Questo è l'itinerario che attraversa tutti gli ambienti naturali
del Parco, pertanto il più completo, ma proprio per questo, il
più utilizzato dai turisti, pertanto se ne consiglia la visita
a chi, non avendo mai visitato il Parco, voglia coglierne, in
poco meno di tre ore, gli aspetti salienti.
Il primo tratto del sentiero attraversa una zona boschiva composta
da leccio, corbezzolo, alaterno e altre piante caratteristiche
della macchia mediterranea, quali erica, lentisco, mirto, fillirea.
In questo tratto si nota come l'ambiente abbia subito negli anni
l'attività modificatrice dell'uomo, che ha influito sulla composizione
della vegetazione e sull'aspetto paesaggistico.
Arrivati
ad una piccola carbonaia è possibile effettuare una breve deviazione,
per poi tornare sullo stesso bivio e seguire di nuovo l'itinerario.
Questa breve variazione del percorso ci conduce ad un punto panoramico
di inusitata bellezza, chiamato "apparita". Lo scenario è caratterizzato
dalla "piana dei cavalleggeri", un tempo area palustre, nella
quale si possono individuare i vecchi canali utilizzati durante
la bonifica. Le tappe salienti del nostro percorso: la torre di
Castel Marino (in alto a destra), la pineta granducale (al centro),
la duna sabbiosa e la torre di Collelungo (a sinistra) si sviluppano
intorno a quest'area pianeggiante. Tornati sul sentiero principale,
dopo una breve salita si arriva alla prima torre, edificata sull'orlo
di una rupe a picco sulla pianura sottostante. Da qui è possibile
ammirare il paesaggio più spettacolare del Parco.
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Davanti a noi possiamo vedere: la costa e la pineta, e inoltre,
il canale per lo scolo delle acque palustri utilizzato durante
i lavori di bonifica del territorio, la foce dell'Ombrone con
i caselli idraulici e, in lontananza la pianura di Grosseto sino
a Castiglione della Pescaia. Quando il tempo lo permette è possibile
vedere l'Isola del Giglio, l'Isola d'Elba, due delle Formiche
di Grosseto, Montecristo e il Monte Argentario. Ora si scende
per un ripido viottolo sassoso, e si arriva nella pineta. Da qui,
percorso un breve tratto, si giunge al canale di acqua salmastra,
ove, durante la stagione calda, è possibile vedere le graziose
tartarughe di palude, si oltrepassa la zona retrodunale coperta
di ginepri e si accede alla spiaggia. Le dune costiere, uniche
in Italia per la loro dimensione e complessità, meritano una particolare
attenzione.
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Qui crescono numerose le "piante pioniere", quali i cespugli
di ammofila, la cineraria, l'eringio e, in estate, il giglio di
mare. Proseguendo sulla spiaggia, si aggira la scogliera di Collelungo
e si sale lungo il sentiero che conduce alla omonima torre, da
qui, percorrendo il crinale panoramico del rilievo roccioso, si
giunge ad un oliveto abbandonato per riprendere, poi, la strada
asfaltata per Pratini.