Itinerari Sacri: la Via Bolognese
Una strada storica, la Via Bolognese: il nostro itinerario inizia
partendo da Firenze imboccata via Bolognese (strada statale n.
65 della Futa) - antica via tra Firenze e Bologna su cui sorsero
ville, castelli e molti ospedali per pellegrini e viandanti -
si giunge, allo splendido e storico
Parco
della Villa Demidoff, a Pratolino. Si prende a destra la via
di Bivigliano e dopo circa 500 mt. a sinistra si trova la quattrocentesca
Pieve di San Cresci a Macioli con campanile romanico. Preseguendo
arriviamo a Bivigliano, un piccolo borgo situato in posizione
panoramica, qui troviamo l’antica chiesa romanica di S. Romolo
già esistente prima dell’anno 1000. All'interno della Chiesa è
conserva una pala d’altare di terracotta invetriata di Andrea
della Robbia e in una nicchia presso il fonte battesimale una
statua lignea di San Giovanni Battista del XV sec. Da Bivigliano,
è possibile dominante tutta la vallata del Mugello, nelle
vicinanze troviamo il
Convento di Montesenario dei Padri
Serviti, al quale si accede, oltre che per una larga strada asfaltata
costeggiata da altissimi abeti, anche seguendo a piedi la suggestiva
vecchia strada lungo la quale sono edificati i tabernacoli della
Via Crucis.
Da Bivigliano si scende all’abitato di
Vaglia, già feudo
dei Vescovi fiorentini che eressero a circa 1 km dal paese la
Pieve di San Pietro nell’VIII sec. L’edificio, completamente modificato
ed ampliato nel ‘700, conserva dipinti secenteschi di notevole
pregio, il Crocifisso ligneo attribuito al Giambologna. Continuando
per via Bolognese si oltrepassano i borghi di Tagliaferro e Campomigliaio
e poco prima di San Piero a Sieve, al bivio di Novoli si volge
a sinistra per
Barberino di Mugello. Lungo il percorso
si tralascia sulla sinistra una stradella bianca che porta al
Castello del Trebbio commissionato a Michelozzo nel 1461
da Cosimo de’ Medici e poco oltre si incontra la splendida
Villa
Medicea di Cafaggiolo.
Poco prima di Barberino del Mugello, sulla
strada per Montecuccoli, un breve tratto a sinistra porta alla Pieve di S. Andrea
a Camoggiano, caratterizzata da una elegantissima facciata a loggetta del 1470.
All’interno della canonica si trova uno splendido chiostro con loggiato sorretto
da esili colonne con capitelli in stile ionico. La chiesa, ad una navata, conserva
un notevole fonte battesimale robbiano in terracotta invetriata bianca e oro.
Oltrepassata la piazza principale di Barberino di Mugello si percorre la strada
che costeggia i giardini pubblici; dopo il ponte sul torrente Stura, situata in
posizione leggermente sopraelevata rispetto al paese, si trova la Badia di S.
Maria a Vigesimo. Questa abbazia vallombrosana, ampiamente ristrutturata nel sei-settecentesco,
rappresenta un saliente episodio di arte barocca.
Da Barberino si prosegue
sulla provinciale a nord verso S. Gavino, dove troviamo la Pieve di S. Gavino
Adimari eretta nel 1037 dai Conti Alberti di Mangona. Entrando poco dopo sulla
via Bolognese per salire sino al Passo della Futa. Poco distante troviamo un grande
monumento visibile da lontano si tratta del più grande cimitero militare tedesco
in Italia, vi sono seppelliti 30.683 caduti.
Dal Passo della Futa si continua fra pascoli e belle abetaie arrivando
a Covigliaio (qui si fermarono Nicola I Zar di tutte le Russie,
il poeta Byron, Papa Pio IX) continuando poi per Firenzuola. Poco
prima di arrivare a Firenzuola, sulla destra, si trova una strada
che conduce a Cornacchiaia e alla Pieve di S. Giovanni Battista
Decollato. la Pieve è sorta lungo l’importante via medioevale
di S. Agata, la Pieve di S. Giovanni Battista Decollato presentava
notevoli analogie costruttive con la Pieve di S. Agata collocata
al di là dell' appennino. Da Firenzuola, il nostro itinerario
continua sulla via Imolese per il Passo del Giogo. Giunti al piccolo
abitato di Rifredo si prende a sinistra la strada per la vicina
Badia di S. Pietro in Vincoli di Moscheta. Fondata nel 1034 dal
Beato Rodolfo dei Galigai, dell’ordine vallombrosano di S. Giovanni
Gualberto, (vedi anche l'
Abbazia
di Vallombrosa) della costruzione originaria resta solo un
grosso muro con un arco spezzato. La leggenda racconta che il
Galigai avrebbe costruito un convento troppo vasto, che fu distrutto
dal vicino fiume gonfiatosi in seguito alle preghiere di S. Giovanni
Gualberto, fautore di maggiore umiltà. Nella più recente Badia
del XIV sec., troviamo un bel cortile con il porticato, ed in
un locale all’interno vi è la sorgente di Moscheta. Nei locali
a sinistra dell’ingresso è allestito un rifugio per escursionisti,
che da anni frequentano questa località immersa in una verdissima
area protetta ricca di vegetazione, da questa zona iniziano numerosi
percorsi per il
Trekking. Valicato
il Passo del Giogo si scende, fra vaste pinete prima, boschi di
castagno e quercie poi, sino ad incontrare Scarperia, fondata
come Firenzuola dalla Repubblica Fiorentina nel 1306 a difesa
della nuova strada del Giogo. La parte antica racchiusa fra alte
mura, delle quali sono ancora visitabili lunghi tratti, conserva
il regolare impianto originario impostato sull’asse della vecchia
via Imolese con strade minori ad assi paralleli o ortogonali.
Sulla piazza centrale, dov’è l’imponente Palazzo dei Vicari (1306)
che rappresenta il simbolo indiscusso degli stretti legami che
legarono
Scarperia a Firenze,
si trova l’Oratorio della Madonna di Piazza dove, secondo la tradizione,
si compiva la solenne cerimonia nella quale i Vicari prendevano
possesso del loro ufficio e ricevevano il giuramento di obbedienza
dei Podestà del Vicariato. Scarperia è famosa per la lavorazione
dei coltelli.
Sempre
sulla piazza si trova la Propositura dei SS. Jacopo e Filippo, già chiesa di un
convento agostiniano, del quale resta parte del chiostro quattrocentesco. All’interno
affreschi quattrocenteschi, un Crocifisso ligneo del Sansovino, un tondo marmoreo
di Benedetto da Maiano (XV sec.), un tabernacolo per gli oli santi di Mino da
Fiesole.
Da non perdere la vicina Pieve di S. Agata posizionata su una delle
più importanti vie di comunicazione del medioevo: la "
via di S. Agata"
che metteva in comunicazione Firenze con Bologna attraverso il Passo dell’Osteria
Bruciata. Il paese si sviluppò intorno alla Pieve, eretta intorno all'anno 1000.
La Pieve di S. Agata ha subìto vari restauri, l'interno è costituito da
tre navate divise in quattro campate da alte colonne di pietra alberese su cui
poggia direttamente, con originale soluzione architettonica, la travatura lignea
della copertura a due spioventi.
Dopo la breve deviazione torniamo a Scarperia
da qui si continua sulla via Imolese per S. Piero a Sieve; a circa 3 km dall’abitato
sulla sinistra, su un vicino poggetto si trova la Pieve di S. Maria a Fagna, risalente
al X sec., il suo aspetto tardo gotico dovuto ad un radicale rifacimento nel 1770.
Del periodo romanico conserva, di marmo bianco e serpentino verde, un pulpito
poligonale a sei specchi con intarsi sostenuto da tre colonnette con capitelli
e un fonte battesimale ottagonale con otto formelle.
Poco prima di S. Piero
a Sieve, sulla sinistra, per una strada secondaria, si giunge ad uno dei più antichi
conventi toscani: il
Convento di Bosco ai Frati, al centro di una ampia
e folta cerreta. Il convento, fondato prima dell’anno 1000, fu donato nel 1206
a S. Francesco, che vi fece installare i confratelli nel 1212. Vi soggiornò anche
S. Bonaventura cui è dedicata la chiesa del convento. Nel 1420 fu acquistato da
Cosimo de’ Medici e riedificato quasi completamente su disegno di Michelozzo,
che ingrandì la chiesa con il campanile e la sagrestia e realizzò sopra la sagrestia
il dormitorio. A Michelozzo sono attribuiti anche il refettorio, la facciata della
chiesa, lo splendido porticato scandito da possenti pilastri cilindrici e dotato
di una cisterna. Molti furono i doni preziosi lasciati dai Medici al convento
e fra tutti emerge il prezioso Crocifisso ligneo attribuito a Donatello, oggi
conservato nel piccolo Museo di Arte Sacra annesso al convento. Aperto tutti i
giorni: per informazioni tel. 055 848111 Visite guidate per gruppi tel. 055 8458793
Ritornati a San Piero a Sieve, importante crocevia dove si trovano le più
antiche proprietà dei Medici, merita una visita la Pieve di S. Pietro dove soggiornò
tra il 1482 e il 1529 Leonardo di Bernardo de’ Medici, Vescovo di Forlì, lo stemma
di famiglia si trova sulla porta principale. Il fonte battesimale in terracotta
policroma invetriata, eseguito dalla bottega dei della Robbia nel 1518, fu fatto
realizzare dalla famiglia de' Medici. Anche il Crocifisso ligneo, attribuito a
Raffaello da Montelupo, è stato donato dalla famiglia de' Medici. Orario
di apertura: dalle 7.30 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 17.30 Per informazioni:
tel. 055 848161.
Da S. Piero a Sieve si ritorna a Firenze per via Bolognese
tornando al punto di partenza.