-La
legge regionale entrata recentemente in vigore ha notevolmente snellito le procedure
necessarie per l'effettuazione dei tagli forestali, introducendo istituti come
il "silenzio-assenso" e la "dichiarazione di taglio", che
hanno, da un lato, il pregio di agevolare il cittadino nella sua libertà
d'intervento e, dall'altro, di contro aprono ampie possibilità di "elusione"
del controllo da parte degli organi competenti. Infatti, mentre prima per il taglio
di un bosco era preventivamente valutata la fattibilità dagli Enti preposti
(Provincia e CFS), con le nuove procedure, tali Enti potranno, nella stragrande
maggioranza dei casi, solo prendere atto della situazione a taglio avvenuto o
iniziato. In un quadro così determinato desta preoccupazione e perplessità
il fatto che nelle modifiche alla Legge Forestale attualmente in discussione siano
avanzate proposte di abbassare notevolmente le sanzioni a carico dei trasgressori
(fino a cinque volte rispetto alla legge attualmente in vigore) togliendo, di
fatto, il deterrente, elemento fondamentale per dissuadere quelle persone che
di tali agevolazioni potrebbero approfittare. Si prevede fra l'altro che si potrà
tagliare fino al 20% in più (!) di quanto previsto con sanzioni minime. Viene
inoltre proposta una serie di modifiche che escludono l'applicazione del Decreto
Legislativo 490/99 (Testo Unico di tutela dei beni paesaggistici e ambientali
- ex-Legge Galasso), per un'ampia casistica di interventi, artificiosamente assimilati
ai "tagli colturali". E non solo: i proprietari dei boschi che subiranno
degli sconfinamenti abusivi non potranno, come avviene adesso, per recuperare
il danno subito, contare sulla loro costituzione di parte civile nel processo
per la violazione al vincolo paesaggistico (reato perseguibile anche per "colpa"
del trasgressore). Infatti i reati quali il furto, il danneggiamento e l'introduzione
abusiva in fondi altrui (unici reati contestabili dopo l'approvazione della modifica),
sono tutti delitti che necessitano del "dolo" per comprovare una responsabilità
da parte del trasgressore, difficilmente dimostrabile nel caso di uno sconfinamento
nel taglio di un bosco e quindi aumentano le difficoltà di recupero del danno
subito. "Questa Organizzazione.Sindacale - afferma il Coordinamento regionale
della UIL-CFS - non può e non vuole dare giudizi sulle scelte politiche che
saranno intraprese. Questo comunicato ha il fine di tutelare l'immagine dei lavoratori
del Corpo Forestale dello Stato nei confronti della popolazione, che da sempre
identifica questo personale con la difesa dei boschi e dell'ambiente, e di informare
del rischio concreto che siano di fatto annullate le possibilità di un intervento
adeguato da parte del personale CFS nei casi di danno ambientale, idrogeologico
ed alla proprietà privata. Da tempo questa O.S. ha manifestato la propria
preoccupazione per gli interessi, sempre maggiori, determinatisi negli ultimi
anni intorno ai tagli boschivi in Toscana, probabilmente dovuti alla disponibilità
di manodopera a buon mercato, soprattutto extracomunitaria, ed ai fondi comunitari
CEE per interventi selvicolturali. Interessi che purtroppo si manifestano non
solo con danni ambientali, ma anche con sfruttamento della manodopera e con operazioni
poco cristalline. Purtroppo senza alcun riscontro dalle autorità amministrative
regionali". "La situazione è gravissima - rincara il WWF Toscana
- ci troviamo di fronte (e la nostra Associazione lo sta denunciando da anni)
a un generalizzato attacco ai nostri boschi da parte di ditte senza scrupoli che
sfruttano il lavoro nero e i tanti spazi aperti da normative eccessivamente vulnerabili.
E' assurdo che di fronte a questo la Regione, invece di prendere seri provvedimenti,
continui a prodigarsi nell'aprire ulteriori spazi per chi specula sui nostri boschi
e nel ridurre le sanzioni e le possibilità di controllo. E di questo non
farà le spese solo il nostro patrimonio forestale, ma anche chi da esso trae
lavoro in modo corretto". Le modifiche della Legge Forestale in discussione
agevoleranno infatti, nel medio e lungo periodo, le ditte boschive disoneste,
senza legami col territorio e senza un "nome" da salvaguardare, a discapito
di quelle serie e competenti che hanno, magari da decenni, operato in quel determinato
ambito territoriale. Ditte boschive con pochi scrupoli potranno, nella contrattazione
con la proprietà per l'acquisto del soprassuolo, offrire cifre molto più
consistenti avendo messo in conto il ritorno economico derivante da un maggior
prelievo di massa legnosa, dato il rischio minimo di sanzioni amministrative o,
peggio, per la mancanza di presupposti per le denunce penali. Di conseguenza c'è
il rischio concreto che, non potendo sostenere tale concorrenza, le ditte oneste
ed in regola con i contratti sindacali, si trovino di fatto escluse dal mercato,
con un conseguente aumento di interventi di "rapina" nei boschi toscani,
a danno sia della collettività (rischio idrogeologico e ambientale), che
dei privati (perdita del valore economico del soprassuolo). Firenze, 21 marzo
2002 Coordinamento Regionale U.I.L.- C.F.S. della Toscana WWF Sezione Regionale
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