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Artigianato - Un'economia attraverso i secoli

 
Anghiari, per il  modo  stesso di comunità rustica, fu centro ricco di botteghe artigiane. Il governo degli Abati camaldolesi (XII-XIV sec.) fu, con la sua liberalità, l'incentivo più efficace all'espansione del borgo, al sorgere di un vivace mercato e di botteghe artigiane: vasai, fabbri, maestri di pietre e legname, maestri di muro, tessitori, stipettai, calzolai, gualcatori, mugnai, armaioli. L'importanza dell'attività edilizia, forse il maggior pilastro dell'economia anghiarese, fu riscontrata anche dal fatto che l'unica corporazione riconosciuta dallo statuto era quella dei maestri di pietre e legnami. Tra il '500 e l'800 si affermarono con molta fortuna l'arte del ferro battuto (che ci rammenta la famiglia Miccioni) e la produzione di armi da fuoco, ovvero fucili, pistole, pezzi rari di un'arte raffinata custodita in importanti collezioni e musei nazionali ed esteri.
 Le antiche scritture dell'Archivio Comunale ci tramandano nomi che a volte configurano più di una generazione di attività operativa in una stessa famiglia in un artigianato di alto pregio. Si legge che nel 1475 Folco e Neri di Cristofano di Pisanello di Cristofano, fabbri d‘Anghiari, tolsero a pigione dallo Giusti la sua bottega, dal Mercatale con i mantici, accendino, la rota con tutti i ferri e legnami che adoperava Giov. padre di Ser Giusto essendo anch 'egli fabbro.
Nel 1424: Quindici botteghe di fabbri in Anghiari.
Nel 1485: Cipriani di Baldassari di Guido, impetrò licenza dalla Comunità di Anghiari di poter aprire una concia di cuoi.
Nel 1486: Birsina di batista legnaiolo, fece la porta di S. Agostino.
Il 4 agosto 1554: Gregorio di Marco da Modigliana, armarolo per aver fatto palle di piombo per le moschette e da lanciare per l'artiglieria ed altre cose del corpo.
Ad Anghiari, tra il 1700 ed il 1800, troviamo un Matassi disegnatore ed un Vallini incisore che erano,  però,  anche  armaioli. Sembra che il bulino abbia trovato prevalente applicazione nella decorazione delle armi, nelle rifiniture del ferro, nella fabbricazione di marchi e, qualche volta, nella falsificazione di monete.  
 
In Toscana, nello scorcio del '700, le attività economiche ebbero un notevole impulso dalla nuova politica granducale di Leopoldo I. E certo che in Anghiari le manifatture erano peraltro avvantaggiate da alcuni fattori ambientali: i boschi, che fornivano combustibile per il processo di lavorazione, e le miniere di ferro e di rame attivate sui Monti Rognosi, fra Montauto e il Ponte alla Piera, sul percorso di un'antica strada romana.
Soprattutto, però, la zona aveva una grande tradizione artigiana in grado di offrire una manodopera altamente qualificata. Nei primi del secolo scorso Anghiari contava una popolazione di cinquemila abitanti. Esisteva un lanificio di panni fini e grossi con 30 addetti, una concia di pelli e cuoi con 6 operai, una fabbrica di griglie e ringhiere, tintorie grossolane in lana con 25 operai, 20 stovigliai ed armaioli, 13 molini ad acqua, 6 fabbri ferrai.

La tessitura richiedeva una coltivazione della canapa per 98 ettari e del lino per 147 ettari. Rilevante era la coltivazione del guado per tintura dei tessuti. Nel 1833 si parlava di attività importanti: un lanificio, otto gualchiere, cinque tintorie, due fabbriche di cappelli di feltro, due archibusiere, una fabbrica di strumenti chirurgici, due polveriere, tre fornaci di terraglie ed altre di calce e laterizi. Le attività erano puramente artigianali a livello di bottega. Frequenti erano la lavorazione della canapa e del ferro. Fino al nostro secolo, e per parte di esso, il livello artigianale di Anghiari rimase nell'assetto tradizionale. Sorge l'arte tipografica e si afferma una fabbrica di strumenti musicali. Tra le attività degne delle massime onorificenze, si ricorda: nel 1873 le stoviglie in terracotta presentate dai vasai Luconi e Mondini all'Esposizione Universale di Vienna, nel 1910 all'Esposizione di Milano le calzature dell'artigiano Desidero Allegretti, nel 1935 il liutaio Milton Poggini riceve la Croce al Merito e la Medaglia d'Oro nell'Esposizione Internazionale d'Arte di Parigi.  

È anche per questi illustri precedenti che Anghiari avvertiva l'esigenza di creare una struttura che, riallacciandosi alle tradizioni artistiche e popolari locali, potesse anche rispondere alle esigenze di un artigianato moderno. Così nel 1962, con decreto del Presidente della Repubblica, prese vita l'Istituto Statale d'Arte di Anghiari per l'Arte del legno e il restauro del mobile antico.
La Mostra Mercato dell’Artigianato, che si svolge ogni anno alla fine di aprile, vuole quindi rappresentare la riscoperta e la conoscenza di quegli artigiani che, eredi di un illustre passato, presentano in questa rassegna i prodotti della loro maestria, del loro rigore metodologico e della loro originalità.  
 


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Autore Fabio Montagnani
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Ultimo aggiornamento il 1 Giugno 2017
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