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Santa Maria a Corsano
 
La Pieve di Santa Maria della Sovara
La Madonna del Carmine
La Pieve di Micciano
 
In località San Leo di Anghiari, lungo la strada statale che collega Sansepolcro ad Arezzo, l'occhio del turista sarà catturato senza dubbio dall'antica chiesa romanica di Santa Maria a Corsano, una costruzione del XII secolo probabilmente edificata dai Camaldolesi sui ruderi di un tempietto pagano. La Chiesa di Santa Maria a Corsano è situata vicino ad una fonte d'acqua sulla vecchia strada che collegava Anghiari con Citerna e si erge proprio al sommo della scarpata che si innalza di una decina di metri dalla valle dove anticamente scorreva il Tevere. Di grande interesse è la soluzione di campanile torre nella facciata, con ingresso alla chiesa ricavato nella base del campanile.
L'interno è rinascimentale con interessanti decorazioni in pietra negli archi e nei pilastri. L'altare maggiore (XVII sec.) è ornato da una splendida Madonna del Latte ed è logico pensare ad un rapporto fra il culto popolare e la fontana che scaturisce nei pressi del tempio. All’interno è  conservato anche un ex voto, un affresco rinascimentale di fattura piuttosto rozza in cui si legge abbastanza bene Evangelista di Compagno ha fatto fare questa immagine.
Confiscata dallo Stato italiano nel 1866, Santa Maria a Corsano, beneficio di donazione apostolica, fu venduta con le terre circostanti a privati ed adibita successivamente a magazzino agricolo.
Rimase aperta al culto fino al 1882 e nel 1917 dichiarata monumento nazionale.
Fu restaurata dalla Soprintendenza ai monu­menti e riaperta al culto il giorno dell'8 dicembre 1954.
Oggi la Chiesa di Corsano non versa proprio nelle condizioni migliori (l'ingresso rimane quasi chiuso alla vista, l'interno è segnato da profonde crepe, l'affresco porta evidenti i segni della trascuratezza), ma resta comunque un autentico gioiello di architettura romanica,  
La Pieve di Santa Maria della Sovara
Ai piedi del versante occidentale della collina di Anghiari, lungo la strada provinciale della Libbia, prima dell’abitato di Tavernelle, si scorge, in prossimità di una curva, la Pieve di Santa Maria della Sovara. I primi atti che ne documentano l'esistenza risalgono al Mille, ma si crede che la Pieve abbia origini ancora più lontane (VII-VIII sec.) e che la costruzione fosse impostata su pianta a croce latina con presbiterio ed una  sola navata terminante in tre absidi. Questa caratteristica, riferita al sacro principio della Trinità, farebbe supporre ad una sua origine come missione tra le popolazioni longobarde al fine di affiancare la religione cattolica all'arianesimo.  
Legata anch'essa ai Camaldolesi, ebbe la protezione del Duca di Milano contro le pressioni che, tra il XIV ed XV secolo, la famiglia aretina dei Tarlati esercitava dai castelli di Toppole e Valialle sui possedimenti camaldolesi.
Nella seconda metà del '400 i lavori di ristrutturazione condussero la chiesa all'aspetto attuale, con alte colonne in pietra ed una slanciata torre campanaria  a lato dell'edificio.
La Pieve di Sovara è, in estate, abituale sede dei concerti allestiti nell'ambito della rassegna polifonica Guido d’Arezzo.
  La magica cornice delle serate estive fa sì che lo spazio antistante alla chiesa talvolta si presti per ospitare qualche conviviale, e proprio un'immagine colta durante queste occasioni è stata eletta per rappresentare la pubblicità dell'Ente Nazionale Italiano per il Turismo


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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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