WWF:
ANIMALI, PIANTE E AMBIENTI, ECCO LE 37 "TOP" DA
SALVARE, PER
SALVARE ANCHE L'UOMO In
occasione della Giornata per le Oasi un Rapporto sulla Biodiversità
60%
dei vertebrati sono a rischio Sabato
e domenica grande raccolta fondi in 700 piazze italiane
Animali,
piante e habitat a rischio: ecco l'elenco di quelli più rari, più o meno noti,
che il WWF ha stilato in occasione della Giornata per le Oasi che già
dal prossimo weekend sarà in 700 piazze italiane con una grande raccolta
fondi per sostenere i molti progetti concreti di tutela della natura più preziosa.
Nel
panorama degli animali a rischio protetti dalle oasi ci sono :
tra i Mammiferi specie note
come l' orso bruno e il lupo; specie vicine all'estinzione come la lontra
(il più raro mammifero terrestre d'Italia); poco conosciute come come il Vespertilio
di Capaccini (uno dei tanti pipistrelli
in diminuzione in Italia); in ripresa come il cervo
sardo. Molti
gli Uccelli, a cominciare dai rapaci: il biancone, l'astore sardo,
il lanario, il nibbio reale, il capovaccaio;
e poi specie meno note ma altrettanto
affascinanti come la gallina
prataiola, la colombella, il mignattaio, la ghiandaia marina,
il picchio dorsobianco, la moretta
tabaccata. A rischio anche molti
Anfibi e Rettili spesso
localizzati, come la raganella mediterranea,
la rana di Lataste, il tritone
sardo, il pelobate fosco e poi la testuggine
terrestre di Hermann, la testuggine d'acqua e la tartaruga marina che visita spesso le spiagge
sicure. Grave la situazione dei Pesci
italiani: alcune specie sono ormai ridotte, come la trota macrostigma, la trota
marmorata, la lampreda di fiume, tutte
presenti in alune oasi WWF. Tanti,
tantissimi anche gli Invertebrati, a cominciare dal gambero di fiume, e dalla bellissima rosalia alpina, insetto tipico
delle grandi faggete, per continuare
con molte farfalle, come la licena
delle paludi, la polissena,
l'apollo, il macaone sardo. Infine le piante, tra cui specie preziose come
la campanella selvatica (Ipomea sagittata),
l'orchidea palustre, la vallonea,
vari fiordalisi e
lo zigolo termale (Cyperus polystachys), un parente del papiro, molto localizzato.
Uno
dei principali obiettivi delle Oasi del WWF è
la conservazione della biodiversità e degli habitat: su 35.000 ettari di
territorio protetto dalle 130 Oasi del WWF oltre 24.000 sono costituiti da ecosistemi
tra i più ricchi di specie: le zone umide (15.871 ettari, un sistema tra i più
vasti e complessi d'Italia) e le foreste e macchie (8.566 ettari). La difesa degli
habitat è anche una delle priorità
indicate dalla Comunità Europea: le
praterie di posidonie, le lagune,
le steppe salate, la vegetazione
delle dune costiere, i cespuglieti
di pini mughi e rododendri, i boschi di alloro, le faggete appenniniche di tasso e agrifoglio, le abetine
appenniniche vanno difesi dalla distruzione, dal
degrado e dall'aggressione esercitata da alcune attività umane come l'inurbamento,
le bonifiche, la realizzazione di infrastrutture
che distruggono o frammentano il territorio. "Quello
che viene offerto dalle Oasi è un panorama della natura più preziosa, conosciuta
e meno conosciuta– ha dichiarato Fulco
Pratesi, Presidente del WWF Italia - e dimostra come le aree protette, quel
10% di territorio fatto di Parchi nazionali, Riserve naturali comprese le 130
Oasi del WWF, siano lo strumento indispensabile per salvare da un’inesorabile
estinzione animali belli e rari e
consentendo a milioni di visitatori di avvicinarli e ammirarli, come accadrà il
21 aprile, la Giornata in cui apriremo 100 Oasi gratuitamente al pubblico” Sul
rischio che scompaiano specie preziose non bisogna abbassare la guardia: come
dimostra il Rapporto Biodiversità del
WWF su 494 specie di vertebrati ben 338
(oltre il 60%) sono nella Lista rossa: la classe più a rischio è quella dei
pesci di acqua dolce (88%) come la trota
macrostigma e trota marmorata, ridotte a sparute popolazioni nei fiumi dell'Italia centrale
e Sardegna la prima e dell'Italia settentrionale la seconda. Il degrado di questi
ambienti e l'immissione di specie “aliene" (nutrie, testuggini d'acqua esotiche,
pesci siluri) e l'immissione della Trote fario utilizzate per il ripopolamento
hanno giocato un ruolo pesante per questi due animali. Sotto
accusa, per l’impoverimento della Biodiversità, almeno 15
"peccati capitali" tra cui la bonifica delle paludi (scomparse negli
ultimi 100 anni l'80% delle paludi italiane),
la trasformazione degli habitat naturali per la realizzazione di
infrastrutture (effetto barriera di strade e autostrade), l’inquinamento
da pesticidi, il bracconaggio, tutti comportamenti ovviamente "banditi"
nelle aree protette del WWF. La
lontra,
ad esempio, nei secoli passati piuttosto comune nei nostri fiumi, è relegata
in nuclei sparsi: molti si trovano nelle Oasi come le Grotte del Bussento,
Persano, San Giuliano, Policoro che insieme ospitano una porzione fondamentale
dell'intera popolazione italiana. Il
cervo sardo, dopo 15 anni di protezione del suo habitat nell'Oasi
di Monte Arcosu, qui è aumentato da appena 70-80 esemplari di 15 anni fa a quasi
1000, e la sua foresta è una delle più integre del Mediterraneo: questa specie
rappresenta una delle più grandi vittorie del WWF italiano realizzate proprio
grazie ad una straordinaria operazione di raccolta fondi.
Il lupo,
500 esemplari che stanno riconquistando, dopo anni di bracconaggio, le nostre
montagne sconfinando persino in Svizzera e Francia, è presente nelle Oasi appenniniche
di Frasassi e Torricchio (Marche), Gole del Sagittario in Abruzzo, Guardiaregia
(Molise) e Polveracchio (Campania). L'enorme varietà di piante,
di cui l'Italia detiene il primato Europeo (circa il 50% della flora europea
cresce in Italia, nonostante la superficie nazionale sia di 1/30mo di quella
europea) è un’altra delle caratteristiche di molte Oasi: come
l'acero di Lobeliius, il cardo canuto, il fiordaliso del Sagittario,
Limonium ionicum, la stella alpina appenninica, tutte inserite nelle Liste
rosse. Restano ancora intatti alcuni boschi
di pianura, scomparsi quasi ovunque; è il caso delle Oasi del WWF
di Alvisopoli, Verneto, Vanzago, Policoro, Bottaccio, Bosco Tenso, Palo,
Macchiagrande. Salvi anche i grandi alberi,
come sughere, faggi, abeti bianchi,
farnie, tutelati dalle Oasi come i 102 Castagni del Cozzo del Pesco vecchi di
oltre 800 anni.
L’invito
del WWF a difendere in prima persona questa enorme ricchezza è rivolto a tutti:
13 e 14 aprile i volontari dl WWF vi aspettano
in 700 piazze: ai banchetti, in cambio di una donazione minima di 10 euro,
si riceverà un Kit con 6 confezioni di Pasta
Del Verde, una Guida
un Cartina della De
Agostini e un Catalogo dei Campi avventura per bambini e ragazzi.
Claudio Amendola, che insieme
a Anna Valle è ambasciatore del WWF per questo appuntamento, sabato
sarà a Piazza del Popolo alle 11.30.
Hanno realizzato spot radio e tv per lanciare l’iniziativa del WWF che saranno
programmati per una settimana sulle reti Mediaset
e quelli radio per due settimane sul circuito RTL 102,5. Ambiente Italia
del TG3 si collegherà con l’Oasi di Penne con una diretta speciale. Il Futurshow
di Bologna ha adottato la campagna istituzionale del WWF “Conosci un altro pianeta
dove vivere?” promovendola sulle reti Mediaset
e MTV; Run for Good raccoglierà i fondi anche per le Oasi del WWF in occasione
della Maratona Stramilano del 13 e
14 aprile. Partner ufficiale per la Giornata per le Oasi è il Pastificio
Del Verde che contribuirà anche alla realizzazione dell’evento centrale nell’Oasi
di Penne.
INFORMAZIONI:
sul sito www.wwf.it
con uno speciale BANCHETTO VIRTUALE e al Numero NUMERO VERDE 800.99.00.99.
Roma,
11 aprile 2002 – Ufficio Stampa WWF Italia, tel. 06-84497377-375
Per la stampa:
Materiale foto e video con Videonews formato Betacam, Documento Oasi, Rapporto
Biodiversà, Attività del WWF, Schede sui Progetti.
|