NAPOLEONE E LA SUA FAMIGLIA
Nel XVI sec., alcuni Bonaparte avrebbero lasciato
Sarzana, nelle Alpi Apuane vicino a La Spezia, per stabilirsi ad Ajaccio, anch'essa
a quel tempo sotto il dominio genovese. Carlo Maria, il padre di Napoleone, aveva
sposato a 18 anni Letizia Ramolino, di 14 anni. La madre di Letizia, rimasta vedova,
si risposò con un ufficiale della marina genovese, Francesco Fesch, dal quale
ebbe un figlio, Giuseppe, il futuro cardinale Fesch (1763-1839). Nel 1768, Carlo
Maria combatte al fianco di Pasquale Paoli contro i francesi per l'indipendenza
dell'isola e sua moglie lo segue in tutte le spedizioni. Qualche mese dopo la
battaglia di Ponte Nuovo nasce il loro secondo figlio, Napoleone. Secondo una
tradizione molto radicata, ma non verificabile, il 15 agosto 1769, appena iniziato
l'ufficio solenne dell'Assunzione nella cattedrale di Ajaccio, Letizia Bonaparte,
aiutata dalla cognata, deve far ritorno a casa in tutta fretta. La giovane donna
non riesce neppure a raggiungere la propria camera. Colui che sentiva agitarsi
dentro di sé, al tempo in cui fuggiva dai francesi sulle pendici del Monte Rotondo,
viene alla luce sul divano dell'anticamera al 1° piano. In ricordo di un parente
di Letizia morto qualche mese prima, il bambino viene chiamato Napoleone, ma presto
questo nome poco comune viene sostituito dal diminutivo di "Nabulio" (Ficcanaso).
La
vita a Casa Buonaparte.
I Bonaparte dividono con i loro cugini Pozzo di
Borgo una grande casa dall'esterno molto semplice, situata in rue Malerba. Letizia
provvede con rigore al buon andamento della casa occupandosi dei figli e ospitando
parenti di passaggio; questa "donna rara", costantemente incinta, "tutto gestiva
e tutto amministrava, con una saggezza ed una sagacia che non ci si aspettava
né dal suo sesso né dalla sua età ". L'educazione dei figli non era lasciata al
caso. La tenerezza della madre era severa ed il giovane Nabulio dovette spesso
sopportare i suoi giusti rimproveri. Più tardi l'imperatore confessò: "Ero un
attaccabrighe, un diavoletto, niente mi incuteva soggezione. Non avevo paura di
nessuno, ora picchiavo l'uno, ora graffiavo l'altro. Mi facevo temere da tutti".
Giuseppe era il primo a subire ordini e spintoni da questo giovane ribelle che
già cercava di esercitarsi alla carriera di soldato. Napoleone fu allievo delle
suore e, successivamente, dell'abate Recco; imparò il francese e, se mostrava
scarsa attitudine per l'insegnamento religioso, stupiva invece per la sua abilità
nel risolvere i problemi di matematica. Il padre, Carlo Maria, fu nominato nel
1771 assessore del Giudice reale di Ajaccio: tuttavia, né il magro stipendio derivante
da tale carica né i pochi profitti delle terre di famiglia consentivano a quest'uomo
spendaccione e alla sua famiglia di vivere nell'agiatezza. Presto egli richiese
delle borse di studio per i suoi due figli maggiori, dopo aver dimostrato la nobiltà
e lo stato di indigenza della famiglia. Fu così che, nel 1779, Napoleone, all'età
di 9 anni, fu ammesso alla scuola militare di Brienne (circa 200 km ad Est di
Parigi).
A Brienne, Napoleone sente ridestare in sé il proprio patriottismo
corso e comincia a nutrire ammirazione per il generale Paoli. Nel 1784 entra alla
scuola militare di Parigi, dalla quale esce come tenente di artiglieria all'età
di 16 anni; non ha progetti troppo ambiziosi: ritornare in Corsica per dedicarsi
alla carriera politica e militare e scrivere una storia dell'isola. Fin dal 1789,
all'età di 20 anni, aderisce agli ideali della Rivoluzione.
La legge del 3
febbraio 1792 autorizzava gli ufficiali francesi ad arruolarsi nei reggimenti
delle Guardie nazionali corse soltanto a condizione che fossero stati eletti tenenti
colonnelli. Così Napoleone Bonaparte, a quel tempo in licenza in Corsica e desideroso
di seguire da vicino gli avvenimenti che vi si svolgevano, si candidò come tenente
colonnello in seconda, dietro Giovan Battista Quenza, presso il 2° battaglione
dei Volontari corsi di Ajaccio-Tallano. Entrambi furono eletti il 1° aprile 1792,
a dispetto degli intrighi di Paoli. Otto giorni più tardi ebbe luogo ad Ajaccio,
in occasione di una gara di birilli, una rissa che degenerò in sommossa. Tra i
Volontari corsi delle Guardie nazionali e i cittadini scoppiò una sparatoria,
nella quale trovò la morte un tenente del 2° battaglione. All'indomani, il battaglione
Quenza-Bonaparte aprì il fuoco sui fedeli che uscivano dalla cattedrale, uccidendo
diverse persone. Questa violenza scatenò 8 giorni di guerra civile, per la quale
la popolazione serbò rancore per lungo tempo al futuro imperatore. Peraltro, Bonaparte
aveva appena visto fallire il suo progetto di conquistare la cittadella: il colonnello
Maillard, che ne era il comandante, gli intimò di arrendersi ed egli dovette partire
da Ajaccio. L'anno successivo la città, ormai conquistata alle idee di Paoli,
non tollerando che Luciano, fratello di Napoleone, avesse gettato sospetti sul
comportamento del "Padre della patria" dopo il fallimento della spedizione in
Sardegna, si rivoltò contro i Bonaparte, che ostentavano la propria fedeltà alla
Convenzione e fuggirono abbandonando la casa ed i beni. Letizia e le figlie riuscirono
a raggiungere i Milelli, mentre Napoleone partì per Bastia. Presto l'insurrezione
si estese a tutta l'isola: la Casa Buonaparte di Ajaccio fu saccheggiata, ma Napoleone
persuase i commissari della Repubblica della necessità di riconquistare la città
e una flotta francese gettò l'ancora nella rada. Lui stesso occupò con 50 uomini
la torre di Capitello per attaccare la città da terra, mentre la flotta la bombardava,
ma la torre fu cinta d'assedio e l'operazione fallì. Napoleone, tuttavia, riuscì
a raggiungere la flotta e due mesi più tardi si ricongiunse con i suoi, arrivati
alla torre dai Milelli; da qui, essi raggiunsero Calvi, il 3 giugno, quindi Tolone.
Napoleone avrebbe rivisto la Corsica soltanto al suo ritorno dall'Egitto. E' soltanto
in Francia, però, che ha inizio la folgorante carriera di Napoleone. Capitano
d'artiglieria, egli si distingue a Tolone nel 1793, poi, come generale di brigata,
nella campagna d'Italia del 1796 e nella spedizione in Egitto (1798-1799); dopo
il colpo di Stato del 18 Brumaio anno VIII (1799) diventa Primo Console, poi Console
a vita. In meno di 5 anni il Consolato gli permette di centralizzare il potere
a vantaggio della propria ambizione. Proclamato imperatore dei francesi il 18
maggio 1804, è incoronato a Notre-Dame il 2 dicembre, all'età di 35 anni. Nel
1807 domina l'Europa.
La Casa
di Napoleone ad Ajaccio ed il Museo