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7 marzo 2002 GROSSETO. Reazioni a pioggia per l'individuazione in Maremma di alcuni
siti per discariche di materiali radioattivi. «E' uno studio di qualche tempo
fa, rispetto al quale la Regione già espresso un parere fortemente negativo
- spiega l'assessore Tommaso Franci - non è stato accettato nemmeno dalla
conferenza Stato-Regioni. A quanto ci risulta non ci sono state ulteriori novità,
sempre che, naturalmente, il governo Berlusconi non abbia in serbo altre sgradita
sorpresa per la Toscana. Ci piacerebbe che i rappresentanti toscani nel governo
ci potessero tranquillizzare». Così l'assessore regionale all'ambiente
è intervenuto sulla questione. «Sulle conclusioni di quello studio non
posso che ribadire tutta la mia contrarietà - aggiunge Franci - la Regione
è al fianco degli enti locali della Maremma che intendono opporsi ad un deposito
di scorie, ritenendolo un'ipotesi inconcepibile. Il principale timore è che
da Roma si vogliano bruciare i tempi, mettendoci di fronte al fatto compiuto».
Claudio Franci, Fabrizio Vigni e Marco Susini. Si chiede «quale impegno il
Governo Berlusconi intenda assumere per far sì che lo sviluppo di qualità
della Maremma grossetana non venga compromesso con iniziative come la localizzazione
di depositi di scorie radioattive». Il presidente della Provincia, Lio Scheggi,
chiede con la massima urgenza una serie di chiarimenti al Governo e ai parlamentari
eletti in Maremma. «Apprendo dalla stampa - scrive Scheggi - che il ministro
Antonio Marzano avrebbe deciso di riaprire il delicatissimo capitolo sull'individuazione
di siti per mettere in sicurezza 23 mila metri cubi di scorie radioattive, riprendendo
uno studio dell'Enea in cui si individua una mappa di 55 possibili siti in Toscana,
uno di questi è in Maremma. Intendo esprimere subito la nostra totale contrarietà
a questa ipotesi, motivata dalla presenza nel territorio di risorse ambientali
e paesaggistiche di rilievo con specifici programmi di investimento. Non ultimo,
proprio in questi giorni, il riconoscimento di Distretto Rurale d'Europa, che
sarà attribuito alla provincia di Grosseto nelle prossime settimane».
Anche il consigliere regionale Ds, Loriano Valentini, ha presentato un'interrogazione
urgente firmata anche dal presidente della Commissione Ambiente, Sirio Bussolotti,
nella quale si chiede alla giunta «quali azioni istituzionali e politiche
intende intraprendere per contrastare ed impedire che la Maremma subisca oggi
la localizzazione di questi siti che ne comprometterebbero per sempre il futuro».
Preoccupato e pessimista il capogruppo dei Democratici-Margherita, Erasmo D'Angelis,
che già era intervenuto sul problema 10 mesi fa. «La Toscana avrà
come regalo - scrive - due grandi tombe necessarie per seppellire 120-130 mila
metri cubi di veleni nucleari mediante l'interramento di grande vasche di cemento,
localizzate la prima in un territorio confinante con la Toscana, ai confini con
il Lazio nella zona compresa fra il lago di Bolsena e Montalto di Castro;la seconda
nell'entroterra della Maremma attorno a Roccalbegna, Saturnia e Pitigliano».
Infine la Federazione Toscana Verdi, per bocca di Rosy Miracolo, ripercorre la
vicenda e respinge l'ipotesi di una Maremma nuova «pattumiera nucleare».
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