Quando
si parla del presepe, si è soliti fare riferimento ad una data, il Natale del
1223, quando San Francesco lo avrebbe “inventato” a Greccio (Rieti). Se il miracolo
francescano può essere considerato un passaggio rinforzante nella tradizione giunta
fino a noi, di fatto il presepe non ha una precisa “data di nascita”, in quanto
si è venuto formando nei secoli attraverso usi e forme diverse, nella pittura
e nella scultura delle chiese, nelle sacre rappresentazioni.
C'è
un fatto singolare da sottolineare: la sensibilità missionaria dei nostri tempi
insiste molto sulla necessità di inculcare il vangelo nelle diverse realtà etniche
e territoriali. Orbene, si può dire che il presepe è una tradizione che da tempo
esprime vivamente una lettura dell'Evento cristiano dentro l'esperienza storica
di ogni popolo. Il presepe è infatti una tradizione che coinvolge tutti i paesi
cristiani e tutti i cristiani nei vari paesi, e ognuno ha un suo modo di celebrare
e raffigurare la nascita di Cristo. Ogni popolo fa il presepe a modo proprio,
con la fantasia della propria terra secondo lo spirito della fede.
E'
dentro questa tradizione che è maturata la passione per il presepe che caratterizza
la vita e l'impegno di Carlo Battista Castellini nato a Bornato di Cazzago San
Martino (Brescia) il 16 ottobre 1944. Affascinato dai presepi fin da bambino,
è stato in particolare il padre Francesco che ha trasmesso al figlio Carlo l'amore
al presepe, un amore coltivato con la formazione e la crescita del senso religioso
della vita, insieme con un innato gusto artistico. Questo spirito ha trovato un
terreno propizio per uno sviluppo impensato in due direzioni: quella professionale
perché Carlo Castellini è un falegname e quella culturale alimentata soprattutto
nella consuetudine del viaggiare, alla scoperta di tutte le contrade del mondo
e ovunque alla ricerca del presepe originale.
Carlo
Castellini inizia il cammino di presepista nel 1996 con l'intento di riproporre,
attraverso uno strumento visivo, la vita del Signore. Di colpo mille immagini,
sensazioni e messaggi si impongono nella sua testa, desiderosi di uscire, attraverso
la sua mano, sotto forma di espressioni concrete. Anno per anno, Carlo Castellini
è venuto accumulando un patrimonio che oggi è molto ricco sia quantitativamente
che qualitativamente. Nascono infatti i suoi primi presepi, poi diorami che si
caratterizzano per la precisione della ricostruzione ambientale, la cura estrema
dei dettagli, l'armonia dell'insieme, l'uso sapiente della luce. Il tutto parte
da uno studio attento della scena, della prospettiva, con costruzione in gesso
o polistirolo della base, ricerca dei colori appropriati, un'infinità di mobili,
utensili domestici vari, vasi, anfore, piante, attrezzi di lavoro e quanto altro
possa servire per mettere lo spettatore nella condizione di capire, di ricordare
e di meditare. Naturalmente ci sono presepi di ogni genere e di ogni forma, dal
più piccolo al più grande (da quello contenuto in un guscio di noce, personaggi
costruiti con foglie di banana, canne di bambù, in ebano, in terracotta, ai personaggi
di proporzioni quasi umane, provenienti dalle Filippine). Fin qui siamo nell'ordine
di una raccolta quasi normale di presepi. Ma l'aspetto più impegnativo e più ricco,
è costituito dai presepi realizzati come dicevamo, a forma di diorama.
Ricordiamo
che il diorama è una scena costruita in modo che, mediante effetti di prospettive
e d'ombre, cerca di creare l'illusione di una veduta naturale. Carlo Castellini
ha sviluppato questo sistema inserendo i presepi originali nel contesto paesaggistico
dei singoli paesi di provenienza, da lui visitati e ricostruiti con pazienza e
maestria, grazie anche all'aiuto di fotografie e riprese con videocamera.