Anāhata significa «ininterrotto, non battuto, suono
incausato»: č cosģ chiamato perchč qui lo yogin giunge a percepire quel
suono che č «palpito di vita», eco della primigenia vibrazione dell'universo. E'
il quarto chakra,
situato nella parte interna della colonna vertebrale all'altezza del cuore.
Questo chakra, rappresentato da un fiore di loto con dodici petali vermigli,
č in relazione con il plesso cardiaco e, secondo alcuni testi, con la parte del
cervello che sovraintende tutti i tipi di creazione artistica. Ha
relazione con il tanmātra della sensazione e con il corrispondente jńānendriya
(facoltą di percezione) del tatto, tramite la pelle; i karmendriya (organi
di azione) sono le mani. E' connesso con rajas guna e regola prāna
vāyu, che ha la sua sede nella zona del torace. Il bīja-mantra č
YAM, di colore grigio scuro. Il būtha - elemento grossolano - associato
ad Anāhata č l'aria, il vento: elemento
del mondo intermedio, mediatore fra cielo e terra e veicolo di energie sottili.
L'aria č emanazione del soffio dello spirito che nella genesi si muove nelle acque
primordiali per separarle e creare il mondo; in India č rappresentata dal dio
Vāyu che cavalca una gazzella e porta uno stendardo che garrisce al vento delle
otto correnti cosmiche, che sono in relazione con le otto direzioni dello spazio. Il
suo yantra č una stella formata da due triangoli sovrapposti col vertice
opposto in modo da equilibrarsi, ma anche un esagono in cui ciascun lato č sormontato
a sua volta da un triangolo equilatero; č simbolo dell'uomo universale che riunisce
in sč natura celeste e terrena: molto infatti č stato conquistato ma
esistono ancora samskara (impressioni karmiche) legati alla soddisfazione
dell'ego che potenzialmente potrebbero palesarsi. Si dice che l'uomo giunto a
questa espressione del suo piano di coscienza debba fare una sosta. La
regione di vāyu č di colore grigio scuro e rappresenta il velo di oscuritą
che, nell'uomo che ancora non ha conseguito la conoscenza, avvolge l'anima, celata
nel pił profondo del cuore, inteso come centro dell'essere umano. All'interno
dello yantra si trova, come in mūlādhāra
chakra, il triangolo della shakti che anche qui contiene il
linga, in forma di bāna (freccia) splendente come oro, la cui
luce rappresenta la scintilla di vita e di coscienza presente
in ogni essere vivente e che ricorda inoltre come il principio spirituale sia
onnipresente ed onnipervadente. Linga significa «segno, marchio»;
la sua forma ovoidale rappresenta la bipolaritą della creazione ed indica che
esso non sorge da alcun punto dello spazio e del tempo. Nella simbologia
dei chakra con gli animali si vuole indicare le qualitą dell'elemento
dominante: l'antilope, che č il veicolo dell'aria, č scura. E'
rinomata per la sua velocitą e simboleggia l'immateriale rapiditą del vento ma
č nello stesso tempo un animale che spesso palesa la sua incertezza
e la sua paura. Molto difficile retrocedere da questo chakra,
ma non impossibile; dipende dal lavoro di purificazione del nostro mentale, che
esprime le conquiste della nostra coscienza: se queste sono autentiche la Māyā,
che ritroviamo molto potente anche in questo chakra, non annebbierą la
luce aurea di bāna-linga. In questo piano di coscienza la nostra crescita
č sottoposta a continua verifica: puņ essere rapida come l'antilope,
ma č nostro compito eliminare ogni eventuale incertezza. In Anāhata
troviamo il secondo granthi (nodo, ostacolo): la Māyā presenta
situazioni che potrebbero ancora illudere il nostro ego; il sentiero
potrebbe essere cancellato dal vento, lo sforzo della crescita vanificato. Questo
granthi si presenta come attaccamento alle persone,
agli affetti, alle passioni. L'amore non č attaccamento. Salgo
lenta Sosto Sto per varcare la tua soglia Entro ove la manifestazione diventa
risonanza, ove il vivere esistenza diventa. |