-ARCIDOSSO.
«Nelle notti del 20 e 21 marzo il silenzio della Montagna sacra a Davide
Lazzaretti è stato squarciato dal rumore rabbioso di centinaia di automobili
che provavano a forte velocità il percorso nel Monte Labro, all'interno del
Sito di Importanza Comunitaria Monte Labro alta Valle dell'Albegna, a raso di
una riserva naturale. Non era mai successo. Ora che la zona è protetta la
cosa desta ancora più meraviglia. La Provincia, Settore Conservazione della
Natura, ha dato parere negativo, la Comunità montana dell'Amiata che sta
investendo nell'area 900mila euro, non è stata nemmeno interpellata, e quando
ha saputo la cosa si è ribellata ma era ormai troppo tardi; il Wwf Toscana
ha presentato un esposto alla magistratura e si è levato alto il grido del
direttore del Parco Faunistico dell'Amiata Niso Cini. Il presidente del Wwf Italia,
Fulco Pratesi, ha inviato un telegramma al prefetto di Grosseto per sollecitarlo
a depennare le prove speciali 5 e 7, le più minacciose per l'ambiente. A
meno di ripensamenti da domani inizierà la gara e il silenzio sereno della
montagna del Lazzaretti violato per molto tempo anche dopo la gara. Saranno necessarie,
infatti, settimane per ripristinare la strada, pulire la molto probabile immondizia
che il pubblico urlante avrà lasciato nel terreno. Mentre rimarranno per
sempre i resti delle gomme a inquinare il sito assieme agli idrocarburi».
Così scriveva Riccardo Nardi, direttore dell'Oasi di Rocconi, alla vigilia
del Rally a Monte Labbro, che si è, invece, regolarmente svolto sabato alla
presenza di decine e decine di persone che hanno gradito lo spettacolo (lo riferisce
Marcello Bianchini, uno dei promotori), nonostante prese di posizione contro.
Niso Cini Direttore del Parco faunistico, dopo la gara ha dichiarato: «Non
siamo certo contrari alle corse, ma vanno scelti punti meno delicati e più
consoni a sostenere la pressione di centinaia di auto. Soprattutto per gli animali
e per l'integrità dell'ambiente». |