Dal
punto di vista della vegetazione si riscontrano formazioni varie e significative,
sia come specie che come sviluppo morfologico. Vanno inserite tra le rarità botaniche
la betulla e il tasso. |
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Flora:
castagno, corbezzolo,
leccio, erica, sughera, faggio, tiglio, ginestra.
Fauna:
Granchio e gambero di acqua dolce. Di notevole importanza la presenza della
lontra, segno di ecosistema inalterato. La lontra è stata considerata in
passato "animale nocivo" e pertanto non protetta da nessuna legge. In
Italia oggi vivono circa 200 esemplari.. |
Le
emergenze floristiche sono rappresentate da specie endemiche come la Digitale
(Digitalis micrantha) e la Santolina (Santolina etrusca). Tra le specie rare o
al limite della zona si rilevano il Bosso (Buxus sempervirens) e il Brugo (Calluna
vulgaris). Da sottolineare, infine, la notevole presenza del Lupinus grecus, specie
di recente acquisizione nella flora italiana.
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Numerose
anche le emergenze faunistiche che fanno del Farma un'area unica in Italia. Tra
i mammiferi è da segnalare la presenza della Lontra (Lutra lutra) e il Ferro di
cavallo maggiore e minore (Rinopholus ferrumequinum e hipposideros).
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Ma sono presenti anche altri animali protetti come la Martora (Martes martes),
la Puzzola (Mustela putorius) e il Gatto selvatico (Felis s. silvestris). Poco
distante dal castello del Belagaio, in prossimità della riva destra del fiume,
c'è un piccolo laghetto naturale chiamato "Stagno della Troscia"; costituisce
l'habitat ideale del Tritone alpestre (Triturus alpestris apuanus). Come
ci si arriva: da Grosseto si raggiunge Roccastrada e da qui si continua
in direzione di Torniella. Prima della località Piloni si gira a destra imboccando
la strada provinciale del "Belagaio" che porta allarea protetta.
Larea è sempre aperta. Per altre informazioni rivolgersi allUfficio
Amministrazione del Corpo Forestale, ex ASFD (telefono 0566/40019).
Lontra |
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La Lontra
ha una lunghezza di 60-80 cm più 35-45 cm di coda. Vive lungo i torrenti, i fiumi,
i laghi e gli stagni; predilige le rive ricoperte da cespugli lungo le quali costruisce
la sua tana, con un ingresso subacqueo e molte gallerie. In acqua è agilissima
e compie prolungate immersioni: si ciba prevalentemente di pesci e molluschi,
ma potendo scegliere preferisce le anguille. Sulla terra si muove sempre correndo
e caccia arvicole e altri piccoli mammiferi. La
pelliccia (così bella, folta e morbida che l'ha quasi portata all'estinzione a
causa della caccia spietata di cui è stata oggetto) è lucida e di un bel marrone
intenso sul dorso, più chiaro sul ventre, grigio-biancastro sotto il collo e ai
lati della testa. Ha zampe corte e palmate. La
femmina partorisce i piccoli (da 2 a 4) per lo più in primavera avanzata; i piccoli
vengono allattati per 6 mesi e istruiti a diventare buoni predatori. Capita,
con un po' di pazienza, di sentire i versi acuti e i fischi delle giovani lontre
in libertà: amano moltissimo giocare e lasciarsi scivolare lungo le scarpate
delle rive. L'adattamento alla vita acquatica
nei laghi e nei fiumi è la caratteristica che rende la lontra unica tra i mammiferi
italiani, dei quali, dopo la foca monaca, è la specie più minacciata di estinzione.
E' scomparsa da tutta l'Italia settentrionale, e popolazioni
di una certa consistenza sopravvivono solo nei bacini del Fiora, al confine tra
Toscana e Lazio, del Sele, in Campania, e del Basento, in Basilicata. Si tratta
di fiumi che conservano ancora molto dell'ambiente naturale originario. La presenza
della lontra, predatore al vertice delle catene alimentari del fiume, è infatti
un indice della buona salute di un ecosistema. Purtroppo, pur essendo un animale
bellissimo, la lontra non si lascia avvistare facilmente. La dieta della lontra
è costituita soprattutto da pesci, crostacei e anfibi che insegue e cattura sott'acqua.
Il suo nuoto è agile e veloce: il corpo allungato e flessuoso è perfettamente
idrodinamico, il capo è piccolo e appiattito, e la coda lunga e robusta è un ottimo
timone. Ma l'adattamento all'acqua non si ferma qui. Il pelo è lungo e idrorepellente,
le zampe sono palmate, gli occhi possono mettere a fuoco sia nell'aria che nell'acqua,
orecchie e narici si chiudono ermeticamente durante l'immersione, e due ciuffi
di peli tattili sul muso sono sensibilissimi alla turbolenza provocata dal nuoto
delle prede. La drammatica diminuzione delle lontre nel nostro paese ha molti
colpevoli, a cominciare dalla caccia, permessa fino al 1977. La responsabilità
principale tuttavia è della trasformazione, spesso radicale, dei nostri fiumi.
Inquinamento, eliminazione della vegetazione delle rive, prelievo di ghiaia e
costruzione di argini artificiali in cemento hanno costretto le lontre ad abbandonare
buona parte delle nostre regioni. | |