel 1959 a tutela di una foresta pressochè vergine quasi per nulla intaccata
dalla pesante ed irriverente mano dell'uomo che qui, per merito dell'inaccessibiltà
dell'area non ha modificato nulla di quanto la natura ha voluto creare
di così stupendo
e rigoglioso. Il disordine selvaggio e naturale della foresta trasforma la visita
in un ritorno ad un paesaggio vegetale e primitivo: faggi, abeti bianchi, aceri,
frassini, tigli, sorbi, agrifogli e tassi di dimensioni eccezionali, tronchi caduti
a terra coperti di muschio, felci e funghi sono testimonianza dell'evoluzione
naturale della foresta e della forte competizione per la luce e per la vita che
modella questo ambiente naturale.
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- Anfibi
e rettili
- Nel
parco vivono diverse specie di rane e rospi tra cui spicca l'ululone dal ventre
giallo. Nelle faggete percorse da rivoli d'acqua si nascondono la salamandra pezzata,
dall'inconfondibile livrea gialla e nera, la salamandra dagli occhiali, endemica
dell'Appennino, caratterizzata dal ventre chiazzato rosso vivo, il geotritone
che vive abitualmente nelle fessure delle rocce, ed i tritoni punteggiati crestato
ed alpestre. Tra le 11 specie di rettili sono da segnalare il colubro del Riccioli,
la biscia tassellata e la natrice dal collare.
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- Province
- Forlì,
Arezzo, Firenze
-
- Comuni
- Bagno
di Romagna, S. Sofia, Premilciore, Portico-San Benedetto e Tredozio in provincia
di Forlì; Chiusi della Verna, Bibbiena, Poppi, Stia e Pratovecchio in provincia
di Arezzo; Londa e San Godenzo in provincia di Firenze.
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- Autorità
competente
- Ente
Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna, via G. Brocchi,
7; 52015 Pratovecchio (AR).
-
- Uffici
informazioni
- Bagno
di Romagna, via Fiorentina, 38; 47021 Bagno di Romagna (FO), tel. 0543/911046,
fax 911026.
- Serravalle-Bibbiena,
via Berni, 25, 52011 Bibbiena (AR), tel./fax 0575/539098.
-
- A
chi rivolgersi
- Sede
Comunità del parco: via Nefetti, 3; 47018 Santa Sofia (AR), tel. 0543/971375,
fax 973034.
- Per
visite guidate: Ass. "Guide esclusive del Parco", p.zza XIII Aprile,
6; Badia Prataglia, 52010 Poppi (AR), tel. 0575/594188, fax 511348, e.mail: abies@ld.it
- Ass.
"Le Guide del Parco", loc. Gaviserri, 1; 52015 Pratovecchio (AR), tel./fax
0575/509066, e.mail: guide.pnfc@comunic.it
-
- Centri
visita
- Bagno
di Romagna, via Fiorentina, 38; 47021 Bagno di Romagna (FO), tel. 0543/911046,
fax 911026.
- Poppi-Badia
Prataglia, via Nazionale, 14/a; 52010 Badia Prataglia-Poppi (AR), tel. 0575/559477,
fax 559054.
- Santa
Sofia, via Nefetti, 3; 47018 Santa Sofia (FO), tel.0543/971297, fax 973034.
- Con
apertura estiva: Serravalle-Bibbiena, via Coselschi; 52010 Serravalle-Bibbiena
(AR), tel./fax 0575/539174.
- Chiusi
della Verna, Parco Martiri della Libertà, 21; 52010 Chiusi della Verna (AR), tel.
0575/532098, fax. 599139.
- Londa,
loc. Praco del Lago; 50060 Londa (FI), tel. 055/8351202.
- Portico-San
Benedetto, viale Acquacheta, 6; 47010 San Benedetto in Alpe
(FO), tel. 0543/965286, fax 967243.
- Premilcuore,
via Roma, 34; 47010 Premilcuore (FO) tel. 0543/956540, fax. 956557.
- San
Godenzo, via del Borgo, 12; 50060 San Godenzo - Castagno di Andrea (FI), tel./fax
055/8375125.
- Stia,
via Montegrappa, 2; 57017 Stia (AR), tel./fax 0575/504596.
- Tredozzio,
via dei Martiri,1 ; 47019 Tredozzio (FO), tel. 0546/943943.
-
- Strutture
del parco
- Giardino
Botanico di Valbonella, tel. 0543/980035, 25950; apertura aprile-settembre.
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- Guide
consigliate
- Il
Cammina Toscana, WWF Italia, Edizioni Ambiente S.r.l., Milano, 1993.
- I
Parchi Nazionali, AA. VV., WWF Italia, Edizione Ambiente , Milano, 1995.
- Trekking
nel Parco, Pedrazzoli C. , Comunicazione Editore, Forlì, 1995.
- A
piedi in Toscana, Pratesi R. e Arrighi A., vol. II, Edizioni Iter, Roma, 1995.
- Parco
Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campignano, Vianelli
M., Octavo Editore, Firenze, 1996.
- Viaggiando
in Casentino, Scarini A.,
Grafiche Calosci, Cortona, 1998.
- Carta
escursionistica Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna,,
Selca, Firenze, 1997.
-
- Ricettività
turistica
- Aree
attrezzate per camper a Pratovecchio (AR), in prossimità del ponte sull'Arno della
statale 310 per Firenze, ed a San Godenzo (FI), nel parcheggio comunale.
- Numerose
strutture turistiche in tutta l'area.
- Per
informazioni rivolgersi agli uffici del parco, che dispongono di un opuscolo dedicato.
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Comune
di Anghiari
Assessorato al Turismo ANGHIARI
(AR) ITALY | |
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