Comuni
Ricicloni: Grosseto sempre ultimo
La
classifica della Maremma Legambiente
presenta l'annuale classifica stilata per ricordare meriti e demeriti delle Amministrazioni
Locali in tema di rifiuti: Grosseto, ancora una volta, all'ultimo posto tra i
capoluoghi di provincia, Cinigiano il comune del grossetano con i risultati migliori
Si
è tenuta lunedì 13 novembre a Firenze, presso la sede della Regione Toscana, la
cerimonia di assegnazione del Premio "Comuni Ricicloni toscani".
La manifestazione promossa da Legambiente, riproposta per il terzo anno consecutivo
a livello regionale, premia i migliori risultati di raccolta differenziata dei
rifiuti raggiunti per capoluoghi di provincia, per comune e per miglior dato di
raccolta per singole tipologie di materiale. I dati, elaborati grazie alla collaborazione
tra Regione Toscana, Legambiente e ARRR (Agenzia Regionale Recupero Risorse),
mostrano come la situazione toscana, pur ricca di isole felici, sia caratterizzata
da luci ed ombre: vince il Comune di Porcari (LU), campione della raccolta
differenziata, che con il 36.02% di rifiuti raccolti detiene il primato assoluto;
bene anche i comuni di Capannori (LU) (35.77%) e Capraia e Limite
(FI) (35.00%), Empoli (FI) (33.10%) e Lucca (32.31%). I risultati
dei comuni capoluogo di provincia vedono in testa i buoni risultati di Lucca
(32.31%), Prato (25.10%), e Massa (20.93%), mentre Grosseto
(1,94%) risulta anche quest'anno all'ultimo posto, con il peggior risultato
in Toscana per la raccolta differenziata. Nell'occasione ricordiamo che gli
obiettivi fissati dal Decreto Ronchi per il 2001 sono addirittura del 25%
di raccolta differenziata, ed in mancanza di tali adempimenti ancora una volta
ulteriori pesanti tasse graveranno sui cittadini maremmani. "Vogliamo
denunciare ancora una volta il disinteresse delle istituzioni grossetane -
ha dichiarato Angelo Gentili della Segreteria Nazionale di Legambiente - nei
confronti delle problematiche del riciclaggio, del recupero e del riutilizzo dei
rifiuti, che possono anche rappresentare una significativa risorsa, ed invitare
le Amministrazioni maremmane ed il comune capoluogo, oltre a tutti gli altri comuni
del territorio provinciale ad un impegno concreto in questa direzione. La speranza
infatti è che il prossimo anno ci sia nella provincia di Grosseto un sensibile
miglioramento nella qualità e nella quantità della raccolta differenziata dei
rifiuti, che costituisce un tassello fondamentale per lo sviluppo sostenibile
del nostro territorio". Occorre che gli Enti Locali diano un segnale
di cambiamento di rotta: non è sufficiente fornire alcuni quartieri di cassonetti,
servono serie e diffuse campagne di sensibilizzazione e informazione, da
realizzarsi in collaborazione con le categorie produttive, le scuole, i quartieri.
Non sono questi traguardi impossibili, poiché molti comuni toscani sono riusciti
in questa strada. Anche nei quartieri di Grosseto dove è stata avviata un'esperienza
pilota per la raccolta differenziata dei rifiuti (Gorarella e Marina di Grosseto)
la campagna di sensibilizzazione è stata effettuata in modo inefficace, poco capillare
e con forti ritardi organizzativi (molte scuole interessate non sono state inserite
all'interno del progetto). Comunque pur con le difficoltà incontrate l'esperienza
pilota rappresenta un progetto da migliorare, incentivare ed estendere a tutto
il territorio comunale. Inoltre numerosi cittadini, insegnanti, studenti sensibili
alle tematiche ambientali, abitanti nel territorio comunale, si sono rivolti alla
nostra Associazione in quanto avrebbero voluto impegnarsi nella raccolta ma non
sussistevano le condizioni minime per poter agire. Legambiente chiede al comune
di Grosseto di attivare un progetto specifico, e che si attivi affinché: -
l'esperienza della raccolta differenziata venga estesa dai quartieri pilota a
tutto il territorio comunale; - venga attivata la raccolta dei rifiuti urbani
pericolosi; - venga effettuata una campagna di sensibilizzazione e informazione
capillare e diffusa; - le scuole del territorio comunale vengano coinvolte
nella realizzazione di isole ecologiche di fronte alle strutture scolastiche.
Questi rappresentano i punti di partenza per la corretta gestione della
politica dei rifiuti, quanto mai necessaria in Maremma. Comunque non
solo ombre nei dati raccolti da Legambiente per la provincia di Grosseto; infatti
alcuni singoli comuni hanno raggiunto risultati positivi per la raccolta differenziata
totale (Cinigiano, l'unico ad aver superato la soglia del 15%, e di seguito
Casteldelpiano, Montieri, Gavorrano e Follonica). Questa situazione nel
complesso molto negativa è evidenziata anche nel piazzamento dei comuni nelle
classifiche per singole tipologie: METALLI: Orbetello con 43,935 kg/abitante
(al 13° posto nella classifica regionale per questa tipologia); VERDE
(potature, legname): Scarlino 37,182 kg/abitante (al 17° posto nella classifica
regionale per questa tipologia); CARTA: Orbetello con 27.921 kg/abitante
(al 108° posto nella classifica regionale per questa tipologia); VETRO:
Montieri con 22,790 kg/abitante (al 28° posto nella classifica regionale per
questa tipologia); PERICOLOSI: Pitigliano con 1,807 kg/abitante (al
9° posto nella classifica regionale per questa tipologia); LATTINE: Castiglione
della Pescaia con 0.568 kg/abitante (al 47° posto nella classifica regionale
per questa tipologia); PLASTICA: Scarlino con 5,796 kg/abitante (al
23° posto nella classifica regionale per questa tipologia).
| La
Maremma come discarica nucleare?
giovedì 7 marzo 2002 GROSSETO. |
Reazioni
a pioggia per l'individuazione in Maremma di alcuni siti per discariche di
materiali radioattivi. «E' uno studio di qualche tempo fa, rispetto al quale
la Regione già espresso un parere fortemente negativo - spiega l'assessore Tommaso
Franci - non è stato accettato nemmeno dalla conferenza Stato-Regioni. A quanto
ci risulta non ci sono state ulteriori novità, sempre che, naturalmente, il governo
Berlusconi non abbia in serbo altre sgradita sorpresa per la Toscana. Ci piacerebbe
che i rappresentanti toscani nel governo ci potessero tranquillizzare». Così l'assessore
regionale all'ambiente è intervenuto sulla questione. «Sulle conclusioni di quello
studio non posso che ribadire tutta la mia contrarietà - aggiunge Franci - la
Regione è al fianco degli enti locali della Maremma che intendono opporsi ad un
deposito di scorie, ritenendolo un'ipotesi inconcepibile. Il principale timore
è che da Roma si vogliano bruciare i tempi, mettendoci di fronte al fatto compiuto».
Claudio Franci, Fabrizio Vigni e Marco Susini. Si chiede «quale impegno il Governo
Berlusconi intenda assumere per far sì che lo sviluppo di qualità della Maremma
grossetana non venga compromesso con iniziative come la localizzazione di depositi
di scorie radioattive ». Il presidente della Provincia, Lio Scheggi, chiede con
la massima urgenza una serie di chiarimenti al Governo e ai parlamentari eletti
in Maremma. «Apprendo dalla stampa - scrive Scheggi - che il ministro Antonio
Marzano avrebbe deciso di riaprire il delicatissimo capitolo sull'individuazione
di siti per mettere in sicurezza 23 mila metri cubi di scorie radioattive, riprendendo
uno studio dell'Enea in cui si individua una mappa di 55 possibili siti in Toscana,
uno di questi è in Maremma. Intendo esprimere subito la nostra totale contrarietà
a questa ipotesi, motivata dalla presenza nel territorio di risorse ambientali
e paesaggistiche di rilievo con specifici programmi di investimento. Non ultimo,
proprio in questi giorni, il riconoscimento di Distretto Rurale d'Europa, che
sarà attribuito alla provincia di Grosseto nelle prossime settimane». Anche il
consigliere regionale Ds, Loriano Valentini, ha presentato un'interrogazione urgente
firmata anche dal presidente della Commissione Ambiente, Sirio Bussolotti, nella
quale si chiede alla giunta «quali azioni istituzionali e politiche intende intraprendere
per contrastare ed impedire che la Maremma subisca oggi la localizzazione di questi
siti che ne comprometterebbero per sempre il futuro». Preoccupato e pessimista
il capogruppo dei Democratici-Margherita, Erasmo D'Angelis, che già era intervenuto
sul problema 10 mesi fa. «La Toscana avrà come regalo - scrive - due grandi tombe
necessarie per seppellire 120-130 mila metri cubi di veleni nucleari mediante
l'interramento di grande vasche di cemento, localizzate la prima in un territorio
confinante con la Toscana, ai confini con il Lazio nella zona compresa fra il
lago di Bolsena e Montalto di Castro;la seconda nell'entroterra della Maremma
attorno a Roccalbegna, Saturnia e Pitigliano». Infine la Federazione Toscana Verdi,
per bocca di Rosy Miracolo, ripercorre la vicenda e respinge l'ipotesi di una
Maremma nuova «pattumiera nucleare». La
Maremma non è la pattumiera d'Italia L'iter
giudiziario che ha portato al sequestro del Cogeneratore di Scarlino faccia il
suo corso. Legambiente interviene sul tema ricordando che si tratta di un impianto.
Che smaltisce rifiuti provenienti da altre regioni italiane, che in tal modo utilizzano
la maremma per liberarsi dei loro rifiuti. L'Associazione ha presentato alla Procura
della Repubblica una Dichiarazione di intervento nel procedimento penale in corso,
riservandosi di costituirsi parte civile per il risarcimento del danno Ambientale
(l. 265/99) in favore di Regione Toscana, Provincia Di Grosseto, Comuni di Scarlino
e Follonica.
A
proposito del sequestro dell'inceneritore di Scarlino da parte della Magistratura,
Legambiente tiene innanzitutto a precisare con chiarezza la propria posizione:
è necessario che questo intervento faccia il suo corso, e che venga seguito un
percorso giudiziario per il rispetto delle leggi vigenti in materia di smaltimento
dei rifiuti. Come ribadito in molte altre occasioni infatti, il Decreto Ronchi
in materia di rifiuti è un significativo strumento per realizzare una corretta
politica su questo tema. È impensabile che questo impianto come il Cogeneratore
di Scarlino sia potuto sorgere grazie ad un accordo tra ENI e Ministero dell'Industria
in barba a tutte le pianificazioni degli Enti Locali ed in particolare al Piano
Provinciale dei Rifiuti, che ha da molto tempo individuato in Valpiana la sede
di un impianto di smaltimento. In tal senso occorre rispettare scrupolosamente
i livelli di pianificazione regionale e provinciale riguardo allo smaltimento
dei rifiuti, e la volontà delle popolazioni residenti e delle istituzioni locali:
tutto questo fino ad oggi non è stato fatto, e la società ENI ambiente inoltre
non soltanto ha messo in funzione l'impianto senza le autorizzazioni necessarie,
ma ha portato avanti una politica aziendale che rischia di far diventare la Maremma
la pattumiera d'Italia. Infatti gli smaltimenti del Cogeneratore non riguardano
soltanto i rifiuti prodotti nel nostro territorio, ma anche quelli provenienti
da Prato e da Pistoia o addirittura da altre regioni italiane, in assenza di qualunque
autorizzazione, accordo o pianificazione. Legambiente si oppone con forza
a questi tentativi di continuare in una politica industriale insensata, non trasparente,
imposta dall'alto, che niente ha a che vedere con la Maremma - una delle aree
di maggior interesse artistico, naturalistico, storico della nostra penisola,
ricca di zone che hanno subito limitati e poco incisivi interventi da parte dell'uomo,
ambienti naturali perfettamente integri e luoghi di grande rilevanza storica -
che ha fatto di turismo di qualità, beni ambientali il suo cavallo di battaglia.
Legambiente coglie l'occasione per chiedere agli Enti Locali di attivarsi per
migliorare e potenziare il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, e di
attivarsi ancora di più di quanto fatto fino ad oggi in favore di una seria e
migliore politica di gestione dei rifiuti nel nostro territorio. |