Volterra, magica e misteriosa: la "città del vento e del macigno"
di D'Annunzio, è un agglomerato urbano dove, grazie all'isolamento
che per secoli ha limitato lo sviluppo industriale, impedendo
lo scempio edilizio che troppo spesso accompagna lo sviluppo
economico, è ancora possibile gustare l'atmosfera di un antico
borgo medioevale.
Volterra
affonda le sue radici in tremila anni di storia, e la particolarità che di ogni
periodo storico è possibile trovare tracce o testimonanianze, ha contribuito a
renderla unica nel panorama delle molte città d'arte. Sintomatica di tutto ciò
è l'Acropoli, ubicata nel Piano di Castello, la parte più alta del colle volterrano,
che comprende anche la Fortezza Medicea e
l'attuale Parco. In questa zona, attraverso varie stratificazioni, è possibile
leggere la nascita e lo sviluppo della città, dalla preistoria al XV secolo.
Le
origini di Volterra sono tuttora avvolte nel mistero; esistono solo leggende,
legate alla nascita ancora misteriosa del popolo degli Etruschi, o Tyrrenoi, come
erano chiamati dai Greci.
Una
prima leggenda, che risale ai tempi di Augusto, afferma
che Volterra sarebbe stata una fiorente città già prima della
guerra di Troia, vale a dire nel XIII sec. a.C. Secondo questa
leggenda i popoli della Lidia, costretti ad abbandonare le loro
terre in Asia Minore, sarebbero sbarcati nell'Italia centrale.
Il colle ove sorge Volterra, per la sua orografia che, collocandolo
isolato tra due valli lo rende facilmente difendibile, sarebbe
stato scelto per il loro insediamento dal re dei Lidi, che si
chiamava Tyrrhenòs e dette il nome alla città ed al mare vicino.
La zona era già abitata da una popolazione appartenente alla
nazione Etrusca, che accolse di buon grado i nuovi arrivati
e consentì loro un facile inserimento che accelerò lo sviluppo
dei due popoli integrati.
Una seconda leggenda colloca la nascita di Volterra in
un passato ancora più remoto, affermando che la città sarebbe
sorta per opera di Giano, parente del biblico Noè, se non addirittura
per opera dello stesso Noè. E' interessante notare che Giano
è stato un personaggio molto familiare della cultura etrusca,
tanto che con la sua effigie furono coniate le più antiche monete
della città.
In
ogni modo, al di là delle leggende, alcuni reperti rinvenuti nei dintorni della
città ci consentono, di collocare la nascita di Volterra almeno intorno all'anno
1000 a.C. Sono, queste, le tracce di una civiltà in cui, oltre ad arnesi ed armi
di bronzo, si fa già uso anche di strumenti di ferro; si tratta della cosiddetta
Civiltà Villanoviana. La ricostruzione di alcune tombe di questo periodo si trova
nel Museo Etrusco Guarnacci.
Del
periodo etrusco rimangono varie tracce della cinta muraria, l'imponente Porta
all'Arco, la necropoli dei Marmini (la necropoli arcaica delle Ripaie, purtroppo,
è scomparsa per lasciare il posto all'attuale campo sportivo, mentre quelle di
Badia sono sprofondate nelle Balze) e i numerosi reperti archeologici conservati
nel Museo Etrusco Guarnacci, dall'Ombra della Sera (bronzetto con un profilo unico,
ancora indecifrabile), alle urne cinerarie, ai gioielli finemente lavorati, ai
particolarissimi vasetti porta profumo in vetro e oro (la tecnica di lavorazione
è rimasta sconosciuta fino ai nostri giorni). E' di quest'epoca (IV-I sec. a.C.)
il periodo di maggior splendore, confermato anche dalla diffusa monetazione del
III sec. a.C.
Il
Teatro romano di Vallebona, (fine del
I sec. a.C.), invece, è testimone dell'importanza che Volterra ebbe in età romana.
I rappresentanti di varie famiglie volterrane ricoprirono cariche importanti nella
vita pubblica di Roma e della nascente Chiesa (S. Lino, il successore di S. Pietro,
era un volterrano). Sviluppatosi il Cristianesimo, Volterra segue la nuova fede
e, alla caduta dell'Impero Romano (476 d.C.), diviene sede vescovile, a capo di
una vastissima diocesi, ma è intorno all'anno 1000, dopo la dominazione barbarica,
che s'afferma il potere dei vescovi, divenuto ereditario con la famiglia Pannocchieschi
(1150 - 1239).
E' dal medioevo, però, che deriva la struttura della città
che vediamo oggi, con il tipico tracciato urbano caratterizzato da strette vie,
da vicoli ancor più angusti, da superbi palazzi, dalle case-torri, e dalle chiese,
che coagulavano ed accentravano la vita di ciascun rione. Volterra è racchiusa
quasi completamente entro le mura medioevali, che sono il punto d'arrivo di un
processo d'espansione urbanistica iniziato intorno all'anno 1000 che, dopo la
contrazione in forma castrense del periodo tardo-antico, il cui perimetro è limitato
al Piano di Castello (l'antica Acropoli),
trova la sua conclusione ai primi del 1300, con la costruzione dei sistemi difensivi
in prossimità delle porte principali della città (Porta
all'Arco, Porta S. Felice, Porta S. Francesco, Porta Fiorentina, Porta di Docciola,
Porta Marcoli, Porta a Selci).
La
città, ridotta in forma di castrum intorno al V sec. d.C., si sviluppa intorno
all'antica chiesa di Santa Maria, l'attuale cattedrale, e al contiguo "pratus
episcopatus", oggi Piazza dei Priori,
mentre al di fuori del castrum o castellum sorgono, dopo l'anno mille, il borgo
di Santa Maria, l'attuale Via Ricciarelli, perpendicolare alle mura del castello,
e il borgo dell'Abate, l'attuale via dei Sarti, parallelo alle stesse mura.
Nel corso del duecento sul pratus episcopatus, non solo viene costruito il Palazzo
dei Priori (che darà lo spunto anche per la costruzione di Palazzo Vecchio a Firenze),
ma si delimitano anche i termini della piazza e si limitano l'altezza delle torri,
in misura diversa nelle diverse zone urbane. In asse con il Palazzo dei Priori
sorge, secondo un uso urbanistico tipicamente toscano, la piazza San Giovanni,
dove si affacciano tutti gli edifici pertinenti alla chiesa: la Cattedrale,
il Battistero, la Casa dell'Opera, l'Ospedale di Santa Maria, il cimitero
(l'attuale Via Turazza).
La civiltà rinascimentale interessa Volterra in maniera
notevole, ma senza alterarne l'atmosfera medievale. Di questo periodo sono i superbi
palazzi, Minucci-Solaini, Incontri-Viti, Inghirami, inseriti senza stravolgerlo
nell'ambiente urbano medievale, l'imponente Fortezza Medicea, ed il Convento
di San Girolamo.
La
città, non avendo avuto nei secoli una forte espansione urbanistica, è rimasta
quasi uguale a se stessa, con i suoi quattro borghi medievali: borgo S. Alessandro,
sulla via delle Saline, verso la Val di Cecina ed il mare, borgo S. Lazzaro, sulla
via per Firenze e Siena, borgo S. Stefano e borgo S. Giusto, il più lontano dalla
città, in prossimità delle Balze, dominato dalla possente mole della chiesa dedicata
a San Giusto e a San Clemente. Il circuito delle mura duecentesche, fino a pochi
anni fa, delimitava quasi tutta la città e solo negli ultimi decenni del 2000
si è avuta un'espansione fuori delle mura, verso la Val di Cecina, che ha consentito
un certo sviluppo economico, pur non stravolgendone l'impianto originario.
Alla
fine dell'ottocento e nel primo trentennio di questo secolo nella zona di borgo
S. Lazzaro sorse il grande complesso dell'Ospedale Psichiatrico che, insieme all'istituto
carcerario, da sempre presente nel Mastio, ha rappresentato un pilastro essenziale
per l'economia volterrana. Dopo la chiusura dell'ospedale psichiatrico, la struttura
ha subito un forte degrado, oggi parzialmente recuperato, dopo la trasformazione
di una parte degli edifici in una moderna struttura ospedaliera. Sempre nella
zona di S. Lazzaro si può vedere l'antica stazione ferroviaria, inaugurata nel
1912 e dismessa negli anni cinquanta che, attraverso arditi ponteggi e con una
linea dotata di cremagliera, indispensabile per superare le ripide salite, collegava
Volterra alla città di Saline ed al mare.
Volterra è anche città di musei
e, oltre al già citato Museo Etrusco,
troviamo: la Pinacoteca Civica, con
testimonianze pregevoli di scuola senese e fiorentina, tra cui la "Deposizione
dalla Croce" del Rosso Fiorentino e il Museo
d'arte Sacra, che raccoglie importanti opere d'oreficeria, sculture trecentesche
di scuola senese, antifonari miniati; tra i dipinti emergono la pala di Ulignano,
di Daniele Ricciarelli e la pala di Villamagna, del Rosso Fiorentino.
Dal
punto di vista economico, l'attività che ha intrecciato la propria storia con
quella della città, e rappresenta un altro punto di notevole interesse, è l'artigianato
dell'alabastro. E' visitando le numerose esposizioni, o curiosando nelle botteghe
artigiane in giro per la città, che si avrà modo di respirare un po' di quella
"magica atmosfera" che circonda Volterra.
Nel
volterrano, però, non c'è solo arte e storia; il territorio circostante è ricco
di bellezze naturali e paesaggistiche, che offrono al visitatore occasioni per
escursioni a piedi, a cavallo, in bicicletta, lungo chilometri di percorsi segnalati,
alla scoperta di luoghi unici e caratteristici. Volterra è anche famosa per le sue specialità gastronomiche che affondano la loro nascita nella tradizione toscana e per l'ospitalità che è in grado di offrire ad ogni tipo di turista, con i numerosi alberghi della Toscana, aziende agrituristiche, appartamenti per vacanze, o con un attrezzato campeggio e un moderno ostello.
Durante il periodo estivo, inoltre,
manifestazioni culturali, mostre d'arte e manifestazioni folcloristiche, permettono
agli ospiti di avere una vacanza ricca, non solo di relax e tranquillità, ma anche
di momenti d'incontro culturale.
Tra queste segnaliamo:
- "VolterraTeatro"
(Festival Internazionale di Teatro),
- "Volterra A.D. 1398 (rievocazione
storiva medioevale),
- "Astiludio" (gara tra sbandieratori provenienti da
tutta l'Italia),
- "Concerti di musica classica e moderna" (con grandi nomi
della musica italiana e internazionale, nel meraviglioso scenario della Piazza
dei Priori).
Volterra non è certamente un borgo misconosciuto, di essa hanno
parlato nelle loro opere, tra i tanti: Strabone, Cicerone, Plinio, Boccaccio,
Goldoni, Stendhal, D'Annunzio, Lawrence, Cassola; Visconti, nel 1964 vi girò "Vaghe
Stelle dell'Orsa, film premiato a Venezia con il Leone d'oro.
Dal punto
di vista geografico, Volterra è geocentrica rispetto alle maggiori città della
Toscana, dista, infatti:
72 km da Firenze |
50 km da Siena | 64 km da Pisa |
73 km da Livorno | 100 km da Arezzo
| 80 km da Pistoia |
80 km da Lucca | 115 km da Carrara
| 120 km da Grosseto |
92 km da Prato | 29 km da S. Gimignano
| 40 km da Cecina |