ARCHEOLOGIARADIO ARCHEOLOGIA: ti racconto l'antico, ti svelo
il mistero di Alba Fucens Ecco Silla, virile, marmoreo, comincia a raccontarti
di una cittàche si specchiava nel lago. Ha una voce profonda, appena inquietante.
Solo un attimo e sei già dentro, catturato…quando ti viene incontro Agrippina
con due imperatori. Non è una scena teatrale ma una mostra di archeologia allestita
secondo uno stile decisamente affascinante e nuovo: qui si fa anche della radio
archeologia. Affabulazione e filologia ma anche creatività contemporanea. I reperti,
i più importanti, parlano: belle voci narranti, racconti d'epoca, effetti teatrali,
giochi di luci, colori. L'emozione cresce nella camera buia dove in un gioco di
vedo e non vedo arrivano le voci meravigliate e i racconti di chi scoprì la Venere.
E' lei, dalle forme splendide di un bianco latte prezioso, il capolavoro che si
rivelò come in un sogno sotto il sole del primo mattino ad un gruppo di archeologi
a metà del secolo scorso ad Alba Fucens, un'antica colonia romana, un luogo misterioso
e nascosto sulle montagne abruzzesi, una piccola Pompei a cui Roma dedica una
originalissima mostra all'Accademia Belgica, "Poco grano molti frutti" (dal dal
1 novembre al 10 dicembre e dal 22 dicembre a Bruxelles). LE VOCI: AGRIPPINA
- SILLA "Sono Agrippina, moglie e madre di principi: Nerone, mio figlio,
che deve a me sola il suo immenso potere; e Claudio, mio marito, che, giunto al
termine della sua vita mortale, è cenere ormai. Claudio, giudicato da tutti uno
sciocco. Non lo era , forse; e comunque non sempre. C'era in lui, anzi qualcosa
di grande. Concepiva disegni straordinari, riuscendo con la sua ostinazione a
realizzarli. Pensò di prosciugare il lago Fucino, lì tra i monti che racchiudono
Alba; opera che il pugnale di Bruto aveva impedito al divo Giulio di realizzare.
Undici anni di ininterrotto lavoro: trentamila uomini impegnati nell'impresa.
Un monte in parte scavato, in parte tagliato, per realizzare il canale, lungo
tre miglia, dove far defluire le acque del lago. Opera immensa, che Claudio, mio
marito, portò a termine. E poco importa che il principe divenisse anche allora
oggetto di ludibrio; quando, durante la naumachia offerta prima che il lago venisse
prosciugato, si aggirava goffamente sulle rive, per convincere i marinai a combattere.
L'opera era stata realizzata ed io ero lì, io, Agrippina, moglie e madre di principi."
"Alba, fosti fedele a Roma quando pericoli estremi incombevano sull'Urbe;
ma in seguito, a tuo danno e disdoro, hai abbracciato il partito di Mario, osando
schierarti contro di me. Hai pagato il giusto prezzo per la tua imprudenza. Hai
visto le tue terre divise tra i veterani miei e di Metello Pio. Dopo la mia
morte, gli incendi dei tuoi edifici si sono rispecchiati nelle acque tranquille
del lago, arrossato dal sangue dei tuoi cittadini. Come un albero potato da un
villico duro, il tuo tronco amputato germoglia ora in un rigoglio prodigioso di
edifici: le terme, il santuario di Ercole, il rifacimento della Basilica e del
teatro, il Ginnasio. La tua, in fondo, non è stata, dunque, follia, né il nerbo
inflessibile di Silla e dei suoi uomini soltanto strumento di desolazione e di
morte". Per Agrippina è stato utilizzato ampiamente Svetonio; per Silla Orosio
che è l'unica fonte relativa alla distruzione parziale di Alba da parte dei Sillani.
NOTA ALLESTIMENTO Tutto l'allestimento mira a ricreare, attraverso
differenti tecniche comunicative, le atmosfere e le suggestioni che hanno accompagnato
i momenti salienti delle scoperte, superando il concetto di mera esposizione del
manufatto archeologico, anche attraverso il racconto di un territorio e della
sua gente e di chi su quel territorio ha scoperto e narrato. Il sistema allestitivo
si articola su due livelli. Al piano terra l'elemento caratterizzante è rappresentato
da una sorta di "camera delle meraviglie" delimitata da quinte irregolari che,
creando un gioco di pieni e vuoti, pongono l'attenzione su alcuni reperti più
significativi. Il resto del percorso espositivo è definito da una serie di elementi
autoportanti costituiti da basi e fondali grafici che sostengono ed inquadrano
le sculture. Al primo piano il grande salone è diviso da due pareti simmetriche
bifacciali. Nella parte centrale queste sono scandite da una teoria di "panche-espositori"
sulle quali sono collocate le sculture marmoree, la cui visione è esaltata da
ambientazioni video-sonore e da un'illuminazione d'accento. Lungo le pareti laterali
una serie di vetrine ospitano i diversi reperti venuti alla luce prevalentemente
nelle campagne di scavo tra il 1949 ed il 1978, oltre a quelli riferiti alle indagini
più recenti. ARCHEOLOGIA RADIO
ARCHEOLOGIA: ti racconto l'antico, ti svelo il mistero di Alba Fucens LA
RINASCITA DI ALBA FUCENS Ambasciatore
del Belgio a Roma
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